Il 6 agosto si è svolto il tredicesimo round della NTT Indycar Series 2023. Le strade cittadine di Nashville hanno ospitato una gara decisamente inaspettata. Se ve la siete persa, potete leggere il report cliccando qui. In questo articolo rifletteremo su alcuni spunti che la corsa ci ha lasciato. indycar nashville
Crashville? indycar nashville
Prima di questa, vi era state solo 2 gare a Nashville. La prima aveva visto 9 caution, 2 bandiere rosse e 9 ritiri, la seconda ben 11 ritiri con 7 caution e 1 bandiera rossa. Sono numeri oggettivamente folli, che erano valsi al corsa cittadina il soprannome “Crashville”. Visti i precedenti, era lecito aspettarsi ancora qualcosa di simile. indycar nashville
Quest’anno, tuttavia, abbiamo assistito a solo 3 caution e 1 bandiera rossa. Tre di queste quattro interruzioni, peraltro, sono avvenute negli ultimi 10 giri. I ritiri, numericamente, sono stati nella media: ben 8. A cambiare, tuttavia è stata la loro dinamica. Solo 4, infatti, sono avvenuti a seguito di uno schianto, di cui 2 come conseguenza dello stesso incidente. Si può parlare di Crashville per una gara che ha visto bandiera verde dal giro 16 al 70 e che ha avuto un numero di incidenti paragonabile alla media stagionale? Probabilmente no.
C’è un problema con le gomme soft?
Si potrebbe dire che l’inaspettata lunghezza del periodo di bandiera verde abbia rovinato strategie e creato uno strato di detriti che ha compromesso le gomme più rapidamente. Sarebbe vero, ma sarebbe una verità parziale. Da un lato, è indubbio che non ci siano mai stati periodi così lunghi di gara attiva su questa pista. Ciò, oltre a consentire di raccogliere dati sul degrado che prima non c’erano, ha messo in difficoltà chi aveva puntato sulle caution per i cambi gomme.
Dall’altro lato, tuttavia, le difficoltà principali le ha avute chi è partito con le gomme soft, in condizione di pista ancora pulita. Il giro previsto nelle strategie per il primo pit stop di chi aveva le soft era il 18. Tra il giro 8 e il 14, tuttavia, quasi tutti i piloti le avevano tolte, avendo peraltro subito cali enormi di prestazione. Le uniche eccezioni sono state le soft di McLaughlin e O’Ward. Rispettivamente primo e secondo, sono stati al sicuro dagli scontri di centro gruppo e hanno potuto gestire di più gli pneumatici. I due piloti sono rientrati ai giri 25 e 24, portando a termine uno stint completo.
Si può dunque dire che le soft soffrono la vicinanza con altre macchine? Sono i sorpassi e le difese a rovinarle? Oppure il circuito di Nashville, soprattutto in giornate calde come questo 6 agosto, è particolarmente abrasivo? Quest’ultima domanda, a ben vedere, non conta, perché tali difficoltà si sono riscontrate in ogni circuito. Tutte le soft soffrono in questo modo o solo la nuova mescola green? Ha senso avere un compound così fragile e usato quasi solo alla partenza? Tutte domande aperte, a cui, non lavorando io per la Firestone, non ho risposta.
Il debutto di Lundqvist indycar nashville
Il talentuoso vincitore della Indy Lights 2022, attualmente senza sedile, ha sostituito l’infortunato Simon Pagenaud. La sfortuna ci ha provato in tutti i modi a mettergli i bastoni tra le ruote fin dall’inizio. La pioggia battente ha infatti portato all’annullamento delle prove libere 3. Situazione non ottimale per un pilota che aveva bisogno di prendere più confidenza possibile con la monoposto. Nonostante questa limitazione, Lundqvist ha corso delle ottime qualifiche, piazzandosi undicesimo.
La gara non è iniziata nel migliore dei modi. La monoposto ha infatti perso fin dai primi giri la copertura per il sole, fondamentale in una giornata con 36 gradi Celsius percepiti in città e chissà quanti nella scia rovente delle altre vetture. Nonostante ciò, Lundqvist ha corso molto bene, restando sulla stessa strategia del leader del campionato Palou. La sua gara, tuttavia, si è interrotta contro le barriere al giro 70. Un piccolo errore che sarebbe potuto capitare a chiunque, a detta dei telecronisti. Lundqvist, in quel momento era quattordicesimo. Sebbene il piazzamento finale sia più deludente di quanto la gara ha mostrato, a restare come consolazioni sono il giro veloce della corsa e la sensazione che questo pilota sia fatto per questa categoria. indycar nashville
Kirkwood vs Malukas: un anno dopo
L’anno scorso, Kirkwood e Malukas erano nella loro stagione rookie. Sulle strade di Nashville, si sono eliminati a vicenda in un incidente veramente da debuttanti. Malukas chiuderà la stagione a centro gruppo, con un podio e al secondo posto nella corsa al titolo di rookie dell’anno dietro Lundgaard, mentre Kirkwood rimarrà relegato ai bassifondi della classifica. Nonostante ciò, sarà proprio quest’ultimo a ottenere un sedile in un top team, firmando per Andretti Autosport.
Nessuno dei due ha mai nascosto di volersi rifare a Nashville, e quest’anno era l’occasione. Entrambi si qualificano molto bene: Malukas quinto e Kirkwood ottavo. Alla partenza, riescono parallelamente a guadagnare posizioni. Da lì in poi, però, i destini si separano. Malukas è il primo a ritirarsi, dopo che la sua ala posteriore si smonta da sola, cadendo a terra come un paracadute senz’aria, al giro 13. Kirkwood, invece, continua, convince e ottiene la seconda vittoria dell’anno in un circuito cittadino. Diventa, inoltre, il primo pilota non appartenente alla Chip Ganassi Racing a vincere a Nashville.