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100 volte Lewis Hamilton

100 volte il più veloce di tutti a finire quei metri che lo dividono dallo sventolio della bandiera a scacchi. 100 volte sul gradino più alto del podio. Un numero incredibile.

Oggi Hamilton ha firmato un altro record leggendario.

100 volte Lewis Hamilton.

100 vittorie che il Lewis bambino ha sognato, desiderato, immaginato, una per una. Anche quando i soldi non c’erano. I kart su cui gareggiava erano di quinta mano contro quelli nuovissimi dei suoi avversari. È stato papà Anthony a scorgere per primo il suo talento. E a credere in lui, tanto da indebitarsi pur di farlo correre insieme agli altri bambini. Perché quando la gara arrivava, Lewis vinceva. Magari con un kart mal ridotto, vecchio, ma questo diventava un dettaglio insignificante davanti al talento di quel bambino.

Perché Lewis in fondo ci credeva, c’ha sempre creduto. Erano la fame, la rabbia, a muoverlo tra quelle curve, con l’aggressività che ancora lo contraddistingue.

Guardava quei bambini attorno a lui: avevano tutti una carnagione bianca. Lui no. Era diverso, si sentiva diverso. E questo lo segnava, lo faceva soffrire: “Non so se l’avete mai notato, ma tutti i modellini, tutti i supereroi sono bianchi. Superman era il mio preferito ma pensavo: lui non è uguale a me. Così, nella mia mente, c’era il pensiero che non esistessero persone di colore in grado di diventare supereroi.” Ricorda oggi, da primo pilota mulatto della storia della Formula Uno, in un’intervista alla Gazzetta dello Sport.

Lewis Hamilton

Il suo mito dei motori era Ayrton Senna.

Guardava le sue gare, aveva i suoi poster ovunque e pensava “voglio essere come Ayrton, voglio fare qualcosa come lui”. Senna che sotto la pioggia d’Inghilterra aveva imparato a danzare sopra la pista, gestendo con superba abilità la sua monoposto. Sotto la stessa pioggia britannica, il Lewis bambino è diventato grande: si è fatto le ossa, ha aggiunto la tecnica al suo innato talento, si è fatto notare. A 12 anni, infatti, il primo contratto con la McLaren: è qui che inizia la scalata verso l’Olimpo della Formula Uno.

Campione nelle formule minori, esordisce nella massima categoria nel 2007 con la McLaren. Diventa campione del mondo nel 2008, sempre con il team britannico.

E poi la Mercedes, la squadra che dal 2013 lo ha portato sempre più in alto, fino ad essere il più grande di tutti. Forse non è un caso che Lewis sia arrivato nel team tedesco occupando quello che, l’anno precedente, era il sedile del grande Kaiser. Hamilton si laurea campione nel mondo nel 2014, nel 2015, nel 2017, nel 2018, nel 2019, rompendo qualsiasi record, pure quelli del suo idolo Senna.

Il settimo titolo arriva il 15 novembre 2020, sul circuito di Istanbul. Lewis ce l’ha fatta: ha eguagliato il mito Michael Schumacher. Insieme al tedesco, è il pilota più vincente della storia della Formula Uno.

Ed oggi, dopo una gara rocambolesca, con una pioggia che ha ribaltato tutte le carte in tavola a tre giri dalla fine, è arrivata la centesima vittoria.

A quasi 37 anni, non più un ragazzino, Lewis continua a sognare: l’ottavo titolo mondiale da raggiungere, un contratto con la Mercedes fino al 2023, un nuovo compagno di squadra, George Russell, che l’anno prossimo gli darà sicuramente filo da torcere. Lui si dice pronto e nel frattempo continua a stupire, sfrecciando su quei circuiti che lo hanno fatto diventare l’uomo ed il campione che è oggi.

Giulia De Ieso

Studentessa al quinto anno di liceo classico, scrivo e parlo di motori che siano a due o a quattro ruote.

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