La NTT INDYCAR Series approda sulla West Coast per il terzo appuntamento della stagione 2023 con l’Acura Grand Prix di Long Beach di questo fine settimana. Sarà la 39esima volta che vedrà disputare una gara di Indycar, così da essere una delle piste più longeve del calendario.
Il circuito cittadino è un tracciato temporaneo di 1,968 miglia caratterizzato da 11 curve (sei a sinistra e cinque a destra), che includono un percorso panoramico lungo Shoreline Drive come parte del percorso che si snoda intorno al Long Beach Convention Center. La gara si svilupperà in 85 giri dove la parola d’ordine è non fare errori.
Il rientro di Armstrong e la voglia del bis di Newgarden
In un tracciato dove la pole ha garantito solo a 5 piloti nella storia di vincere dalla prima posizione:
Mario Andretti (1984, 1985 e 1987),Al Unser Jr. (1989-90), Helio Castroneves (2001), Sebastien Bourdais (2006-07) e Alexander Rossi (2018-19).
Nella scorse edizione Joseph Newgarden ha conquistato la vittoria dopo ben 11 stagioni in California dopo che il pole-man Colton Herta frenando in ritardo l’ha messa a muro. Dal 2008 solo Alexander Rossi è mai stato in grado di fare doppietta a Long Beach, nel 2018-2019. Il pilota americano è in cerca della doppietta ma dovrà vedersela con una McLaren Arrow molto in forma con il leader del campionato Pato O’Ward e Marcus Ericsson a soli 7 punti da lui.
Archiviato il capitolo del Texas, ritorna Marcus Armstrong alla guida della Dallara-Honda #11 reduce di un ottimo 11 posto nella gara di esordio a St. Petersburg. Il pilota neozelandese avrà sicuramente voglia di continuare a mettersi in gioco in questo circuito completamente nuovo per lui.
Qualche pillola tecnica
La configurazione di questo tracciato non prevede curve ad alta velocità, costringendo l’aerodinamica a confluire interamente sulla frenata. Un’ altra caratteristica è la differente tenuta meccanica che le vetture devono raggiungere nel set-up di qualifica e di gara. Uno un po’ più rigido in qualifica per ottenere massima prestazioni degli pneumatici e una tenuta meccanica più leggera per quanto riguarda la gara che favorisce un aderenza aerodinamica più fluida e più a lungo.
Il punto più difficile della pista è a detta di molti il tornante (curva 11), essendo la curva più lenta e il tratto di strada più lungo. Esso domina gran parte del tempo sul giro, delle prestazioni dell’auto e dell’assetto.