Sfortuna ed errori: cronaca di un fine settimana promettente ma degenerato in disastro
La Ferrari lascia l’Australia con la seconda vittoria stagionale nei primi tre Gran Premi. Un inizio da favola per la Rossa, che continua a comandare sia il mondiale costruttori che quello piloti. Ma se Charles Leclerc sorride e sogna dopo una prestazione dominante a Melbourne, mastica amaro l’altra metà del box del Cavallino Rampante. Carlos Sainz Jr. è stato costretto al ritiro dopo sole due tornate, chiudendo nel peggiore dei modi un weekend cominciato con ben altri auspici.
Fin dalle prime battute del venerdì il pilota madrileno si è mostrato efficace e competitivo, chiudendo le FP1 davanti a tutti. Sainz ha impressionato in particolar modo nella simulazione di qualifica, eguagliando e a tratti superando le prestazioni del compagno di squadra Leclerc sul giro secco. La Q1 e la Q2 non hanno fatto altro che confermare l’ottimo stato di forma dello spagnolo, che andava così a candidarsi tra i favoriti per la conquista della pole position, la sua prima in carriera.
Ma a sette minuti dal termine della Q3 è arrivato l’evento spartiacque del fine settimana di Sainz. L’impatto del connazionale Fernando Alonso contro le barriere ha portato all’esposizione della bandiera rossa pochi istanti prima che il ferrarista potesse completare il proprio giro lanciato. Un tentativo, quello di Sainz, che sarebbe stato in linea col tempo della pole provvisoria di Leclerc (1:18.239). Tutto da rifare dunque, con la pressione aggiuntiva di avere un solo colpo a disposizione.
Alla ripresa della qualifica, entrambi i piloti Ferrari sarebbero dovuti scendere in pista per un doppio giro di riscaldamento delle gomme, prima di rilanciarsi nel secondo tentativo. Ma delle difficoltà nell’accensione della F1-75 di Sainz – problema all’avviatore – hanno fatto sì che lo spagnolo lasciasse la pitlane con appena tre minuti rimanenti, insufficienti per il doppio warm-up. Il madrileno ha quindi dato inizio al suo giro push con gomme non completamente in temperatura, commettendo un errore in uscita da curva 10 e chiudendo la sessione con il nono tempo.
Arrivati alla domenica, Sainz si è piazzato sulla nona casella in griglia con gomme hard. Ma allo spegnersi dei semafori, la monoposto #55 è stata vittima di una partenza da dimenticare a causa dell’attivazione del sistema di antistallo – un problema che Sainz aveva già accusato durante il giro di formazione – ed è precipitata al 14esimo posto. Nel corso del secondo giro, l’errore fatale: subito dopo aver passato la Haas di Mick Schumacher, Sainz è andato lungo alla chicane di curva 9-10, la stessa che lo aveva tradito in qualifica. Lo spagnolo è finito nell’erba e da quel momento è diventato passeggero dell’assenza di grip, attraversando la pista e terminando la propria corsa nella ghiaia.
Sainz non ha usato mezzi termini per descrivere il suo weekend, definendolo un autentico disastro dove “tutto ciò che poteva andare storto è andato storto”. Per il #55 si tratta del primo ritiro dal Gran Premio di Russia 2020 e del primo ‘zero’ dopo diciassette piazzamenti consecutivi in zona punti. Il DNF di Melbourne è anche costato a Sainz la seconda posizione in campionato, occupata adesso dalla Mercedes di George Russell. Il tutto in un fine settimana cominciato come uno dei più promettenti per il madrileno dal suo approdo in Ferrari.
Questa settimana i motori riposano. Pochi giorni per recuperare le energie e archiviare definitivamente la delusione della gara appena passata. Dopodiché sarà tempo di guardare alla prossima tappa: il nostro primo Gran Premio di casa. Riparte da lì la ricerca delle conferme per la Ferrari e del riscatto per Carlos Sainz: da un’Imola che si preannuncia più calda che mai.
Da bollino Rosso.
Sintesi chiara ed esaustiva di un weekend entusiasmante (a metà…)
Bell’articolo,ben scritto e ben fatto!