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La curva Parabolica a Michele Alboreto

Ci siamo: è la nostra race-week, quella del Gran Premio d’Italia, disputato nell’iconico Autodromo di Monza. Quest’anno però succederà qualcosa di particolare: l’undici settembre, nella mattina del sabato della Sprint Race, una storica curva del tracciato brianzolo prenderà il nome di Michele Alboreto.

Stiamo parlando della Parabolica, l’ultima curva dell’Autodromo: costruita nel 1955, consente ai piloti di imboccare il rettilineo d’arrivo a piena velocità. Ha uno sviluppo di ben 180 gradi e la sua forma assomiglia ad un arco di parabola (da qui il nome “Parabolica”). La decisione di dedicare questo storico tratto del Tempio della Velocità al pilota italiano, vent’anni dopo la sua morte, è stata presa Angelo Sticchi Damiani, presidente dell’ACI (Automobile Club d’Italia).

foto di Sky Sport

La vita di Michele Alboreto

Michele Alboreto nasce a Milano il 23 dicembre del 1956. Appassionatosi alle corse, iniziò a farsi strada nel mondo automobilistico fino ad arrivare alla Formula 3, categoria di cui divenne campione nel 1980. Fece il suo esordio in Formula Uno con il team Tyrell nel 1981. Nei suoi anni con la squadra britannica, l’italiano catturò l’attenzione di Enzo Ferrari che gli promise un sedile a Maranello per il 1984. La sua stagione migliore fu quella del 1985 che gli permise di diventare vicecampione del mondo con il Cavallino dopo un lungo testa a testa con Alain Prost.

Alboreto rimase in Ferrari fino al 1988 per poi tornare con la Tyrell nel ’89 e approdare in Arrows nel ’90. La sua ultima stagione in Formula Uno risale al 1994 con la Minardi. Nel corso della sua carriera ha disputato in tutto 215 Gran Premi e conquistato 5 vittorie e 23 podi.

Negli anni successivi al ritiro il pilota italiano si dedicò alle competizioni a ruote coperte. Vinse la 24 Ore di Le Mans del 1997 con la Porsche e le 12 Ore di Sebring nel 2001, poco prima della sua morte. Perse la vita in un tremendo incidente a Lausitzring, mentre effettuava delle prove con il team Audi in vista delle 24 Ore di Le Mans.

Ad oggi è ancora l’ultimo italiano ad aver vinto un GP al volante di una Ferrari.

La regola del limite di velocità ai box

Curiosità: è grazie a Michele Alboreto se oggi abbiamo la regola del limite di velocità ai box. Nel tragico weekend di Imola del 1994, in cui persero la vita Senna e Ratzenberger, anche lui fu protagonista di un incidente: nell’uscita dai box, alla velocità di circa 140 km/h, perse una gomma che ferì vari meccanici.

Successivamente a quanto accaduto Alboreto protestò contro la FIA e si adoperò nella ricostruzione del Grand Prix Driver’ Association. Alla fine, in occasione del GP di Monaco, arrivarono i primi provvedimenti: non fu più consentito girare oltre i 50 km/h in pit-lane. Nonostante il fatto che, nelle gare successive, la FIA iniziò a modificare spesso questa regola, il pilota italiano continuò a rispettare il limite dei 50 km/h, anche a costo di compromettere la gara.

Giulia De Ieso

Studentessa al quinto anno di liceo classico, scrivo e parlo di motori che siano a due o a quattro ruote.

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