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Lewis Hamilton: Quando un uomo diventa leggenda

Quando un uomo diventa leggenda.

Dopo aver demolito il record di vittorie, raggiunto all’Eifel GP, arrivando cosi a 94 gran premi vinti dopo una strepitosa rimonta sul bagnato e pericolosamente scivoloso Istanbul Park, Lewis Hamilton ha conquistato il suo 7º campionato mondiale, andando ad eguagliare il record dell’indimenticabile Michael Schumacher.

© Mercedes-AMG F1 Team Media Center
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Da questo punto di vista si potrebbe dire che non ha più nulla da dimostrare, ma lui non voleva e non vuole limitarsi a questo. La sua fama va ben oltre il contesto automobilistico. Vegano, icona di stile, attivista per i diritti umani e più di tutti promotore della campagna We Race as One che ha abbracciato tutto il mondo della Formula 1, Lewis Hamilton è stato definito come persona di colore più influente in questo difficilissimo anno condizionato dalla pandemia mondiale a causa del coronavirus. Ha intenzione di utilizzare al meglio le sue piattaforme social per attirare l’attenzione mediatica sugli aspetti della vita che lui vuole tutelare maggiormente.

Basta leggere le sue parole sulla vittoria del mondiale:

“Quest’anno sono stato spinto non solo dal mio desiderio di vincere in pista, ma dal desiderio di contribuire a spingere il nostro sport e il nostro mondo a diventare più diversificato e inclusivo. Vi prometto che non smetterò di lottare per il cambiamento. Abbiamo una lunga strada da percorrere, ma continuerò a spingere per l’uguaglianza nel nostro sport e nel mondo più grande in cui viviamo.

“Eguagliare il record di Michael Schumacher mi mette sotto i riflettori che so che non saranno su di me per sempre. Quindi, mentre siete qui, prestandomi attenzione, voglio chiedere a tutti di fare la loro parte per contribuire a creare un mondo più equo. essere più accoglienti e gentili gli uni con gli altri. Facciamo in modo che l’opportunità non sia qualcosa che dipende dallo sfondo o dal colore della pelle”.

Scopriamo come Lewis è diventato il campione, ma soprattutto l’uomo che conosciamo.

Essendo il primo pilota nero del circus, gli albori della carriera del giovane Lewis non sono stati affatto facili. Gli enormi sacrifici del padre Anthony, che si destreggiava tra tre lavori ipotecando la casa di famiglia e investendo i risparmi di una vita per mantenere suo figlio nel kart,  da un esempio di quanto sia notoriamente difficile entrare in questo sport, principalmente a causa dei costi finanziari coinvolti. Lewis, però, ha mostrato fin da subito il suo talento, tanto da diventare a 12 anni il pilota più giovane in assoluto ad essere scritturato per il programma giovanile della McLaren (al tempo motorizzata Mercedes) dopo aver vinto il campionato di kart, McLaren affidata alle mani di Ron Dennis.

Da qui in poi l’ascesa verso la categoria madre è stata totalmente in discesa…  fino ad arrivare ad oggi dove nessuno si permette più di mettere bocca sul talento spaziale del pilota britannico, il quale ha dimostrato di essere in un totale stato di grazia che gli permette di non commettere più errori in pista ed essere sempre li a cogliere tutte le opportunità che le gare gli offrono. 

Nessun pilota nella storia di questo sport ha vinto tante gare, si è assicurato tante pole position o è salito sul podio quanto Hamilton.

Forse per la prima volta in anni lo vediamo emozionarsi alla conquista del mondiale e piangere come un bambino… quel bambino che non ha mai smesso di lottare per i propri sogni. Proprio con questo pensiero, a tutti i bambini che hanno iniziato ad appassionarsi ai motori dice:

«Sognate l’impossibile. Non permettete a nessuno di dirvi che non ce la potete fare. Lottate e lavorate per raggiungere i vostri obiettivi. Da ragazzo sogni questi momenti. Quello che ho raggiunto va ben oltre i miei sogni, spero di essere di ispirazione per altri. Mai mollare. Sempre inseguire i sogni».

E non è finita qui, perché su il podio del gran premio di Turchia  esprime chiaramente di sentirsi “come se avessi appena iniziato” – e il suo posto nel pantheon della F1 è stato assicurato da tempo.

La storia inizia , ora.

Imma Aurino

? © Mercedes-AMG F1 Team Media Center
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Imma Aurino

Classe '97, la passione per i motori mi accompagna fin da bambina grazie a mio padre. Studio comunicazione a Torino dopo tante scelte sbagliate, ma almeno questa sembra essere quella giusta.

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