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Gil de Ferran, la perdita estremamente spiacevole di un Racer

Long Beach

Il mondo del motorsport, nel corso della notte italiana, ha appreso della prematura scomparsa di Gil de Ferran. Era in Florida, nel comune di Opa-Locka, non troppo distante dalla contea di Miami-Dade. Girava a Concours Club, un tracciato moderno, con il figlio Luke. A 56 anni di età, proprio come Denny Hulme, un infarto ha interrotto la sua vita. Troppo presto, troppo bruscamente. Ma chi è stato Gil de Ferran? Per molti un grande pilota, per altri un mentore una volta dismessi i panni da pilota, per altri ancora un amico vero e sincero.

Gli inizi europei

Gil de Ferran, nonostante la nazionalità brasiliana, era nativo di Parigi. Ispirato da Emerson Fittipaldi quale mito della sua gioventù, de Ferran incominciò a competere nel mondo dei kart da adolescente nei primi anni ’80. Il passaggio in Formula Ford avverrà a 19 anni nel 1987, per poi progredire a 23 anni in Formula 3 britannica. Qui, de Ferran incomincia a raccogliere i suoi primi successi a livello internazionale. L’inizio è folgorante con un 3° posto in classifica generale nelle file di Edenbridge Racing, con il quale conquista tre vittorie e sei podi complessivi, oltre a 5 pole position e 3 giri veloci in gara. Battuto dai soli David Coulthard e Rubens Barrichello, l’anno successivo passa a Paul Stewart Racing, struttura di proprietà del figlio di Jackie Stewart. Con il team conquista il titolo e 7 vittorie, 14 podi complessivi uniti a 6 pole positions e 6 giri veloci.

Gil de Ferran
Gil de Ferran mentre prova la Williams-Renault, il suo unico test in Formula 1 nel 1993 (Photo source: pinterest.com/Photographer unknown)

Lasciata la Formula 3 britannica con 10 vittorie, 20 podi, 11 pole e 9 giri veloci, de Ferran resta nel team di Stewart compiendo il salto di categoria nella Formula 3000 internazionale per il 1993. Risulta 4° in classifica con una vittoria a Silverstone, tre podi complessivi, una pole e un giro veloce. L’anno dopo è 3° in classifica generale con altre 2 vittorie a Pau e a Pergusa, quattro podi e una pole position dietro ai francesi Jean-Christophe Bouillon e Franck Lagorce. Nonostante i risultati eccellenti, le porte della Formula 1 non si aprono per de Ferran, nonostante riesca ad effettuare un test con la Williams-Renault e con la Footwork-Mugen Honda già nel 1993.

Gil de Ferran alla scoperta dell’America

Dopo aver appurato che l’ingresso in Formula 1 non era fattibile mancando delle offerte di primo piano, de Ferran approda negli Stati Uniti. A volerlo è Jim Hall, fondatore della Chaparral, disposto a farlo debuttare nel suo team Hall-VDS Racing per la stagione 1995 in CART Series al posto di Teo Fabi, passato a Forsythe Racing. Il test impressiona positivamente la squadra e, nonostante lo sponsor principale Pennzoil non sembri disposto ad ingaggiarlo, preferendo la presenza di un pilota più blasonato, Jim Hall lo ingaggia a tempo pieno per la stagione. Nonostante mostri una notevole competitività in qualifica, l’inizio è stentato a causa di alcuni problemi d’affidabilità e incidenti, su tutti la Indy 500. In questo caso è fuori gara alla partenza, coinvolto nell’incidente innescato da Stan Fox e Eddie Cheever, venendo colpito da una ruota vagante sull’avantreno.

Gil de Ferran
Gil de Ferran alla Indy 500 del 1995, in qualità di esordiente per Hall-VDS Racing (Photo source: motorsport.com/Photographer unknown)

Oltre a questo, un contatto a Cleveland mentre cercava di doppiare Scott Pruett gli nega il primo successo in carriera, dopo aver conquistato la pole. Questione di tempo, perché de Ferran conquista il 2° posto a Vancouver e la prima vittoria in carriera a Laguna Seca, concludendo così 14° con 56 punti, battendo in extremis i connazionali Christian Fittipaldi e André Ribeiro per il titolo di “Rookie of the year”. L’anno successivo, col passaggio dai motori Ilmor Mercedes-Benz a Honda, de Ferran è 6° in classifica. Vince a Cleveland, quattro i podi complessivi, è 2° ad Homestead e a Portland, è 3° a Detroit Belle Isle e conquista la pole a Long Beach.

