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Indycar: sorprese e delusioni della stagione 2023

La stagione 2023 della NTT Indycar Series si è ormai conclusa da più di un mese. A noi tifosi, tuttavia, sembra sia passata una vita, la stessa che manca ancora alla prossima stagione. Visto che è oggettivamente presto per pensare al 2024, concediamoci un briciolo di nostalgia ripensando all’annata appena conclusa. A mente fredda, è ora possibile fare bilanci sulle prestazioni di piloti e team. In questo articolo parlerò sia di chi ha deluso le aspettative sia di chi ha tirato fuori dal cilindro qualcosa di speciale.

Disclaimer: per ovvie ragioni di tempo e di lunghezza, è impossibile includere tutti. Se un pilota o un team non è menzionato, vuol dire che ha performato come ci si aspettava, nel bene o nel male. indycar 2023

Chi ha deluso indycar 2023

Sono una persona gentile e odio esprimere pareri negativi. In questo contesto, tuttavia, devo farlo. Iniziare dai protagonisti in negativo permetterà di concludere in allegria parlando di chi, invece, ha fatto bene. Via il dente via il dolore. Ricordiamoci, comunque, che sono esseri umani che guidano a oltre 300km/h – o 200mph, visto che siamo su suolo americano – e che quindi “delusione” è intesa in relativo.

Andretti Autosport (tranne Kirkwood)

Abbiamo più volte, quest’anno, sentito i loro piloti, strateghi e manager parlare di difficoltà a concretizzare. Per loro la stagione ha riservato ottime qualifiche seguite da gare non all’altezza. Strategie sbagliate, ritiri imprevedibili e la pressione di fare risultato hanno condannato Colton Herta alla sua prima stagione full-time senza vittorie. Non è andata meglio a Romain Grosjean, anche quest’anno incapace di ottenere la sua prima vittoria in categoria. Le opportunità, per i due, sono state molte. Stendiamo un velo pietoso su Devlin DeFrancesco, al momento senza sedile per il 2024 dopo un 2023 il cui highlight è stato guidare un paio di giri. Nella sezione sorprese parleremo di Kyle Kirkwood.

Takuma Sato indycar 2023

Era metà gennaio quando scrivevo del passaggio di Sato in Chip Ganassi Racing. Driver part-time, era stato assunto per affiancare il rookie Marcus Armstrong e sostituirlo sugli ovali. Il suo obiettivo dichiarato? Dare al team un’opzione in più per vincere la Indy 500. Se Takuma è in questa sezione dell’articolo, vuol dire che non solo non ha vinto la 500, ma è andato male su ogni ovale. Se il settimo posto a Indy e il nono in Iowa 1 non sono male, il ventottesimo in Texas, il venticinquesimo in Iowa 2 e il ventiseiesimo a Gateway, sono osceni. Non si sa cosa non abbia funzionato nel rapporto tra uno degli specialisti su ovale e il team più performante della stagione, ma di sicuro non ha funzionato. Nella stagione 2024, Armstrong correrà anche gli ovali, e quindi Sato è attualmente senza sedile.

Ed Carpenter Racing

Sulla carta, iniziare la stagione con Rinus VeeKay e Conor Daly non è una brutta situazione. Si potrebbe persino sostenere che una lineup simile possa essere la migliore dopo le Big 4. Tutto ciò, tuttavia, è rimasto solo sulla carta. VeeKay ha fatto una stagione mediocre, con solo due gare su 17 in top 10. Daly ha rescisso il contratto dopo 7 gare e ha iniziato a vagare tra le scuderie come rimpiazzo occasionale per questo o quel pilota. Il suo sostituto, il veterano Ryan Hunter-Reay, non si è adattato abbastanza in fretta alla macchina e ha performato quasi peggio di lui. Lo stesso Ed Carpenter, sceso come al solito in pista sugli ovali, è stato anonimo. Una stagione invisibile per la scuderia.

Arrow McLaren indycar 2023

Si può parlare di delusione per il team del quarto in classifica generale? Evidentemente sì se quel pilota è Pato O’Ward, che dovrebbe lottare per il titolo ma chiude la stagione senza vittorie. Il resto della squadra non è andato meglio. Il nono posto finale di Alexander Rossi e il dodicesimo di Felix Rosenqvist non sono sufficienti per le aspettative legate alla McLaren. Certo, qualche podio è stato ottenuto, ma per diventare la miglior squadra del campionato non basta. Se pensate io sia stato severo, aspettate di leggere il prossimo paragrafo. indycar 2023

Josef Newgarden e Will Power

Se può sembrare folle considerare delle delusioni un pilota con 4 vittorie, arrivato quinto in classifica, e uno che ha chiuso l’anno settimo, probabilmente è perché lo è. I dati, tuttavia, non sono tutto, e in queste decisioni influisce molto la sfera emotiva (in fondo la delusione è un’emozione). Power delude perché, da campione in carica, era da tutti caricato di alte aspettative. Per Newgarden pesano gli errori nelle ultime gare, che ne hanno fatto crollare la posizione in classifica -perché se con 4 vittorie fai “solo” 479 punti, gli errori sono stati pesanti – ma anche il fallimento dello sweep degli ovali, che dopo le prime vittorie sembrava scontato. Il terzo membro del Team Penske lo troveremo nelle sorprese, ma in generale la scuderia non ha ricoperto il ruolo di principale contendente al titolo.

