La Formula 1 è uno sport imprevedibile. Lo sappiamo noi, lo sanno i team. Un tempo, eravamo abituati al risultato scontato di Max Verstappen sul gradino più alto del podio. Da qualche mese, questo è un ricordo passato e i vincitori hanno iniziato ad essere diversi. L’ultimo vincitore di un Gran Premio prima della sosta estiva sulla pista era stato George Russell. Come ricordiamo, poi, l’inglese è stato squalificato e la vittoria è passata a Sir Lewis Hamilton. Insomma, prima della pausa, Mercedes aveva chiuso con un 1-2.
Allora come mai a Zandvoort si è trovata a chiudere in settima ed ottava posizione, come quarta forza?
I MIGLIORAMENTI FINO A SPA
Non è stato il miglior ritorno possibile dalla pausa per Mercedes. Il team di Toto Wolff aveva chiuso in maniera ottima la prima parte di stagione, con dei netti miglioramenti arrivati di gara in gara e con un 1-2 proprio a Spa – purtroppo cancellato dalla squalifica di Russell, come detto sopra.
McLaren a parte, Mercedes è una delle scuderie che con gli aggiornamenti ha effettivamente fatto dei passi avanti.
Partita come auto davvero difficile da guidare per Hamilton e Russell, la W15 è stata costantemente studiata dagli ingegneri fino a giungere alla soluzione del rebus. Una serie di aggiornamenti hanno nettamente migliorato le prestazioni in pista, facendo ben sperare. Mercedes ha così ricominciato a lottare, puntando quel terzo posto costruttori attualmente appartenente a Ferrari – che, al contrario, si trova in una situazione abbastanza infelice.
Tuttavia, a Zandvoort tutto questo lavoro sembra essere improvvisamente sparito, riportando Mercedes dietro a McLaren e anche ad una Ferrari sorprendentemente a podio.
IL CROLLO MERCEDES IN OLANDA
Ogni pista è diversa, si sa. Spa e Zandvoort, poi, sono piste tra loro differenti. C’è stata una pausa nel mezzo, ci sono vari fattori. Certo è che tra la prestazione fornita da Mercedes in Belgio e quella in Olanda c’è un abisso.
A Brackley la delusione è sicuramente parecchia e adesso l’obiettivo principale del team sarà quella di archiviare e resettare quanto successo a Zandvoort per concentrarsi su Monza.
“Abbiamo chiaramente commesso errori in alcune decisioni riguardanti il modo in cui è stata gestita la vettura. Valuteremo rapidamente la situazione per evitare che si ripeta una gara simile. È un duro colpo, ma a volte è utile affrontare queste difficoltà per fare un passo avanti” ha ammesso Toto Wolff. Ha poi parlato di strategie. Su Russell hanno dovuto optare per le due soste perché stava esaurendo la gomme e questo probabilmente deriva da scelte sbagliate nell’assetto della monoposto. Per Hamilton, nel corso della gara avevano pensato di non portare più avanti una strategia a due soste ma di passare ad un unica sosta. Tuttavia, le hard del sette volte campione del mondo, in seguito ad un bloccaggio, avevano necessità di essere cambiate.
Il passo, comunque, al Team Principal Mercedes sembrava buono.
Adesso la mente è già proiettata a Monza, per la quale Wolff si sente positivo e ambisce a ritrovare la forma che Mercedes aveva prima della sosta.
Una Monza che sarà speciale soprattutto per Hamilton, che la affronterà per l’ultima volta da pilota Mercedes. Nel 2025, infatti, affronterà il Gran Premio d’Italia da pilota Ferrari e avrà tutto un altro sapore.