La consolidazione come protagonista della serie

Con il ritiro di Hall-VDS Racing a fine 1996, tuttavia, de Ferran resta senza sedile. Nonostante vi siano voci insistenti di un suo possibile approdo in F1 con la neonata scuderia di Jackie Stewart, de Ferran decide di restare in CART Series. Approda nel team Walker Racing al posto di Robby Gordon, che approda in NASCAR Winston Cup Series nel team SABCO Racing. Nel 1997 non vince, ma convince concludendo al 2° posto in campionato dietro ad Alex Zanardi, conquistando sette top 3 e due pole position. Suo malgrado, un incidente a Homestead nel corso del doppiaggio di Dennis Vitolo e una volata persa per pochi millesimi contro Mark Blundell a Portland gli negano la vittoria.

Portland
Gil de Ferran (a destra) nella volata persa a Portland nel 1997 contro Mark Blundell (Photo source: indycar.com/Photographer unknown)

Il 1998 è al di sotto delle aspettative. Complici numerosi ritiri, ben 11 su 19 gare, è soltanto 12° in classifica. Chiude 3° in due occasioni, a Motegi e a Detroit, vedendosi costretto al ritiro a Long Beach dopo una gara dominata. Tra le ragioni di una stagione deludente, vi è anche l’inferiorità tecnica dei pneumatici Goodyear contro le coperture Firestone. Il 1999 è leggermente migliore con un 2° posto a Motegi e a Cleveland, un 3° posto a Milwaukee Mile il ritorno alla vittoria a Portland. Questo successo segnerà l’ultima vittoria della Goodyear prima del suo ritiro dalla CART Series, coincidente a quello dello sponsor principale Valvoline.

La definitiva consacrazione nel Team Penske con un record ancora oggi imbattuto

Con un 8° posto in classifica generale e il ritiro di Goodyear e Valvoline, Gil de Ferran firma per il Marlboro Team Penske in vista della stagione 2000. Inizialmente, il compagno di squadra di de Ferran doveva essere Greg Moore, con ambedue i piloti che avrebbero sostituito Al Unser Jr. e Tarso Marques. Tuttavia, l’incidente occorsogli nell’ultima prova di campionato ad Auto Club Speedway pone fine alla vita del giovane canadese a soli 24 anni. Così, in sostituzione di Moore, viene ingaggiato il connazionale Hélio Castroneves.

Gil de Ferran
Gil de Ferran posa per la celebrazione del record mondiale di velocità media più elevata mai registrata su un circuito chiuso, ad Auto Club Speedway nel 2000 (Photo source: pinterest.com/Photographer unknown)

Due le vittorie e sette sono le top 3 conquistate nella stagione 2000, quanto basta a lui e al Team Penske per conquistare il titolo in CART Series, il primo per la squadra dal 1994. Oltre a questo, durante le qualifiche della Marlboro 500 ad Auto Club Speedway, de Ferran segna una pole position da record. Di fatto, la sua pole è ad oggi ancora il record mondiale in termini di velocità media sul giro mai registrato su un circuito chiuso. In un giro eccezionale, de Ferran batte Michael Andretti con una velocità media sul giro di 241.428 miglia orarie (corrispondente a 387.769 km/h). Con la stagione 2001, de Ferran si riconferma per la seconda volta campione CART Series con altre 2 vittorie e 7 top 3 complessive.

Gli ultimi anni con il passaggio in IRL

Il 2001 segna comunque l’ultima stagione del Team Penske in CART Series. Sono gli anni dello split tra la CART e la IRL, dove le due serie si contendono il primato di massima espressione del motorsport americano a ruote scoperte. La CART tramite una partecipazione di stampo internazionale dei piloti, dei circuiti e dei costruttori. La IRL tramite la presenza del suo evento fiore all’occhiello della serie, la 500 miglia di Indianapolis. Dopo aver partecipato alla Indy 500 e aver chiuso al 2° posto dietro ad Hélio Castroneves, lui e de Ferran approdano in IRL col Team Penske e i motori Chevrolet.

