Intenso. Così potrebbe essere definito il weekend di Silverstone. In particolare, possiamo definire intensa la gara di domenica. La partenza caotica, gli interminabili minuti di paura quando non si avevano notizie di Zhou dopo il terribile incidente subito e di Albon – anche lui coinvolto nel maxi botto – e infine il sospiro di sollievo a sapere che i piloti coinvolti stavano bene. Poi si è ripreso a correre e in pista ci sono stati alcuni colpi di scena. C’è solo una cosa che sembra stia diventando una costante: Ferrari ha ancora buttato via punti gestendo malissimo la strategia.
E a rimetterci c’è sempre lui: Charles Leclerc. Il monegasco, che sembrava essere in lotta per il mondiale a inizio stagione, si trova a 43 punti dal campione in carica e vede il suo compagno Carlos Sainz sempre più attaccato a lui. E così la Scuderia di Maranello paga caro questi errori. Paga con i troppi punti persi e con i malumori che potrebbero diventare fin troppo ingombranti. Le gerarchie inesistenti, poi, stanno diventando un peso troppo grande e considerare entrambi i piloti alla pari sembra più un male che un bene. Così la scuderia paga e paga tanto il monegasco, che per l’ennesima volta si trova a fine gara con gli occhi lucidi e la delusione di chi, nonostante abbia dato tutto ciò che aveva, non ha concluso niente e non per colpa sua.
Ferrari gestisce male la questione pit stop e manda in fumo gli sforzi di Leclerc
Il Gran Premio di Silverstone regala a Carlos Sainz la prima vittoria in carriera. Il fatto di conquistarla correndo per Ferrari, probabilmente, la rende ancora più magica. Ma se da una parte in casa del cavallino rampante si festeggia, dall’altra la delusione è davvero troppa. L’ennesima delusione in una stagione partita alla grande e che, andando avanti, sembra invece essere quasi maledetta. Charles Leclerc, nuovamente beffato da un errore del suo stesso team.
Una gara davvero buona, quella del monegasco, tant’è che – nonostante a vincere sia stato il suo compagno – sembrava essere il più veloce in pista, disturbato solo da un Lewis Hamilton davvero carico nel weekend di casa. Una lotta dura per il terzo posto, con anche un sorpasso impeccabile a favore di Leclerc alla Copse. Ma niente di tutto questo è bastato a Charles per prendersi un posto meritato sul podio.
Facciamo un passo indietro. Al giro 40 la macchina di Esteban Ocon rallenta improvvisamente: ha problemi. Il pilota non riesce a portare l’auto fuori dalla pista per poter evitare una Safety Car e si blocca proprio in mezzo alla strada. Così viene esposta la bandiera gialla ed esce la Safety Car. È il momento giusto di passare dalle gomme hard alle soft. In Ferrari richiamano Sainz, non richiamano però Charles Leclerc.
Il perché? “Non c’era tempo, Carlos avrebbe perso più posizioni perciò abbiamo fermato quest’ultimo perchè Leclerc, che aveva gomme più fresche, avrebbe mantenuto la testa, protetto dal compagno almeno all’inizio. Speravamo che le soft montate dagli altri piloti crollassero più in fretta” ha spiegato il Team Principal Ferrari, Mattia Binotto, a fine gara. Dal box hanno provato a chiedere a Sainz di lasciare spazio al suo compagno ma lui supplica il team “per favore, non fatemi questo”, lo si sente dire nel Team Radio.
E così, alla ripartenza, Sainz si prende la posizione su Leclerc piazzandosi primo. Charles si trova a lottare con tutto ciò che ha contro un grande Hamilton e contro Peréz, che dal basso della classifica era risalito fino a lì, conquistando, infine, addirittura il secondo posto. Cerca almeno di tenersi il terzo posto, ma Hamilton ne ha di più e il monegasco deve arrendersi. E si arrende così anche all’ennesima gara rovinata per un errore non suo.
Situazione troppo analoga a quella di Monaco. Non si doveva imparare dagli errori?
“Un errore da cui trarre insegnamento”. Così si era definito, in casa Ferrari, il pit stop disastroso di Monaco, ai danni – anche in quell’occasione – di Leclerc. In quella gara, il pilota era stato richiamato ai box quando in realtà doveva stare fuori e quando gli viene detto di non rientrare e rimanere fuori ormai era troppo tardi. Partiva in pole, quel giorno. In quel Gran Premio che per lui ha un valore inestimabile, visto che è quello di casa. In quella gara che sembrava fosse una maledizione per lui, considerando che non è mai riuscito a concluderla. L’ha conclusa, questa volta, ma con tanta amarezza. Perché era un potenziale primo posto, ma il monegasco ha tagliato il traguardo da quarto.
