La stagione 2022 sembrava potesse portare davvero grosse soddisfazioni in casa Ferrari. Le prime gare, poi, hanno fatto ben sperare. Tuttavia, è bastato poco per far crollare tutte le convinzioni che si stavano creando, soprattutto tra i Tifosi. Gli errori in Ferrari sono stati diversi e così il Team ha dovuto abbassare la testa e tornare a lavorare duramente, senza perdere troppo tempo a rimuginare su ciò che si è perso e si sta continuando a perdere.
Forse sarebbe utile però tornare indietro e capire quanto effettivamente stanno costando tutte le sbavature di questa stagione. Dagli errori al muretto agli errori dei piloti, passando per l’affidabilità che è sempre un terno al lotto e che, purtroppo, non è una cosa così prevedibile.
Sarebbe utile tornare indietro per avere ben chiaro in testa su cosa è necessario lavorare per avvicinarsi ulteriormente ad una Red Bull troppo matura da farsi mettere i piedi in testa da una Ferrari che sta cercando di tornare allo splendore di una volta. I numeri, infatti, parlano chiaramente. La Scuderia Ferrari ha visto le sue monoposto ritirarsi ben 6 volte in 12 gare, Red Bull 4. Una differenza che può sembrare piccola, ma…quanto, effettivamente, sta costando?
L’affidabilità: un’incognita che colpisce nei momenti sbagliati
Una grossa parte nella perdita di punti sta sicuramente nell’affidabilità. Il problema più recente sono state le fiamme sulla monoposto di Carlos Sainz in Austria. Prima ricordiamo il doppio ritiro a Baku (che ha visto ritirarsi anche altre due monoposto di due motorizzati Ferrari, Zhou e Magnussen) e prima ancora il ritiro di Leclerc a Barcellona.
Sia a Baku che a Barcellona, Leclerc era leader della gara e questi sono già 50 punti potenzialmente persi. A Baku Sainz era quarto, in Austria terzo e si contano quindi 27 punti potenziali persi. Bisogna, poi, considerare che a Baku Sainz si è ritirato dopo solo 9 giri quindi avrebbe avuto anche la possibilità di arrivare sul podio, aumentando il bottino di punti. Un grosso rimpianto, sicuramente, perché solo con questi ritiri sono già 77 i punti potenzialmente persi per il campionato costruttori.
Leclerc, inoltre, a Barcellona era arrivato in vantaggio su Max Verstappen. Al giro 27, quando si è visto costretto al ritiro, è avvenuto il sorpasso dell’olandese ai suoi danni in classifica piloti. Adesso sono ben 64 i punti a dividere i due.
Errori in Ferrari evitabili e da non ripetere: la strategia
Se n’è parlato molto, forse troppo, degli errori di strategia in casa Ferrari. Prima Monaco, poi Silverstone. Errori che si possono evitare e che – soprattutto – non devono assolutamente essere ripetuti.
Monaco è stato oggetto di varie polemiche. Ferrari non ha saputo gestire bene la situazione pit stop, rendendo difficile la gara di Charles Leclerc e facendolo finire dalla pole position al quarto posto. Così porta a casa tredici punti in meno rispetto a quelli che avrebbe potuto avere riuscendo, con una buona strategia, a prendersi la prima posizione. Carlos Sainz, invece, si è imposto per fare a modo suo ed è riuscito a salvare la sua seconda posizione.
A Silverstone, un altro pit stop sbagliato costringe Leclerc ad accontentarsi di un quarto posto, quando poteva arrivare sicuramente sul podio. In regime di Safety Car, infatti, il Team di Maranello ha fermato Carlos ma non Charles e quest’ultimo si è visto superare dal compagno al rientro della Safety. Ha lottato con tutto se stesso – regalando anche un bel sorpasso alla Copse – per prendersi il secondo posto o tentare almeno di prendersi il terzo, ma non ha potuto nulla contro Pérez ed Hamilton. Finisce quarto e perde così altri punti preziosi, potenzialmente tra i 13 – se nella migliore delle ipotesi avesse vinto il Gran Premio – e i 3 – nel caso fosse riuscito a tenere anche solo il terzo posto. Preziosi soprattutto perché il suo diretto rivale, Max Verstappen, in quella gara, a causa di un problema, non è riuscito ad ottenere più di un settimo posto.
Dall’altra parte, Carlos Sainz conquista la sua prima vittoria in carriera e avanza in classifica piloti e aiuta la Ferrari a rimanere salda al secondo posto in classifica costruttori.
