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Terruzzi: “La fortuna della Formula Uno dipende dai campioni”

Giorgio Terruzzi nasce a Milano il 3 agosto 1958 ed è un giornalista, scrittore e accademico italiano. Scrive per il “Correre della Sera“, “Icon“, “Autosprint“, Sport Mediaset e Quelli che il calcio. Ha cominciato a lavorare con Beppe Viola, presso l’agenzia Magazine.

Il suo libro “Suite 200 – l’ultima notte di Ayrton Senna“, uscita aprile 2014, (66thand2nd), ha vinto nel 2015, per la seconda volta, il premio Bancarella Sport e nel 2014 si è aggiudicato il Premio Speciale CONI-Memo Geremia. Dal libro è nata una mostra itinerante con fotografie di Ercole Colombo e catalogo edito da Skira (Museo dell’Autodromo di Monza, Arengario di Monza, Museo Lamborghini di Sant’Agata).

Nel settembre del 2015 è uscito il libro “Grazie Valentino” (Rizzoli). Sempre con fotografie di Ercole Colombo, ha curato la mostra “Wow Gilles” dedicata a Gilles Villeneuve, con catalogo edito da Skira (Spazio Oberdan Milano, Museo dell’Autodromo di Monza).

Il rugby è la sua grande passione; si occupa con orgoglio della As Rugby Milano.

Giorgio Terruzzi a Le Iene: “Formula Uno, gioie terribili ad alto gradimento”

Giorgio Terruzzi

A Giorgio Terruzzi bastano pochi minuti per farci riscoprire le emozioni di questo sport. Nel suo monologo andato in onda a Le Iene, il giornalista sportivo, scegliendo con cura ogni parola, riavvolge i pensieri e tutto l’entusiasmo di questo inizio stagione, strigando storie e sensazioni. Come la resurrezione della Ferrari, che, da quasi un secolo, regala sogni ai suoi Tifosi.

Macchine e uomini, storie.

Quella della Ferrari, che risorge in un attimo, rianima una passione antica.

Possono passare anni di magre, di fatiche, ma l’emozione ha un colore dominante: Rosso smalto, Rosso sangue, Rosso Vivo.

Merito di tecnici che hanno osato sotto una pressione enorme; merito del vecchio Enzo Ferrari, che ha disegnato il proprio sogno regalandoci molti sogni. È ancora la sua visione all’alba del Novecento a tenere alta la bandiera Ferrari, come una tradizione, un vanto, un’eredità preziosa: velocità.

Niente di più moderno.

Giorgio Terruzzi nel suo monologo a Le Iene

Terruzzi passa poi a raccontare chi sono gli effettivi protagonisti di questa sfida mondiale. Chi ha riacceso la passione del Cavallino nei nostri cuori. Le vite dei piloti che si intrecciano, ognuno con la voglia di riscattarsi.

Due ragazzi identici nei modi, nello stile, identici per talento e ferocia: Charles Leclerc e Max Verstappen in un antagonismo promesso, che rischia di mettere all’angolo Lewis Hamilton. Dunque un cambio di generazione non del tutto risolto.

Perché Hamilton ha la rabbia e la voglia di trattenere in pista un altro sogno, il suo, distrutto in un giro dello scorso campionato, da quella che considera una congiura.

Leclerc è il ragazzino che ogni mamma vorrebbe adottare. È un diavolo mascherato da angelo, orfano di padre, mentre si batte contro il figlio di un campione mancato, Verstappen, al fianco del figlio di un campione realizzato, Sainz. Più solo dunque, fortificato da una sofferenza che in qualche modo traspare. Un perfetto eroe romantico.

Giorgio Terruzzi nel suo monologo a Le Iene

Terruzzi conclude il suo monologo con una riflessione capace di emozionarci e dirci, in sintesi, dove sta la magia della Formula Uno.

La storia della Formula Uno la fanno le macchine. Ma la fortuna della Formula Uno dipende dai campioni. Persone, uomini al limite del disastro, esposti, dotati, distanti. Eppure improvvisamente, misteriosamente, simili a ciascuno di noi.

Giorgio Terruzzi nel suo monologo a Le Iene

Giulia De Ieso

Studentessa al quinto anno di liceo classico, scrivo e parlo di motori che siano a due o a quattro ruote.

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