di Marika Taroni calado wec calado wec calado wec
Intervistato al termine della 8 Ore del Bahrain, James Calado ha rivelato alcuni angoscianti retroscena della stagione appena conclusa.
Il pilota Ferrari ha cioè raccontato di esser finito in ospedale dopo la gara d’apertura a causa di un’eccessiva perdita di peso volta al guadagno di preziosi decimi in pista.
Peso e prestazione: cosa dice il regolamento?
Si riaccende il dibattito circa le diverse corporature che costituiscono per i piloti un primo ostacolo nella ricerca della massima performance possibile.
Il problema, già affrontato in Formula 1, acquisisce ancor più rilevanza nelle gare di endurance dove qualche decimo in più o in meno al giro può risultare in una cospicua differenza sul tempo complessivo di gara.
Ciononostante, il regolamento del World Endurance Championship (WEC) non considera sistemi di compensazione come le zavorre o la possibilità di disputare più sessioni di qualifica per poi estrarre una media dei tempi di ciascun membro dell’equipaggio.
Dall’assenza di un precisa normativa in merito, emergono tutte le differenze tra piloti che prima ancora di misurarsi in pista devono vedersela a tavola.
E quando la dieta non basta per scendere al peso desiderato, può capitare di ricorrere a strategie scellerate col rischio di ammalarsi o, peggio, di arrecare seri danni alla propria salute.
Calado: “Mi hanno ricoverato per malnutrizione”
Hanno suscitato molto scalpore le dichiarazioni di James Calado, vincitore della 91° edizione della 24 Ore di Le Mans, intervistato da Motorsport.com dopo l’ultimo appuntamento stagionale.
L’inglese ha ammesso d’esser dovuto ricorrere all’ospedalizzazione dopo la gara d’apertura in Qatar.
Il motivo? Un tentativo malriuscito di perdere peso per assicurarsi una prestazione degna dei colleghi più leggeri.
“Quest’anno sono stato male perché ho perso molto peso e mi hanno ricoverato per malnutrizione.
Ho preso dei farmaci perché correvo e non mangiavo, cercando di dimagrire; mi sono ammalato gravemente, ma so che non posso scendere al peso che voglio perché è troppo pericoloso per me.”
Il problema, affrontato in una nota anche da Ferrari, riguarda principalmente la qualifica.
Ciascun equipaggio, difatti, indipendentemente dal talento e dalle abilità dei propri piloti, è costretto ad affidarsi al più leggero che solo nel fatto di pesare di meno ha un vantaggio stimabile in almeno mezzo secondo.
“Mi piacerebbe fare le Qualifiche, ma sono troppo pesante, circa 10-20 kg in più di altri, il che vale mezzo secondo, quindi cosa ci posso fare?
Vorrei che ci fosse qualcosa di più equo come in altri campionati, o anche nei kart. Siamo in un Mondiale e sarebbe bello avere pari diritti.”
Coletta: “Singolare che non si intervenga”
Fanno eco, alle dichiarazioni di James Calado, le parole di un preoccupato Antonello Coletta (Global Head of Endurance e Corse Clienti).
Vivendo a stretto contatto coi propri piloti, Coletta ha potuto assistere ai drastici tagli del peso di alcuni di loro con tanti forti dubbi circa il fattore sicurezza.
“Bisogna fare attenzione alla salute dei piloti, alcuni mangiano pochissimo e solo delle insalatine.
Non possiamo permetterci di rischiare crolli fisici o collassi per avere una linea perfetta.”
Trattandosi di gare di durata, talvolta disputate in condizioni di temperatura ed umidità estreme, l’eventualità che un pilota malnutrito e disidratato vada incontro a lipotimia è un serio pericolo da tenere in considerazione.
Sull’argomento si è espresso anche Andreas Roos (Direttore di BMW M Motorsport) proponendo un sistema di compensazione: calcolare la media del peso dell’equipaggio e, qualora risultasse inferiore agli 80kg, allora aggiungere una zavorra per pareggiare la differenza.
La regola, peraltro già adottata nella stagione 2015, eliminerebbe qualsiasi disparità insita nella corporatura di ciascun pilota.