Lo scorso dicembre la Ferrari ha condiviso sui propri canali social cinque artwork, creati per altrettanti weekend di gara del 2022 da artisti provenienti da tutta Italia. Uno di questi, che ritrae Charles Leclerc e Carlos Sainz “fumettizzati” con le rispettive F1-75 che sfrecciano sotto di loro, è opera di Valeria Favoccia, in arte Lux, ed è stato realizzato in occasione del Gran Premio di Imola. Abbiamo avuto la possibilità di fare due chiacchiere con Valeria, che ha condiviso con noi la sua esperienza, il suo processo creativo e cosa significhi, da Ferrarista, lavorare su commissione del Cavallino Rampante.
Ciao Valeria, grazie di aver accettato il nostro invito! Cominciamo col presentarti per chi non conosce te o i tuoi lavori: chi sei e cosa fai?
«Ciao a tutti! Nella mia vita disegno fumetti e giochi da tavolo; faccio anche character design. Lavoro principalmente per il mercato americano e alcuni dei titoli più noti a cui ho contribuito sono Assassin’s Creed, Stranger Things ed Apex Legends. Il disegno è parte di me praticamente da sempre: da piccolǝ ero spesso con la matita in mano e alle elementari cercavo di emulare mia sorella maggiore, che pure disegnava e aveva il diario pieno di tutte queste creazioni affascinanti. Il mio desiderio di diventare fumettista è nato a 12 anni, quando ho scoperto una delle serie che più mi ha ispirato, Paperinik New Adventures. Vedere che un’opera del genere – molto “carica” sia a livello stilistico che di contenuto – era stata prodotta in Italia ha fatto scattare la scintilla.»
E come nasce la tua passione per il motorsport?
«Grazie a mio papà, con cui passavo le domeniche sul divano a guardare le gare. Era un modo per stare insieme, visto che lui era spesso fuori per lavoro. Ha trasmesso a me e mia sorella la passione per la Formula 1, in particolare per la Ferrari, raccontandoci dei grandi nomi del passato: Villeneuve, Prost, Mansell, Senna, tutti piloti di cui avevamo sentito parlare ma che non avevamo vissuto in prima persona. E quando ancora non ero in grado di leggere i nomi dei piloti, grazie a papà ho imparato a riconoscerne rapidamente i caschi, un’abilità che possiedo tuttora! Negli ultimi anni ho cominciato a esplorare anche il mondo delle due ruote grazie alla mia migliore amica Paola, che è una grande appassionata di MotoGP e Superbike e una fedele Ducatista. Con lei ho visto il mio primo GP dal vivo a Misano nel 2021; la considero un po’ la mia Wikipedia delle moto.»
E a un certo punto il tuo lavoro e la tua passione si sono incrociati, perché è arrivata la chiamata della Ferrari: raccontaci com’è successo.
«Uno dei miei sogni professionali e personali era quello di entrare a far parte di quella rosa di disegnatori incaricati dalla Ferrari di creare il poster per un Gran Premio. Ma nonostante avessi contatti con chi gestiva la commissione di queste copertine e avessi anche provato a mandare i miei lavori, non si era mai creata l’occasione giusta. Questa è arrivata a inizio 2022, quando, per festeggiare l’incredibile inizio di stagione della Ferrari, avevo deciso di creare un mio tributo, come fosse uno dei poster che volevo tanto disegnare. A quel tempo avevo quasi completamente perso le speranze, e invece ecco che letteralmente il giorno dopo la pubblicazione del mio disegno ho ricevuto l’invito a realizzare il poster di Imola. In quel momento ero in studio e i miei colleghi mi hanno vistǝ urlare e correre forsennatamente per tutta la stanza, è stata un’emozione incredibile.»
Ed è proprio al tuo poster che arriviamo adesso: ci parleresti un po’ di come l’hai sviluppato?