Errare è umano: gli errori in Ferrari sono anche stati fatti dai piloti
Charles Leclerc: Imola e Le Castellet
I piloti sono umani e, in quanto tali, sbagliano. Spesso le persone credono che i piloti, in quanto professionisti, non siano giustificabili in caso di errori. Invece può capitare a chiunque ed è capitato anche ai migliori.
In questa stagione, Leclerc, ha sbagliato qualcosa. Non si può dire lo stesso del suo rivale Max Verstappen che, fino ad ora, non ha commesso neanche una sbavatura. Ma tornando a noi, il primo errore di Leclerc viene commesso ad Imola. Era terzo ma voleva di più. In quell’occasione, però, avrebbe dovuto accontentarsi. Non riesce a controllare la sua monoposto – la gara era sul bagnato – ed esce di pista. Nella sfortuna, ha la fortuna di riuscire a ripartire perdendo così solo 7 punti anziché ritrovarsi con un DNF. In quella stessa gara, si assiste anche a un errore del suo compagno di scuderia di cui parleremo in seguito. Fa subito mea culpa il monegasco, dispiacendosi per l’errore commesso e chiedendo scusa al team e ai tifosi.
Poi la recente Francia. Una frazione di secondo, dopo 17 giri di tentati sorpassi da parte di Verstappen e di lotta da parte del monegasco per non concedergli quella prima posizione tanto desiderata. Una frazione di secondo, quando si stava preparando il pit stop per rispondere alla sosta del campione del mondo in carica. Viene esposta bandiera gialla. “Va bene per Leclerc” è il primo pensiero forse di tutti. Peccato che, quella bandiera gialla, l’ha provocata proprio lui. La monoposto numero 16 di Charles Leclerc è contro le barriere. Non riesce a fare retro marcia e ripartire; deve ritirarsi – lasciando a Max Verstappen quei 25 punti che in quel momento si stava portando a casa.
Un urlo in Team Radio che lui non voleva si sentisse e tanto, troppo rammarico. Chiede scusa e dice che, nel caso a fine stagione si dovesse perdere il campionato per soli 32 punti, saprà già da dove vengono. Imola e Le Castellet, i suoi due errori.
Gli errori di Sainz
Il primo errore di Sainz arriva in Australia, dove sbaglia già in qualifica. Parte nono proprio a causa di ciò e la sua gara peggiora in pochi giri. Alla partenza precipita in 14esima posizione, poi commette un errore e finisce fuori pista. Nulla da fare, è ritiro per lo spagnolo.
Poco dopo, l’annuncio del rinnovo del contratto con Ferrari fino al 2024. Una nota positiva dopo una gara negativa, che dovrebbe dare speranza in vista della gara successiva… Imola. Ma niente da fare. Imola è tutto tranne che un weekend positivo in casa Ferrari, perché a commettere errori sono entrambi i piloti. Alla partenza, infatti, in seguito a un contatto con Ricciardo, Sainz esce di pista e finisce nella ghiaia. Rimane lì e non riesce a ripartire. Porta a casa 0 punti per il secondo weekend di fila.
A Barcellona una gara non brillante lo costringe a tenersi solo un quarto posto nel weekend di casa. Partiva terzo, perdendo così anche posizioni rispetto a quella da cui scattava al via.
Tirando le somme…
Tirando le somme, i punti in più in classifica costruttori, se tutti questi problemi non fossero successi, sarebbero 125. Se togliamo gli imprevedibili ritiri per affidabilità e contiamo solo gli errori in Ferrari da parte di piloti e team, i punti persi sono 48 – non considerando i due DNF di Sainz perché arrivati troppo presto per valutare dove sarebbe potuto arrivare lo spagnolo nel corso della sua gara.
Questi 48 punti, quindi, sono solo di Charles Leclerc. Che, considerando la differenza di 64 punti in classifica con Verstappen, sono parecchio pesanti.
Si sa, con i se e con i ma non si va da nessuna parte e ormai ciò che è stato è stato e non è possibile tornare indietro per cambiare qualcosa e fare in modo che vada diversamente. Tuttavia, è necessario e utile prendere atto di ciò che non è andato bene in modo da arrivare preparati al futuro e non commettere gli stessi errori. E con futuro non si intende solo la prossima stagione: c’è ancora una seconda parte di campionato a cui pensare e dove tutto può succedere. Perché è risaputo… Una delle cose più magiche dello sport è la sua imprevedibilità.