Ma se Monaco è stato, appunto, un errore da cui trarre insegnamento, perché a Silverstone il muretto si è trovato in una situazione molto simile? Se a Monaco non era necessario richiamare dentro Leclerc – almeno in quel momento – a Silverstone, invece, lo era eccome. Era fondamentale richiamarlo, per portare a casa quei punti preziosi che alla Scuderia avrebbero giovato e basta. Ma se il detto dice sbagliando s’impara, a Maranello sbagliando...Si continua a commettere gli stessi errori. Perché non si può dire si sia imparato qualcosa. Pare, anzi, non si sia imparato nulla, ma si sia tornati al punto di partenza.
E a rimetterci è sempre lo stesso pilota. Ma questo non significa, ovviamente, che la colpa sia di Carlos Sainz. Perché, purtroppo, è una catena inevitabile: il team fa bene la strategia con Sainz, sbaglia tutto con Leclerc, lo spagnolo porta a casa un buon risultato, il monegasco no e quindi la strada più semplice sembra quella di puntare il dito verso la squadra e verso Sainz. Ma in fondo, Carlos, che colpa ne ha? Si, gli era stato chiesto di lasciare spazio a Leclerc ieri. Quando, però, il Team non chiarisce delle gerarchie e sostiene di considerare entrambi i piloti alla pari, nel momento in cui lo spagnolo vede la sua prima vittoria in carriera così tanto vicina non si interesserà il resto. Correrà per sé stesso. Per la sua classifica, per la sua carriera, per il suo orgoglio personale.
Perché sì, quando la posta in gioco è alta – la prima vittoria per Sainz, in questo caso – l’egoismo ha il sopravvento. Egoismo in senso buono, perché non c’era nulla di egoistico nella scelta di Sainz. Ha concluso una buona gara, mancavano dieci giri e ha preferito superare il compagno e avere strada libera. “C’è molto più da perdere nel fare così” aveva riferito al team quando gli era stato chiesto di lasciare spazio a Leclerc. Si, c’era molto più da perdere. Perché un Hamilton così in forma non era semplice da tenere dietro e con Peréz tornato in agguato i problemi erano doppi. Guardando l’immagine globale, anche la squadra ha bisogno di recuperare punti in Classifica Costruttori. Sainz ha anche pensato alla squadra, probabilmente, dicendo che con la scelta proposta dal Team c’era molto più da perdere.
Leclerc ci ha provato a tenere dietro almeno Hamilton. Ma le condizioni delle gomme erano difficili e l’impresa davvero dura.
Oltre ad essere colpito da strategie gestite molto male, Leclerc in Canada ha avuto problemi anche al pit stop. La sosta durata più del previsto, infatti, gli ha impedito di lottare per un terzo/quarto posto dopo aver sostenuto una grande rimonta dalle ultime posizioni in griglia.
Gli occhi lucidi di Leclerc valgono più di mille parole
Il mondiale piloti di Charles sta venendo principalmente ostacolato dalla Ferrari stessa e dalle pessime strategie che sta adottando. Ci ha provato ad essere positivo, ha cercato sempre di vedere il buono in ogni situazione. Ma sembra che non veda più nulla di buono nemmeno lui. E i suoi occhi lucidi alla fine della gara parlano da soli. La delusione è tanta, troppa. La squadra sta sbagliando troppo ed è ora di ammetterlo. Senza cercare scusanti e giustificazioni: gli errori sono troppi e stanno, ad ora, pesando solo da una parte.
“Un altra gara in cui il risultato finale non c’è. Io ho fatto di tutto, credo si sia visto anche nella difesa, di più non potevo fare. Non sono nessuno per chiedere dei chiarimenti alla Ferrari. È stata una gara frustrante, ho anche l’impressione di aver perso del tempo soprattutto nei primi stint” ha detto ai microfoni di Sky Sport. Poi, con tanta educazione e rispetto ha aggiunto “è la prima vittoria di Carlos e non vorrei che il focus fosse sulla mia delusione, ma sulla sua vittoria, che è un momento speciale“. Conclude dicendo che è abbastanza ovvio si sia persa una grande occasione in ottica classifica mondiale. Poi se ne va, con un sorriso amaro sulle labbra.
Il sorriso amaro di chi pensava di poter arrivare in alto questa stagione e si è visto distruggere ogni speranza. Di chi ogni volta dà tutto sé stesso e per un motivo o per l’altro si trova quasi sempre con nulla di fatto. La strategia sta diventando un problema ingombrante e se oggi sta toccando in particolare Leclerc, se non risolta per tempo potrebbe toccare entrambi i piloti e distruggere tutto il lavoro fatto negli anni per tornare ai livelli competitivi di un tempo.
Avere un auto in grado di vincere non garantisce la vittoria, soprattutto se non si è in grado di gestire le gare nei momenti più importanti e nelle situazioni che potrebbero risultare più stressanti. C’è un grave problema al muretto Ferrari, un problema che va assolutamente risolto prima che la situazione peggiori ulteriormente. Perché non è colpa dei fattori esterni, non sempre: quando una situazione si ripete spesso non si può più dare la colpa alla sfortuna e alle circostanze. C’è qualcosa che non va ed è necessario capirlo e trovare una soluzione prima che sia troppo tardi. Siamo ormai quasi a metà stagione, è ora di agire.