«Certamente! Protagonista assoluta avrebbe dovuto essere la macchina – nello specifico quella di Charles – con il pilota in un ruolo più secondario. Io però volevo che Charles fosse più “presente” e ho mandato alcune bozze per spiegare la mia idea. Tra queste c’era anche il mio tributo, del quale, con mia grande sorpresa, in Ferrari si sono totalmente innamorati. Hanno apprezzato lo stile con cui l’avevo disegnato, la posa agguerrita di Carlos e Charles, la monoposto che sfrecciava sotto di loro… insomma, volevano a tutti i costi che fosse quello il poster. Ma ne serviva una versione inedita, motivo per il quale ho realizzato una variazione sul tema, cambiando alcuni elementi come la disposizione e le pose dei piloti e lasciando inalterato il resto.»
«Condivido anche un aneddoto piuttosto divertente: nella primissima versione del poster che ho consegnato alla Ferrari non avevo disegnato l’orologio personale di Charles, semplicemente perché non mi andava… (ride) Mi è stato poi chiesto di inserirlo, essendo Richard Mille uno degli sponsor principali del team, così l’ho aggiunto. Sfortuna ha voluto che a Pasquetta, la settimana prima di Imola, il povero Charles venisse scippato proprio del suo orologio. Potete immaginare come i meme si siano davvero sprecati all’uscita del poster, addirittura qualcuno su Reddit si è divertito a photoshopparlo togliendo il Richard Mille dal polso di Charles!»
Trattandosi di un lavoro assegnato dalla tua scuderia del cuore, hai avvertito della tensione? O hai potuto trattare questo incarico come uno dei tuoi tanti progetti?
«Ho dovuto trattarlo come uno dei miei tanti progetti. Nei primissimi giorni mi tremavano letteralmente le gambe. Avevo ricevuto una commissione dalla mia scuderia preferita e tra tutte le piste che potevano capitarmi era stata scelta Imola, tornata in calendario dopo esserne stata fuori per così tanti anni. Trattandosi di un Gran Premio di casa, sentivo anche una forte responsabilità. La cosa che mi ha dato una grande spinta è stata ricordarmi che in Ferrari si erano impuntati su un disegno che io avevo già fatto: lì ho capito che volevano semplicemente che fossi me stessǝ, che facessi ciò che sapevo fare. Da lì è stata una semplice questione di organizzare il lavoro in base al tempo che avevo a disposizione.»
In tutta la tua carriera, è questo il progetto di cui vai più fierǝ?
«È sicuramente qualcosa di unico nel suo genere, trattandosi di un poster e non di un fumetto. In più è una cosa che sognavo da quando avevo cinque o sei anni. Mi avessero detto a quell’età “Guarda che da grande collaborerai con la Ferrari!” non ci avrei mai creduto! Per una carriera relativamente breve come la mia, visto che vivo disegnando fumetti da soli sei anni, è uno dei più grandi traguardi che abbia raggiunto. Ho potuto disegnare una coppia di piloti che amo, con una macchina e delle tute che ho amato, per un Gran Premio di casa. Non potevo chiedere di meglio, e vedere il mio nome accanto al logo della Ferrari è una grande soddisfazione personale.»
Com’è strutturato il tuo processo di realizzazione di un disegno?
«Appena ho un’idea in mente cerco di fermarla su carta o direttamente in digitale, creando una prima bozza. In questa fase il mio obiettivo è quello di definire gli elementi che comporranno il disegno e la loro disposizione. Nello step successivo, che è quello della matita – si chiama così anche se eseguito in digitale! – rendo più realistica la bozza, correggendo le proporzioni e l’anatomia dei personaggi e aggiungendo dei dettagli. Alla matita segue l’inchiostrazione, che per molti può sembrare un semplice ricalcare il disegno ma in realtà è la parte in cui, modulando opportunamente il tratto, si dà il giusto livello di definizione agli elementi che stanno in primo o in secondo piano. Infine, per quei progetti che lo prevedono, si applica il colore. Non essendo io propriamente colorista, in questa fase prendo spunto da disegni di altri artisti, immagini tratte da film o videogiochi, qualunque cosa possa ispirarmi in termini di luci, ombre e composizione cromatica.»
Oltre a Leclerc e Sainz, sui tuoi canali social si trovano numerosi disegni di altri piloti del Cavallino: Schumacher, Raikkonen, Villeneuve o ancora Maya Weug, la prima donna entrata a far parte della Ferrari Driver Academy. Quali sono i tuoi pensieri su ognuno di questi piloti?
