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James Hinchcliffe: il sindaco di Hinctown

James Hinchcliffe, noto come il sindaco tra i suoi fan, è passato dall’essere uno dei piloti più amati in griglia ad essere l’inviato in pista per le gare Indycar, coronando entrambi i suoi sogni: essere un pilota e un giornalista. I fan lo amano: ha un volto simpatico ed un tono di voce dolce ma deciso. Ma prima di arrivare a questo, Hinchcliffe ha corso per anni, principalmente in gare a ruote scoperte, diventando uno dei migliori. James Hinchcliffe nasce a North York, Ontario, il 5 dicembre 1986, e cresce ad Oakville.

James Hinchcliffe, un canadese europeo

Di solito, in Nord America, il primo contatto con le corse avviene tramite le mitjet. Hinchcliffe, invece, ha iniziato la sua carriera quando ha ricevuto un kart per il suo nono compleanno. È veloce, ed il passaggio alle auto è scontato, arriva nel 2003. Si classifica terzo nella Bridgestone Racing Academy F2000. Passa ad un campionato per l’epoca molto prestigioso: la Formula BMW. Nel 2004 è il miglior esordiente. Continua a passare da una formula cadetta all’altra, con un discreto successo, e nel frattempo inizia anche la sua carriera da giornalista, commentando le gare di Champ Car delle stagioni 2006 e 2007.

Una prima grande occasione arriva nel 2006: si unisce al team Canada per l’A1 Grand Prix, il campionato dove le vetture correvano per nazioni. Nel primo weekend, ottiene una top 10. Nel secondo, a Brno, è già a podio! Purtroppo, però, non riuscirà mai a replicare quel podio… La sua carriera potrebbe essere stata l’ennesima meteora.

Nel frattempo corre in Formula Atlantic, fino al 2008, con Forsythe Racing, ed ottiene due vittorie.

L’arrivo in Indycar

La grande svolta della carriera di Hinchcliffe arriva nel 2009: firma con Sam Schmidt per correre in Indy Lights, attuale IndyNXT, la formula cadetta dell’Indycar Series. Il primo anno trascorre con buoni piazzamenti ma senza vittorie. Il secondo è un dominio: Hinchcliffe passa a Moore Racing, è otto volte sul podio, tre sul gradino più alto. A fine campionato, è secondo solo a Jean Karl Vernay, che nel 2017 diventerà campione del mondo turismo TCR, nell’ultimo anno della scissione tra TCR e WTCC.

Il suo talento è chiaro. Nel 2011 firma con il team Newman/Haas Racing per l’Indycar! Dopo un brutto esordio a Barber, nella gara di Long Beach già ottiene un quarto posto. A fine campionato è nono, non male per un esordiente! Anzi, è il rookie of the year!

Alla gioia però si unisce anche il dolore: Newman/Haas annuncia che non correrà in Indycar l’anno successivo. James Hinchcliffe deve trovare una nuova squadra. Andretti lo nota e gli dà fiducia: dal 2012 correrà con loro. E lui non delude: primo podio in carriera a Long Beach, un terzo posto, poi si qualifica secondo alla 500 miglia di Indianapolis. Quel giorno guidava con i guanti da gara di Greg Moore, suo idolo da bambino.

La vittoria arriva finalmente nel 2013. Sembra che Hinchcliffe preferisca le piste cittadine. Proprio una di queste, Saint Petersburg, in Florida, per un giorno è il suo palco. Anche a San Paolo si corre su una pista cittadina, e Hinchcliffe vince di nuovo, superando Takuma Sato all’ultima curva. Ma poi, a sorpresa, arriva anche la vittoria su ovale, in Iowa. Tre vittorie nella stessa stagione, forse nella più bella della sua carriera. A fine campionato paga l’incostanza, è solo ottavo.

Anni difficili

Dopo un 2014 in sordina, dove manca il successo, arriva una nuova opportunità. Hinchcliffe passa a Schmidt Peterson, team di quello stesso Sam Schmidt che aveva creduto in lui anni prima. Torna a vincere, sull’appena inaugurato autodromo di NOLA. Ma il destino di un pilota automobilistico spesso è segnato da momenti difficili. Il 18 maggio di quello stesso anno, un cedimento della sospensione durante le prove per la 500 miglia di Indianapolis lo porta ad un gravissimo incidente. C’è chi crede sia morto, chi cerca di non vedere, e poi c’è lui, bloccato nella sua auto mentre i soccorritori cercano di capire se c’è ancora una speranza. Viene trasportato in ospedale. Sopravvive, ma per un anno non potrà correre.

La qualità di un campione, però, è quella di sapersi rialzare. Passano 369 giorni da quell’incidente. Il 22 maggio 2016 Hinchcliffe è di nuovo al vertice. Lotta con i migliori, supera il trauma dell’anno precedente, alla fine delle qualifiche è in pole position.

Torna a vincere, poi, nel 2017, proprio sulla pista che anni prima gli aveva dato la prima top 10 ed il primo podio: Long Beach. Erano passati due anni dalla sua ultima vittoria. Gioie e dolori nel 2018: non si qualifica per la Indy500, ma poi ottiene un’altra vittoria, in Iowa.

A Pocono, invece, è solo spettatore del bruttissimo incidente che occorre all’amico Robert Wickens. Lui stesso negli anni si dirà molto segnato. Da qui, la carriera di Hinchcliffe subisce un blocco: non riesce più a ripetersi. Mancano i risultati e nel 2020 torna in Andretti. Il suo ultimo podio arriva a Nashville, nel 2021, chiudendo, con onore, la carriera di uno dei piloti più amati del massimo campionato americano a ruote scoperte. Nonostante non abbia mai annunciato il suo ritiro, sembra che ormai si stia dedicando sempre più alla sua altra passione: il giornalismo, raccontando quello stesso campionato dove per anni ha corso.

Semplicemente James Hinchcliffe

James Hinchcliffe

James Hinchcliffe si è distinto da sempre anche come ambasciatore del motorsport. La sua personalità gentile e il suo senso dell’umorismo lo hanno reso così famoso. È diventato un volto noto in programmi televisivi e ha partecipato a numerose iniziative promozionali, aiutando a promuovere e diffondere la passione per l’automobilismo in tutto il mondo.

La storia di Hinchcliffe è fatta di sofferenze, ma anche di grandi gioie, di quello che sarebbe stato un buon pilota come tanti, se non fosse per il suo carattere, che negli anni lo ha portato ad essere il volto dell’Indycar, colui che, ancora oggi, non vediamo l’ora di ascoltare in ogni gara!

Multiformula

Multiformula è un blog nato nel 2020 per condividere la nostra passione per il motorsport, dare spazio a quelle categorie come le Feeder Series di cui si parla ancora poco e soprattutto abbattere i pregiudizi che si incontrano in queste categorie.

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