L’ottavo appuntamento dell’NTT Indycar Series ha regalato ancora una volta al pubblico una corsa d’alto livello. I piloti non si sono risparmiati su una Road America dall’asfalto rinnovato per la prima volta dal 1995. L’azione in pista ha visto mosse molto decise, errori e grande spettacolo. Vediamo dunque assieme cosa è accaduto in questa corsa, che segna di fatto il giro di boa della stagione.
Una partenza frizzante
Al via del Sonsio Road America Grand Prix, Colton Herta riesce a fuggire girando per primo in curva 1, seguito da Alex Palou, capace di recuperare prontamente posizioni. Pato O’ Ward viene tamponato da Kyle Kirkwood che va in testacoda e spegne il motore. Riesce comunque a ripartere, mettendo gli pneumatici morbidi approfittando della neutralizzazione della corsa. Grosjean, Malukas, Harvey, Dixon, Rosenqvist, Hunter-Reay, Pedersen, Robb, Castroneves e Will Power seguono a ruota nella sosta ai box dopo 2 giri.
Alla ripartenza, Marcus Armstrong, risalito dall’ottavo al terzo posto, attacca senza successo Alex Palou per la seconda piazza. Dietro di loro, Will Power viene ancora ai ferri corti con Romain Grosjean andando largo. L’australiano perde la posizione anche da Scott Dixon. In lotta per il 4° posto, Lundgaard prova l’attacco su Josef Newgarden all’esterno di curva 5, ma viene spinto fuori e lo supera anche Alexander Rossi. Nel mentre, Pato O’ Ward deve cedere due posizioni a Devlin DeFrancesco, ottimo settimo, seguito da Santino Ferrucci. Nelle retrovie, Scott Dixon recupera e passa Romain Grosjean.
Road America non perdona
Nel mentre che la corsa si sviluppa, il circuito vede i primi errori e ulteriori contatti. Agustín Canapino finisce fuori pista all’ultima curva, mentre Felix Rosenqvist si trova fuori pista dopo un sorpasso su Rinus VeeKay. L’olandese, determinato a riprendere la posizione, non ci sta, tenta il sorpasso ma urta lo svedese che finisce in testacoda nella ghiaia, riuscendo comunque a proseguire. Più avanti, Scott McLaughlin si tocca con Santino Ferrucci dopo un tentativo di sorpasso avventato, ma senza conseguenze.
Nelle retrovie, al giro 12, Romain Grosjean pizzica l’erba e finisce nella ghiaia. Il francese riesce comunque a ripartire. Ne approfittano tutti quanti per fare la sosta con una seconda neutralizzazione. Colton Herta resta davanti a Palou, Newgarden e Armstrong. Dietro a loro, Kirkwood spegne di nuovo il motore dopo una collisione sfiorata con Rinus VeeKay mentre stava ripartendo dalla sua pit stall. Quasi la stessa sorte per Simon Pagenaud con Marcus Armstrong, ma il francese riesce a reagire tempestivamente. Alla ripartenza, segue una terza neutralizzazione. Jack Harvey sbaglia le misure della frenata all’ultima curva, pizzica la ruota posteriore sinistra di Hélio Castroneves e finisce dritto in ghiaia contro le barriere.
Un’altra ripartenza aggressiva
Al restart nel giro 19, Marcus Armstrong lotta tenacemente con Alexander Rossi per il 4° posto. Dietro a loro, Devlin DeFrancesco e Santino Ferrucci allargano i gomiti attaccando Marcus Ericsson, Lo svedese, perdendo varie posizioni, entra in contatto con Simon Pagenaud che finisce nell’erba, perdendo a sua volta varie posizioni. Al passaggio successivo, Scott Dixon si libera prontamente di Ferrucci e DeFrancesco in un paio di curve, risalendo al 9° posto.
Al giro 23, Rossi ripassa Armstrong con Pato O’ Ward sempre più vicino a loro. In curva 5, Alex Palou sbaglia e Josef Newgarden lo passa per il 2° posto in curva 6 senza troppi complimenti. Al passaggio successivo, O’ Ward attacca e supera Armstrong, che viene prontamente attaccato anche da Christian Lundgaard. La quarta neutralizzazione di giornata arriva con David Malukas fermo fuori da curva 8 per problemi tecnici, il quarto ritiro di stagione consecutivo. Con le soste sotto bandiera gialla, Colton Herta perde due posizioni da Alex Palou e Josef Newgarden. Tra quelli rimasti fuori senza fare la sosta, vi sono Marcus Armstrong e Will Power in testa al gruppo.
La seconda parte di gara
Alla ripartenza, Herta recupera le posizioni perse nell’arco di tre tornate. Armstrong rientra ai box nel giro 31, mentre Ferrucci e Devlin DeFrancesco perdono numerose posizioni a seguito di alcuni contatti a centro gruppo. A 20 giri dal termine, Will Power rientra ai box, con Herta che riprende il comando della gara. Dietro a Herta, vi è lotta serrata tra Alexander Rossi e Felix Rosenqvist, con lo svedese che ha la meglio sul compagno di squadra in Arrow McLaren.
A 16 giri dalla conclusione, Herta effettua la sua ultima sosta con Rosenqvist, Lundgaard e Graham Rahal senza particolari problemi di sorta. Al giro successivo, tutti quanti rientrano ai box. Herta riesce a rimanere davanti, con un brivido tra Lundgaard, Rossi e Rosenqvist in uscita dai box, senza conseguenze. Lundgaard mantiene il 7° posto su Rossi, e McLaughlin che passa Rosenqvist. Lo svedese, in difficoltà, viene presto superato da Marcus Ericsson e Kyle Kirkwood, precipitando 12°. Poco dopo, anhe Rahal passa Felix Rosenqvist per la dodicesima piazza. Poco dopo, Marcus Armstrong fa un’escursione.
Il finale di gara a Road America si accende
Con ancora 10 giri da compiere, Colton Herta viene avvicinato da Alex Palou, che inizia ad attaccarlo per la prima posizione. A 7 giri dalla fine, Alex Palou fa la sua mossa all’esterno di curva 1, passando Colton Herta per la testa della corsa, non è in grado di difendersi essendo a rischio di finire il carburante. Al giro successivo, Josef Newgarden passa Herta per il 2° posto. La stessa cosa accade alla tornata successiva, con Pato O’ Ward e Scott Dixon che lo superano agevolmente per la terza e quarta piazza.
Nel finale non vi sono ulteriori avvenimenti particolari, escluse due innocue escursioni per Marcus Armstrong e Sting Ray Robb nei giri finali. Alex Palou vince la terza gara della stagione, davanti a Josef Newgarden e Pato O’ Ward che contiene gli attacchi di Scott Dixon per il 3° posto. Colton Herta conclude 5°, davanti a Marcus Ericsson, Christian Lundgaard, Scott McLaughlin, Kyle Kirkwood e Alexander Rossi a chiudere la top 10. Eccezionale la rimonta di Dixon dal fondo della griglia con un muletto d’emergenza, che conferma le sue eccellenti doti di pilota a 43 anni. Non a caso si vincono 6 titoli e 53 gare in carriera. Una cosa è certa dopo Road America, Chip Ganassi Racing in questo momento è il team da battere.