«Per me Schumi ha sempre significato casa, i miei primi ricordi vividi sono legati a lui. Michael è il pilota, sia per il suo stile di guida che per la sua profonda conoscenza della macchina. Aveva una grande solidità mentale, un talento fuori dal comune e molta consapevolezza della sua forza, ma sotto la scorza da Kaiser che si era costruito c’era una persona sensibile e “umana”. Kimi è un altro pilota a cui sono molto legatǝ e che già apprezzavo prima che arrivasse in Ferrari. Un talento incredibile, un pilota rispettoso, più calcolatore che aggressivo. È stato triste vederlo andare via per la seconda volta ma al tempo stesso ero super felice che a sostituirlo fosse Charles. Pur non arrivando in Ferrari da pluricampione affermato come alcuni suoi predecessori, aveva e ha tuttora negli occhi quel fuoco, quella voglia di crederci che non puoi non amare. Loro formano la mia personale top-3.»
«Gilles è un pilota che purtroppo non ho vissuto, se n’è andato prima che io nascessi. Mia mamma era una sua grande fan e la sua scomparsa fu un colpo talmente duro per lei che smise di vedere la Formula 1. In un certo senso Gilles è una sorta di “fantasma” che aleggia in casa nostra da sempre. Maya mi è piaciuta dal primo momento in cui l’ho vista tra le candidate al progetto Girls on Track. È molto riservata ma anche molto seria e attenta, mi piace questa sua attitudine. Non posso dire molto su di lei come pilota perché è in una fase in cui il suo stile di guida deve ancora formarsi completamente, ma seguirò con interesse il suo percorso.»
Da Ferrarista, come hai vissuto la stagione 2022? E quali sono le tue sensazioni per questo 2023, anche alla luce degli ultimi cambiamenti che hanno interessato la Ferrari?
«Il 2022 è stato un vero e proprio rollercoaster. Iniziare con una doppietta in Bahrain per me è stato già come vincere un mondiale, dopo due anni difficili come il 2020 e il 2021. Ho vissuto le prime gare con un entusiasmo che non provavo da tanto tempo e ho creduto davvero che potesse essere l’anno buono. Purtroppo ci sono stati degli inciampi durante la stagione, vuoi per sfortuna, vuoi per errori sia strategici che dei piloti. Silverstone è stata un po’ l’ultimo chiodo nella bara; lì ho rivisto dei pattern della Ferrari del passato che mi hanno lasciato molto l’amaro in bocca, e mi è dispiaciuto tanto non poter festeggiare la prima vittoria di Carlos come avrei voluto. E con la Red Bull che andava così forte era chiaro che fosse finita. Per il 2023 procedo con i piedi di piombo, senza montarmi troppo la testa. Il cambio di team principal è sempre un’incognita e mi auguro che vada tutto per il meglio sia su quel fronte che quello della performance in pista, sperando di poter essere più vicini alla Red Bull.»
Per concludere: ci sono molte persone che amano disegnare, che sono appassionate di motorsport e magari sognano di avere in futuro un’opportunità come quella che hai avuto tu. Vuoi lasciare un messaggio di incoraggiamento?
«Assolutamente! Internet è un’arma a doppio taglio: può darti un ritorno incredibile, ma anche grande delusione quando i tuoi lavori non generano i like e le interazioni che speri. Il mio consiglio è quello di non disegnare sperando per forza in quel ritorno. Quello porterà solamente rabbia e voglia di mollare la matita nel momento in cui le cose non vanno come auspichiamo. Disegnate perché vi fa sentire vivi, perché è ciò che più amate fare; metteteci costanza, pazienza e soprattutto passione, e vedrete che prima o poi il vostro lavoro verrà notato da chi di dovere. Magari sarò romanticǝ io, ma credo che se una cosa deve succedere, succederà. Fate tesoro di ciò che incontrate durante il vostro percorso: nuove fonti di ispirazione con cui venite a contatto, nuove amicizie che stringete. Avere delle connessioni così forti, trovare nuove persone con cui condividere la propria passione, è già di per sé un grande traguardo.»
Ringraziamo tanto Valeria per averci dedicato il suo tempo! Vi invitiamo a passare dai suoi profili Instagram e Twitter, dove potete trovare i disegni presenti in questo articolo insieme a molti altri suoi lavori.