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F1: l’inaspettata debacle Ferrari in Canada

La Ferrari saluta il Canada con l’amaro in bocca di chi ha vissuto il weekend peggiore della stagione. Un incubo senza fine iniziato il sabato con le qualifiche horror e conclusosi con due ritiri in saccoccia nella gara rebus di domenica.

Charles Leclerc of Monaco is driving the (16) Scuderia Ferrari SF-24 Ferrari during the Formula 1 AWS Grand Prix Du Canada in Montreal, Canada, on June 9, 2024. (Photo by Alessio Morgese/NurPhoto via Getty Images)

Non ha avuto vita facile Ferrari lungo le curve bagnate del suolo canadese. Gli uomini della Rossa – dopo il fine settimana idilliaco vissuto a Monaco culminato con l’appassionante vittoria di Charles Leclerc – si scontrano con una realtà dei fatti ben più cruda e tormentata rispetto alle attese di vigilia.

La disavventura del Cavallino trova la sua sorte non solo grazie alle condizioni meteorologiche avverse che hanno rimescolato le carte in tavola, ma anche alla successione di grattacapi e inconvenienti a cui Leclerc e Sainz sono andati in contro, già a partire dall’ultima sessione di prove libere dove il feeling era in netto declino rispetto alla prima giornata di rodaggio.

Il problema dietro le qualifiche: Ferrari

Il verdetto pungente della qualifica canadese recita una 6° fila per gli alfieri della Ferrari. Una clamorosa esclusione dal Q3 condanna il Monegasco a scattare dalla 11° casella affiancato dal compagno di squadra Sainz in 12° piazza.

Sin dal Q1 si è percepita una lotta serrata per staccare il pass alla fase successiva delle qualifiche dettata principalmente dall’evoluzione progressiva della pista e dall’arrivo imminente della pioggia che ha messo pressione ai diversi team.

La verità è che Ferrari – sul giro secco – è sempre stata altalenante, in particolar modo in condizioni di pista miste con temperature di asfalto e di ambiente relativamente basse. E di questo ne è stata una perfetta emanazione il weekend corsosi in Cina dove la Rossa ha proposto i medesimi disagi.

Rispetto a Mercedes e Aston Martin che riescono a trasferire un grande quantitativo di energia alle gomme, Ferrari immette molta meno energia nello pneumatico. Questo particolare fenomeno non permette ai piloti di disporre di una cosiddetta working range compliante e ciò si traduce in una grande difficoltà nel mandare in temperatura le mescole. Tale problematica viene poi ulteriormente accentuata nel momento in cui si fa uso dei compound più morbidi a disposizione con pista green e temperature contenute.

Tra una mancanza di velocità e l’assenza di grip, a peggiorare il quadro della situazione è stato anche il guaio riportato sul sensore della monoposto di Leclerc che restituiva un falso allarme di surriscaldamento dei freni compromettendo la scorrevolezza dei piani di casa Ferrari.

La gara: doppio ritiro Ferrari

Tragedia greca. Questo è quanto si è consumato in gara. Sotto i nuvoloni colmi di acqua alternati a qualche timida apparizione di sole, Ferrari non è mai stata di parte. Dalla possibile rimonta allo sbando più totale; il duo della Rossa non si è mai dimostrato competitivo lungo le scie dell’autodromo di Montreal.

E poco ci è voluto per inaugurare la danza infernale del Cavallino. Al via della gara, Sainz apre i battenti con un contatto che vede coinvolta la Sauber di Valtteri Bottas. Poco è bastato per riportare danni all’ala e al fondo che gli sono costati 20 punti di aerodinamica e, dunque, la compromissione del suo passo gara.

D’altro canto, le intemperie raggiungono in fretta e furia anche la monoposto di Leclerc. Dopo poco meno di 20 giri, il motore del Monegasco è ormai quasi fuori dai giochi. Una perdita considerevole di 80 cavalli lo rendono una vittima ghiotta per gli avversari. Sorpassarlo diventa pressoché una semplice sfilata sul tappetto rosso e Leclerc poco può con una velocità e potenza drasticamente calate. Con una perdita di 1 secondo al giro e di 10-15 km/h lungo il rettilineo, l’alfiere della Rossa resta escluso da ogni possibilità di rimonta e l’unico modo per cercare di salvare la gara è effettuare il reset della PU. Una procedura lunga che – in caso di bandiera rossa – sarebbe stata di grande aiuto per la Ferrari come ha dichiarato Vasseur nel post gara.

I tentativi di salvataggio e la debacle finale:

Nonostante dei primi tentativi interni di recovery eseguite dagli ingegneri, è stato necessario fermare Leclerc e compiere la procedura da fermo in occasione del regime di Safety Car azzardando anche il cambio gomme montando le slick.

Il fatto che si cambiano i motori spesso non è un buonissimo segnale per la Ferrari“, ha esordito Charles ai microfoni.

Se da un lato il power recycle sembrava aver – parzialmente – funzionato, lo stesso non si è potuto dire della scelta rischiosa ricaduta sulle slick che hanno obbligato il numero 16 a rifermarsi e passare nuovamente all’intermedia dopo la ripresa della pioggia.

Un azzardo non ripagato che ha condannato il vincitore di Monaco ad essere doppiato e staccato dal resto della griglia. E al giro 42 arriva la chiamata dai box per il ritiro ufficiale.

Ritiro seguito subito dopo da quello di Carlos Sainz, che, nel frattempo, navigava faticosamente verso le retrovie della TOP 10. Un testacoda tramutato in un incidente con Alex Albon hanno messo fine anche alle speranze del Madrileno completando il doppio ritiro Ferrari, una catastrofe che non si registrava dai tempi di Baku 2022.

“Io ho provato a fare il mio meglio e a rischiare, ma poi quando ho sforzato senza sentire la fiducia ho commesso quell’errore” – così si giustifica Sainz.

Una settimana di riflessione:

Quanto accaduto in Canada – tra problemi e mancata competitività – hanno acceso le sirene d’allarme in casa Ferrari che prenderà la settimana di stop per analizzare le dinamiche e velocizzare il programma di aggiornamenti, inizialmente previsto per Silverstone e che – date le circostanze di pista – verrà anticipato in occasione del Gran Premio di Spagna.

Malika Marwoi Missaoui

Appassionata di motori e tifosissima della McLaren, ama tutto ciò che è relativo all'aerodinamica e alle telemetrie nonostante si intenda più di lingue che di numeri.

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