Nel Febbraio del 2024 è sbarcata a Vienna la F1 Exhibition, una mostra sul mondo della Formula 1 assolutamente da vedere per chi è appassionato a questo sport.
La F1 Exhibition era stata inaugurata a Madrid nel 2023, dove vi è rimasta fino al settembre dello stesso anno. Quella di Vienna è quindi la seconda tappa.
La mostra ha riscosso sicuramente parecchio successo, tant’è che è stato da poco annunciato anche il suo approdo anche oltreoceano – a Toronto.
In occasione del weekend di Pasqua sono partita in direzione Vienna, proprio per scoprirla e l’esperienza mi ha decisamente lasciata soddisfatta.
VERSO VIENNA PASSANDO PER SPIELBERG
Il mio viaggio verso Vienna è partito dal Friuli – Venezia Giulia, dove vivo. Percorrendo la strada tra autostrade e piccoli paesini austriaci, mi sono resa conto di essere a pochi minuti dal circuito di Spielberg.
Così mi sono fermata per una breve deviazione e ho visto – purtroppo solo da fuori – il Red Bull Ring.
Un degno pit stop per un fine settimana all’insegna della Formula 1.
LA MOSTRA
ONCE UPON A TIME IN F1
Dopo aver passato la notte a Vienna, è finalmente arrivata la mattinata in cui avevo prenotato la visita alla F1 Exhibition.
La mostra si trova poco fuori Vienna, è comodamente raggiungibile sia in auto sia con i mezzi.
Avendo acquistato i biglietti VIP non ho dovuto fare la fila e sono immediatamente entrata.
Il corridoio che porta alla prima stanza presenta sul muro le citazioni di tre grandi della storia di questo sport: Michael Schumacher, Ayrton Senna e Lewis Hamilton.
La prima stanza è chiamata Once Upon a Time in F1 e non appena entrati si possono ammirare tre monoposto, da tre epoche diverse.
La prima è una Maserati 250F, modello dell’anno 1956. Monoposto guidata da piloti come Juan Manuel Fangio, Stirling Moss, Hans Herrmann e Jo Bonnier.
Accanto, poi, si può ammirare una Ferrari F187/88C datata 1988.
È stata l’ultima auto progettata da Enzo Ferrari, prima della sua scomparsa. Con questa monoposto Gerhard Berger ha conquistato il gradino più alto del podio di Monza esattamente un mese dopo la Morte di Ferrari.
A chiudere la stanza c’è l’AlphaTauri AT01 del 2020. Per essere precisi, la monoposto numero 10.
Una monoposto di un certo valore, soprattutto per il suo pilota. È stata infatti l’auto con cui a Monza Pierre Gasly ha conquistato la sua prima vittoria – ed attualmente unica – in carriera.
DRIVERS AND DUELS
Uscendo dalla prima sala si accede a quella chiamata Drivers and Duels.
Il corridoio che porta alla stanza ha esposti i busti dei più grandi piloti della storia della Formula 1.
Tra questi, ci sono anche i busti di due piloti che vediamo ancora ogni domenica in pista.
Entrando poi nella stanza vera e propria, troviamo al centro della sala una fila di manichini posizionati come i piloti alla guida con indosso le tute di diversi piloti, tra cui Sainz e Leclerc ( 2023 ), Kimi Räikkönen ( 2007 ) e Michael Schumacher ( 1994 ).
Diversi caschi colorano gran parte delle pareti della stanza. Schumacher, Senna, Lauda, Hamilton, Leclerc, Russell, Räikkönen, Norris, Verstappen, Ricciardo, Bianchi sono solo alcuni dei nomi che accompagnano i numerosi elmetti.
A chiudere la stanza, poi, troviamo la tuta Red Bull e il casco di Max Verstappen ( 2015 ), e la tuta Red Bull di Sebastian Vettel ( 2010 ) con il suo casco della stagione 2013 e Nomex a Maniche lunghe datata 2007, appartenente al periodo in cui il pilota tedesco gareggiava per Toro Rosso.
Accanto, poi, è esposto un Kart appartenente a Lewis Hamilton e datato 1998, con il quale ha vinto la gara A di Formula Regional Intercontinentale al Buckmore Park Kart Circuit partendo dal fondo della griglia.
REVOLUTION BY DESIGN
Nella terza sala è possibile vedere diversi elementi. Ci sono due monoposto in esposizione, ale anteriori, motori, serbatoi.
Possiamo ammirare la Ferrari 156B del 1963 e la RedBull RB7 del 2011, che ha portato alla scuderia austriaca il secondo titolo costruttori e a Sebastian Vettel il secondo titolo piloti consecutivo.
Vi sono poi tre ali anteriori McLaren a confronto, con lo scopo di mostrare come nel corso degli anni il design delle monoposto si sia evoluto – anche in seguito ad ovvie novità nelle regolamentazioni.
In alto possiamo vedere l’ala anteriore della McLaren MP4/9, del 1994.
Al centro l’ala della McLaren MP4-23A del 2008.
In basso la McLaren MCL36A del 2022.
Tre epoche diverse dello sport nelle quali ci sono stati cambiamenti importanti e il design di queste tre ali lo dimostra.
Accanto a queste ali è presente poi un motore concesso dalla Scuderia Ferrari. Si tratta del motore 065/8 V6T – 1600 cc ed è della Stagione 2021.
Vedere dal vivo la Power Unit è stata una tra le cose più interessanti di questa mostra. Siamo abituati a vederle in foto, video, nei disegni…Ma vederla dal vivo, con i propri occhi è tutta un altra storia. È davvero impressionante constatare che tutto questo stia dentro una monoposto.
Entrando in ulteriore stanza, sempre dedicata a design, motori e anche ai dispositivi di sicurezza che sono stati introdotti nelle monoposto nel corso degli anni, ci troviamo davanti a un altro grande pezzo di storia.
La RedBull RB16B numero 33, del 2021. Nonché la monoposto che ha portato Max Verstappen al primo dei suoi tre titoli mondiali.
Descrivere a parole la bellezza di tale monoposto è davvero difficile e, considerata tutta la storia che si porta dietro, è stato emozionante poterla ammirare dal vivo con i miei stessi occhi.
SURVIVAL
La stanza che descriverei come la più sorprendente e al contempo complicata da affrontare è quella chiamata Survival. È la penultima stanza ed è probabilmente quella che chiunque visiti la mostra aspetta con impazienza di raggiungere.
In questa stanza è esposto ciò che rimane della monoposto di Romain Grosjean in seguito all’incidente in Bahrain del 2020.
Realizzare le condizioni in cui è la monoposto, rivedere le immagini dell’incidente, del pilota che esce sulle sue gambe da tutte quelle fiamme è stato da brividi. Mi ha fatto aprire ancora di più gli occhi su quanti progressi la sicurezza di questo sport abbia fatto.
Sono state diverse le emozioni che ho provato e credo che solo sperimentarlo dal vivo possa rendere al massimo l’idea di ciò che ho visto.
THE PIT WALL
La sala conclusiva è una sala multimediale. Non appena si entra, diversi monitor appesi sulle pareti mostrano i dati che vedono normalmente i team sui monitor dei loro muretti.
I dati, poi, spariscono e dei semafori come quelli che decretano l’inizio dei Gran Premi anticipano l’inizio di una serie di video che ripercorrono momenti passati alla storia di scene di pit stop, scene successe nei box e spezzoni di gare passate alla storia.
Una degna conclusione per un esperienza che, dal mio punto di vista, è stata davvero interessante.
La consiglio a chiunque ne abbia la possibilità perché ne vale davvero la pena.