Chi ha sorpreso indycar 2023

Passiamo ora alla parte più felice dell’articolo, quello riguardante piloti e team che hanno superato le aspettative. Se la competizione rispettasse sempre i valori sulla carta, non sarebbe altrettanto divertente. Lo sport, per fortuna, ci regala spesso storie con protagonisti inaspettati. Ecco le migliori della stagione 2023 dell’Indycar. indycar 2023

Disclaimer: non ci sarà Christian Lundgaard, che avrà prossimamente un suo articolo dedicato.

Álex Palou e Chip Ganassi Racing

Non si poteva che iniziare questa sezione che con Palou. Il campione del campionato ha messo in piedi una stagione clamorosa, condita da 5 vittorie e dal non essere mai arrivato sotto l’ottava posizione. Una consistenza straordinaria, frutto di una precisione sovrumana, che gli ha consentito di sfruttare al massimo una monoposto incredibile. Sì, perché oltre al talento di Álex, ha contribuito il fatto che Chip Ganassi Racing ha azzeccato la stagione della vita con tutte le sue macchine. Scott Dixon ha chiuso al secondo posto nella classifica generale, dopo 3 vittorie da libro d’epica. Marcus Ericsson ha terminato la sua terza stagione consecutiva al sesto posto e con almeno una vittoria all’attivo (no, non è una statistica inventata). Marcus Armstrong ha vinto il titolo di Rookie dell’anno, arrivando ventesimo in classifica pur non partecipando a 5 gare. Insomma, una stagione clamorosa (escludendo Sato).

Juncos Hollinger Racing

Un altro team che ha sorpreso è Juncos Hollinger Racing. Il piccolo team argentino, ha sfruttato al massimo le sue scarse disponibilità, ingaggiando il campionissimo di Turismo Carretera, Agustín Canapino. Il rookie trentatreenne ha dato molto filo da torcere ad Armstrong per il titolo di Rookie dell’anno, arrivando ventunesimo, a soli 34 punti di distanza dal neozelandese. Se Canapino ha certamente ripagato l’investimento, avvicinando anche molti nuovi tifosi al team, il suo compagno di squadra si è dimostrato la vera certezza. Al suo secondo anno full-time in categoria, Callum Ilott ha concluso la stagione al sedicesimo posto, condito con due top 5. Un mix di piloti scoppiettante per il piccolo team, che sembra pronto a farsi ancora più valere nei prossimi anni.

Kyle Kirkwood indycar 2023

Dopo una stagione di debutto non proprio all’altezza, complice anche una macchina non eccellente, Kyle sta finalmente iniziando a farsi notare. Il passaggio in Andretti, inizialmente accolto con scetticismo dal pubblico, si è rivelato la sua salvezza. Con due vittorie e l’undicesimo posto in classifica, ha dimostrato che le monoposto Andretti erano tutt’altro che inguidabili, come invece sembrava a giudicare i suoi compagni di squadra. Certo, non è andato sempre tutto a gonfie vele, ma Kirkwood ha ricordato a tutti il talento e la resilienza già visti nelle categorie minori. Speriamo che si riconfermino anche nel 2024.

Scott McLaughlin

Quando si pensa al team Penske, McLaughlin è indiscutibilmente in secondo piano. Avendo come compagni il re delle qualifiche e il re degli ovali, il pilota della N.3 passa quasi inosservato. Scott, tuttavia, c’è, e quest’anno lo ha dimostrato con una stagione chirurgica e senza intoppi. Ha concluso la maggior parte delle gare in top 10, con una vittoria e qualche secondo posto, ma soprattutto senza ritiri, e ciò ha fatto la differenza. L’Indycar premia la costanza, e McLaughlin lo ha dimostrato con il terzo posto finale in classifica, davanti a piloti che hanno vinto di più ma anche toccato più spesso i muri. L’1-2 finale di Chip Ganassi Racing (motorizzata Honda), inoltre, ha reso Scott il primo dei piloti Chevrolet. Non un risultato da poco, vista l’alta competizione interna.

David Malukas indycar 2023

“Little Dave” si era già messo in mostra la scorsa stagione, e aveva di poco mancato il titolo di Rookie dell’anno. Quest’anno si è riconfermato, ottenendo il secondo podio della sua carriera, ancora una volta a Gateway. Le prestazioni del suo 2023 sono state nel complesso buone, sorprendenti negli alti (vista la non esattamente competitiva monoposto Dale Coyne Racing) e accettabili nei bassi (vedasi quanto detto sulla monoposto). Per il 2024, Malukas ha ottenuto un sedile alla Arrow McLaren. Un grande salto, che potrebbe dargli la stabilità necessaria per iniziare a vincere. Vedremo se il piccolo Dave, dopo aver giocato con i grandi, diventerà egli stesso grande.

Marco Toccalini

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