Con un weekend di ritardo rispetto alla Formula 2, la Formula 3 è ritornata in pista in quello che è stato per lei l’ultimo weekend stagionale. Ultimo ma non per importanza, dato che proprio in quest’ultimo round si è deciso il campione fra i piloti e fra i team. A trionfare sono stati infatti Gabriel Bortoleto e il team Prema Racing.
Le bandiere rosse portano a Bortoleto il titolo
Dopo delle prove libere con risultati poco veritieri, concluse in anticipo per una bandiera rossa causata da Mari Boya, le qualifiche non potevano che riportare risultati stravolti.
Tante bandiere rosse che non hanno tardato a fare capolino anche nel bel mezzo delle qualifiche. Prima poco dopo l’inizio della sessione e poi a circa 15 minuti dalla bandiera a scacchi.
Nel primo caso è stata causata da un testacoda di Ido Cohen provocato dal suo compagno di squadra Ollie Gray. Nel secondo invece i piloti sono stati costretti a rientrare dopo il testacoda di Joshua Dufek, giratosi alla Variante della Roggia avendo usato troppo il cordolo.
Avendo capito che entrambe le bandiere rosse erano state causate dal sovraffollamento della pista, chiunque è stato poi più restio a lasciare i box.
Ma nonostante la presenza di molte meno vetture dei due casi precedenti, giusto qualche minuto dopo la ripresa della sessione Oliver Goethe esce di pista tentando di frenare provocando non solo la terza red flag ma anche la fine (anticipata di 10 minuti) della sessione.
Goethe che così guadagna la Pole Position e i due punti, portando a Gabriel Bortoleto la certezza matematica di non essere più raggiungibile da nessuno.
È lui il Campione di Formula 3 del 2023.
La Sprint Race permette al neo-campione di allungare
A occupare la prima casella sabato, grazie alla griglia invertita, sono due piloti del team MP Motorsport. In particolare è l’argentino Colapinto a partire in Pole, superato immediatamente alla partenza dal compagno di squadra Mari Boya.
Paul Aron, nella solita confusione che caratterizza le partenze delle formule cadette, va in testacoda in seguito ad una foratura. Prima di ritirarsi entra però in collisione con Jonny Edgar e Pepe Marti, quest’ultimo anch’egli obbligato al DNF.
L’uscita di scena dei due inseguitori al titolo (ormai in mano a Gabriel Bortoleto) apre la strada al brasiliano per poter allungare ancor più sugli stessi.
Al giro 5 finalmente si ritorna in regime di bandiera verde. Taylor Barnard attacca qualcuno senza successo e a Caio Collet vengono dati 10 secondi di penalità per aver causato un impatto. Bortoleto, invece senza conseguenze, conclude un sorpasso su Christian Mansell e Nikola Tsolov.
Colapinto poco dopo si riesce a riportare nuovamente davanti al compagno di squadra, riconquistando la testa della corsa. O’Sullivan, nel disperato tentativo di ottenere il terzo gradino del podio, finisce contro Saucy. Entrambi retrocedono e ad approfittarne è il neo incoronato Bortoleto.
Per lo scontro causato precedentemente al pilota Prema vengono dati 10 secondi di penalità.
Il giro veloce va a Goethe. Bella rimonta poi da parte di Gabriele Minì, che dopo una brutta qualifica è riuscito a riportarsi in zona punti (precisamente in ottava piazza). A vincere è però il poleman Franco Colapinto, seguito a ruota da Bortoleto e Boya (all’ultimo sorpassato dal brasiliano).
Fra i due litiganti il terzo gode nella Feature Race?
Fresca di titolo con Bortoleto, la Trident non può che ritenersi soddisfatta di veder scattare nientemeno che dalla prima fila un altro dei suoi, Oliver Goethe.
Peccato che il pilota proprio prima della partenza riscontri problemi ed è così costretto a fermarsi proprio all’uscita della pit-lane. Caio Collet guadagna così la testa della corsa, per nulla impensierito in partenza da Paul Aron, che addirittura scala in terza piazza. Posizione che non mantiene a lungo, visto il sorpasso che subisce dal neo-campione Bortoleto.
Nelle retrovie intanto avviene un contatto, apparentemente ininfluente ma seguito dal ritiro di Colapinto, vincitore della Sprint.
Dopo il rientro in pit-lane della safety car Fornaroli tenta di sorpassare il duo Prema, che però si difende bene. Tsolov poi costringe Bortoleto a uscire di pista, portandolo a perdere svariate posizioni ma guadagnandosi 5 secondi di penalità.
Saucy fora poco dopo una gomma, ed è così costretto al ritiro, riportando il regime di Safety. Nella confusione Edgar si è inoltre portato al comando della gara, non ancora a questo punto arrivata a metà del proprio svolgimento.
Infatti in ripartenza Collet si riprende la prima posizione, ma Edgar non ci sta e lo sorpassa a sua volta. Aron, nel frattempo in lotta con O’Sullivan per il titolo di vicecampione, esce di pista e scala di quasi una decina di posizioni.
Safety car che non tarda a far capolino dopo l’ennesima uscita di scena, stavolta di Sebastian Montoya. Cosa che garantisce alla maggioranza delle vetture di ricongiungersi con i primi 5, che ormai avevano iniziato a staccarsi dal resto del gruppo.
E dato che non c’è due senza tre, in ripartenza si aggiunge anche O’Sullivan nella lotta per la vittoria, sorpassando Collet. Lotta interrotta però dall’ennesimo ritiro della gara, quello di Marti.
Nell’ultimo giro Collet viene passato anche da Barnard, che conquista così il terzo gradino del podio. Gara vinta perciò da Jonny Edgar, seguito da O’Sullivan e dall’inglese. Portando più vetture a punti rispetto alla Trident, è invece Prema a vincere nuovamente il Campionato a squadre.
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