Indianapolis 500
Gil de Ferran celebra il suo trionfo alla 500 miglia di Indianapolis nel 2003 (Photo source: indycar.com/Photographer unknown)

Il campionato 2002 vedrà de Ferran chiudere al 3° posto finale con altre due vittorie e sette top 3 complessive, battuto dai soli Sam Hornish Jr. e Castroneves. Con il 2003, Penske passa ai motori Toyota e de Ferran è 2° a Homestead. Tuttavia, un brutto incidente a Phoenix lo lascia seriamente ferito alla schiena e si ritrova costretto a saltare la tappa di Motegi. Questo non gli impedisce di partecipare alla 500 miglia di Indianapolis, dove riesce a vincere la gara conducendola per 31 giri. A seguito della vittoria, de Ferran annuncia il ritiro dalle corse. Il brasiliano conquista altri sei arrivi in top 3, di cui due vittorie a Nashville e al Texas Motor Speedway, la sua ultima gara.

La parentesi da team owner in ALMS e Indycar

Dopo un periodo in F1, Gil de Ferran fondò la sua squadra, de Ferran Motorsports, gareggiando nell’ALMS (American Le Mans Series) per conto della divisione statunitense della Honda, ovvero il marchio Acura, indossando nuovamente il casco e la tuta. Nel 2008, in categoria LMP2, sono tre i podi conquistati in coppia con il giovane francese Simon Pagenaud. Con la stagione 2009, l’ultima della sua carriera, sono vicecampioni in categoria LMP1 grazie a 4 vittorie e 6 podi complessivi, dietro al solo equipaggio di Highcroft Racing, composto da David Brabham e Scott Sharp.

Acura
Gil de Ferran in azione nel 2009 sulla Acura ARX-02A LMP1 dailysportscar.com/Photographer: unknown)

Lasciato definitivamente il mondo delle corse da pilota, nel 2010 entra in co-proprietà con il figlio di Roger Penske, Jay Penske e Steve Luzco nel team Dragon Racing. La squadra, ridenominata de Ferran Dragon Racing, schiera per il campionato il brasiliano Raphael Matos e per due gare il veterano Davey Hamilton. Sono quattro le top 10 conquistate e due le top 5 finali da parte del brasiliano. Il team chiuse tuttavia i battenti a causa della mancanza di fondi. Nel 2014, de Ferran collabora anche con la Formula E.

Gil de Ferran e la F1, un’avventura a fasi alterne

Dismessa la veste del pilota, de Ferran ha ricoperto numerosi ruoli nel mondo della Formula 1, quel campionato dove non era riuscito a metà anni ’90 a ritagliarsi un posto in qualità di pilota. Per la stagione 2005 diviene direttore sportivo della BAR-Honda, che dal 2006 diventa di fatto il team ufficiale Honda. Le soddisfazioni, se si esclude il successo al GP d’Ungheria del 2006 con Jenson Button e altri quattro podi sempre col britannico, sono avare. Di fatto, de Ferran lascia la squadra a metà del 2007, in un ruolo nel quale si riteneva non a proprio agio vista la mancanza di competitività del team.

McLaren
Gil de Ferran a Silverstone nel 2018 (Photo source: f1world.it/McLaren Press Area/Photographer unknown)

Con il 2018 torna nel mondo della F1 in qualità di direttore sportivo della McLaren, sostituendo Éric Boullier. In questa veste vede il team riprendere competitività gradualmente, uscendo dalle retrovie della classifica. Si dimise da questo ruolo ad inizio 2021, salvo poi rientrare nel ruolo di consulente nel Maggio del 2023. Un ruolo che ha ricoperto fino alla sua prematura scomparsa.

Un Racer ben voluto da tutti

I messaggi di cordoglio via social media nei confronti di Gil de Ferran sono stati numerosi, sia dall’Indycar, sia dalla F1. Numerosi i team che lo ricordano in una scomparsa che lascia tutti gli addetti ai lavori e gli appassionati di questo sport attoniti, sconvolti, rattristati. A conclusione del 2023, questa perdita proprio non ci voleva.

de Ferran
Tony Kanaan alla Indy 500 del 2023, abbracciato all’amico Gil de Ferran (Photo source: indycar.com/Joe Skibinski)

Perché oltre ad essere riconosciuto come un vero Racer, oltre che pilota, de Ferran era apprezzatissimo come persona. Sia per l’educazione, sia per la sua integrità morale, cosa ben rara nel mondo odierno. Ora potrà correre per le vie del cielo, veloce come in quel giro di qualifica ad Auto Club. Talmente veloce che la paura non riuscirà mai a raggiungerlo e, se possibile, nemmeno la morte potrà farlo. Perché la sua esistenza terrena si sarà certamente conclusa oggi, ma il suo ricordo e quello che ha fatto saranno eterni.

Simone Ghilardini

Milanese classe 1998, studente, musicista, pilota virtuale e articolista per Mult1Formula.

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