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Polemiche, quando il troppo storpia. Il caso Alonso vs Fia

Scintille tra la Fia e Alonso. Il pilota spagnolo non ha ancora digerito la pesante penalità ricevuta dopo la Sprint race del Gran Premio di Cina. Dopo una lotta serrata con Sainz che è finita con il contatto tra i due, Fernando Alonso è stato punito con 10 secondi di penalità e tre punti in meno sulla licenza. Decisione dura della Fia, alla quale l’Aston Martin ha provato a fare appello con scarso successo.

Alonso, frecciatine alla Fia

Nel fine settimana di Miami, c’è stata una bagarre all’inizio della sprint race, con Alonso di nuovo presente sulla scena del crimine. Questa volta da vittima e non da carnefice. È successo tutto quando, all’inizio della gara, una partenza molto fiduciosa di Lewis Hamilton ha portato l’inglese ad entrare in maniera aggressiva in curva 1. Fernando, nel tentativo di spostarsi, ha avuto un contatto con Stroll e ha forato le gomme della sua Aston Martin.

Dopo la sprint, il pilota spagnolo ha commentato a Dazn Spagna quanto successo e ne ha approfittato per mandare una frecciatina alla Fia:

Sì, sì, vedremo cosa decideranno. Credo che non decideranno nulla perché non è spagnolo, ma penso che abbia rovinato la gara di alcune persone, soprattutto di Norris perché ha una macchina molto veloce ed è rimasto coinvolto in quell’incidente”.

Insomma, l’ha toccata piano in pieno stile Alonso. Legittimo che abbia qualcosa da ridire sulle decisioni della Fia, un po’ meno che dia la colpa di quelle che lui ritiene siano ingiustizie alla sua nazionalità.

Polemiche, un modo diverso di gestirle

Il mondo dello sport non è nuovo alle ingiustizie. Di recente, c’è stata una polemica durante il torneo di tennis di Monte Carlo che ha visto protagonista il tennista italiano Jannik Sinner. Nella semifinale contro Tsitsipas, al quinto game del terzo set l’italiano era avanti 2-3 con un break di vantaggio. Il greco ha salvato due palle break, la seconda grazie ad un abbaglio della giudice di sedia: il secondo servizio di Tsitsipas era out, ma la giudice non l’ha visto. Il greco ha tenuto il servizio, Sinner ha perso la chance di avere il doppio break e poi ha perso la partita dopo aver accusato dei problemi fisici. La gente si è chiesta cosa sarebbe accaduto se la giudice si fosse accorta che quel famoso secondo servizio di Tsitsipas era fuori.

Sinner ha spento con pacatezza ogni discussione: “Ormai quello che è successo è successo, non ci si può fare più niente. Voglio dire, è dura da accettare, certo. È dura da digerire perché comunque io in quel momento stavo giocando un ottimo tennis, tatticamente stava andando tutto nel verso giusto. Però, tutti possono commettere errori, anche io. Oggi è andata così“.

C’è chi alle ingiustizie si prepara

Sinner ha reagito in modo maturo ad una situazione imprevista. C’è poi chi si prepara a subire ingiustizie. Luis Enrique, allenatore del Paris Saint Germain, ha svelato in conferenza stampa di preparare mentalmente i suoi giocatori ai torti arbitrali.

È dall’inizio dell’anno che ci alleniamo a subire errori arbitrali. Il pallone finisce fuori? Continua a giocare! Subisci un fallo? Nessuno ha visto niente“.

Luis Enrique finge di essere un arbitro durante gli allenamenti, prende delle decisioni sbagliate e costringe i suoi giocatori ad andare avanti e ad ignorarle. Così facendo i suoi uomini sanno come rigare dritto durante una partita, evitando di comprometterla.

Un modo intelligente di evitare che la rabbia condizioni il proprio rendimento.

Rosangela Barbato

Studentessa al secondo anno di scienze della comunicazione. Grande appassionata di sport e di scrittura.

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