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FIA è il momento della giusta tutela: non esistono solo F1, F2 e F3

Negli ultimi anni una delle questioni che più ha fatto discutere nel mondo FIA è la gestione delle bandiere e della Safety Car tra F1F2F3 e FRECA. Chiamate alcune volte fuori da ogni senso logico, altre in ritardo, troppi ripensamenti e mancanze di prontezza hanno reso gli ultimi anni un inferno sotto questo punto di vista. Errori banali hanno messo a repentaglio la vita di piloti, con i più fortunati che ne sono usciti con solo qualche ferita. In uno sport dove la sicurezza deve essere messa al primissimo posto, questi errori non sono concessi e la FIA, specialmente nell’ultimo periodo, ne sta combinando una in più del diavolo. 

Il paradossale caso della FRECA

Prima di spiegare gli ultimi avvenimenti in FRECA, è doveroso fare una delucidazione. Dobbiamo sottolineare che la FRECA e la F4 sono gestite dall’ACI, essendo loro categorie europee che non contano come campionati internazionali. La stessa ACI però in alcune situazioni può dipendere dalla FIA in quanto esso è un campionato valutato dalla sopracitata per le super licenze.

In ordine temporale il più recente è il caso di Dilano Van ‘T Hoff che nella gara di Spa della FRECA ha perso la vita dopo un incidente terribile sotto il diluvio universale. Il maltempo è stata la chiave delle accuse della direzione di gara. Tenere trenta macchine nel diluvio torrenziale (molto peggio anche di quello caduto nel 2021, che ha reso impossibile lo svolgimento della gara di F1) dietro la SC per poi far ripartire i piloti ad un giro dalla fine nel caos più totale è una scelta totalmente folle. Questo sia per le condizioni, sia per il tipo di vetture e per l’abilità dei piloti (parliamo di ragazzi nemmeno maggiorenni). La somma delle cose porta a quello a cui si è arrivati. Un grosso bacio all’anima di Dilano che è stato vittima di un sistema che non funziona e non si prova a risolvere. 

Sempre in FRECA al Mugello qualche settimana dopo si è ripetuta la pazzia fatta in Belgio: far rientrare la SC al penultimo giro dando la possibilità ai piloti di fare un ultima tornata alla morte. In una pista stretta come quella sul suolo italiano, ciò poteva creare insidie ed incidenti ad ogni curva. E infatti sul rettilineo del traguardo c’è stato l’ennesimo botto violento tra due auto. Una delle due vetture ha sbattuto sul muro dei box, perfettamente all’altezza della postazione del direttore di gara. Il peggio, per fortuna, è stato evitato. 

F1 Grand Prix of Japan at Suzuka (Photo by Mark Thompson/Getty Images )

Il trattamento diverso tra FRECA e F1-F2-F3 

Ma allora manca tutela? Sì. Ma in F1-F2-F3, paradossalmente (anche se ancora con tanti errori), c’è molta più tutela e attenzione. Come mai? La domanda deve lasciare a voi lettori uno spunto di riflessione perché ognuno la può pensare diversamente. Naturalmente non è che nelle categorie sopracitate la direzione gara si sia dimostrata migliore (sono tanti i casi che vi potremo citare tra F1 e F2 che fanno ancora scalpore). La differenza sembra essere l’attenzione, come se ci fossero direttori di gara di Serie A e altri di B. L’attenzione messa in pista è l’ago della bilancia. Spesso notiamo nel weekend di gara una bandiera gialla al minimo pericolo e la bandiera rossa è sempre pronta nelle sessioni a cronometro. Tutte attenzioni che nelle categorie minori non esistono. Anche a Silverstone (ultimo appuntamento in pista) si sono notati una serie di casi che nella FRECA non vengono neanche lontanamente sognati. Uno su tutti il corretto utilizzo della SC che, a costo di perdere molti giri, finché la pista non è al 100% utilizzabile non rientra. Ma, soprattutto, da Abu Dhabi 2021 nemmeno si vede più quella “royal rumble” (che non piace a nessuno) dell’ultimo giro che fa più danni che altro. Cara FIA credo sia il momento di evitare questo teatrino folle dell’ultimo giro anche in FRECA, dove si chiude la vena a tutti. Per il vostro bene e soprattutto per il bene di chi dovreste tutelare.  

Foto copertina credits:

Autore: Emmanuele Ciancaglini | Ringraziamenti: NurPhoto via Getty Images

Copyright: Emmanuele Ciancaglini/NurPhoto

Michele Massa

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