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Storia e regolamento del Rookie Orientation Program dell’Indycar

Kyle Larson, Marcus Armstrong, Tom Blomqvist e Linus Lundqvist hanno tutti superato il Rookie Orientation Program, tenutosi il mese scorso. Ma che cos’è? Andiamo a scoprirlo con una breve digressione storica. rookie Indycar

Storia del programma rookie Indycar

Quando si pensa all’Indycar, si pensa alla Indy 500. La gara più importante del calendario ha sempre attratto piloti da altre categorie. Fino al 1935, questi piloti poteva competere all’evento senza aver precedentemente fatto esperienza sul tracciato. Nel 1935, tuttavia, Johnny Hannon, debuttante a Indianapolis, ha avuto un tragico incidente durante le prime prove libere ed è morto. Dall’anno successivo, quindi, è stato introdotto il Rookie Orientation Program (d’ora in poi abbreviato in ROP), un test di adattamento per chi non aveva già corso sul tracciato.

Negli ultimi 87 anni, ogni pilota che ha debuttato alla Indy 500 ha dovuto superare questa prova propedeutica. Ciò è valso sia per i rookie dell’Indycar, come Benjamin Pedersen la scorsa stagione, sia per campioni di altre categorie, come Fernando Alonso nel 2017. Inizialmente sostenuto nel mese di maggio, in mezzo al traffico degli altri test, dal 1981 il ROP è stato spostato a qualche mese prima, in modo da lasciare pista libera ai debuttanti.

L’ultimo ROP

Come scritto nell’introduzione, l’ultima edizione del ROP si è tenuta l’11 e il 12 ottobre, e ha visto 4 partecipanti, ognuno in condizioni diverse.

Kyle Larson è un pilota NASCAR, vincitore del titolo nel 2021, che nella prossima stagione prenderà parte alla Indy 500. Il suo obiettivo, molto ambizioso, è di partecipare sia alla 500 miglia in Indycar sia alla Coca-Cola 600 in NASCAR nello stesso giorno. Se ci riuscisse, diventerebbe il quinto pilota nella storia a farlo.

Kyle Larson
(foto da Penske Entertainment Media Center | James Black)

Marcus Armstrong è stato il rookie dell’anno nella stagione 2023 di NTT Indycar Series, ma, per ragioni di contratto, non ha partecipato alle gare su ovali. Con il passaggio ad un contratto full-time, si apre per lui la possibilità di partecipare alla Indy 500, e quindi l’obbligo di superare il ROP.

Marcus Armstrong
(foto da Penske Entertainment Media Center | Chris Jones)

Tom Blomqvist è un ex corridore di endurance, vincitore della 24 ore di Daytona nel 2022 e nel 2023 e del campionato IMSA nel 2022. Ha esordito in Indycar la scorsa stagione, tra i vari rimpiazzi dell’infortunato Pagenaud provati dal team Meyer Shank, ed ha ottenuto il sedile per il 2024. Essendo subentrato nella categoria nella seconda metà della stagione, non ha avuto la possibilità di correre la 500, e quindi resta a tutti gli effetti un debuttante.

rookie Indycar
Tom Blomqvist
(foto da Penske Entertainment Media Center | Chris Jones)

Anche Linus Lundqvist ha esordito in Indycar la scorsa stagione come sostituto di Pagenaud. La sua storia, tuttavia, è diversa da quella di Blomqvist. Lundvist è stato infatti campione della categoria cadetta dell’Indycar, la Indy Lights, nel 2022. Il suo adattamento alle monoposto Indycar è stato più rapido di quello di Blomqvist, e lo dimostrano i 2 giri veloci ottenuti in 3 gare. Per questo, Linus ha firmato con il prestigioso team Chip Ganassi Racing per correre full-time nel 2024.

rookie Indycar
Linus Lundqvist
(foto da Penske Entertainment Media Center | Chris Jones)

Tutti e 4 i piloti hanno superato il loro ROP, che consisteva nel completare giri sull’Indianapolis Motor Speedway restando in determinate fasce di velocità. Queste erano separate in 3 fasi: prima 10 giri tra le 205 e le 210 miglia orarie, poi 15 tra le 210 e le 215 e infine altri 15 sopra le 215. Lo scopo del test era far prendere familiarità con la particolare forma e inclinazione dell’Indianapolis Motor Speedway.

Nonostante manchino ancora mesi, non vediamo l’ora arrivino maggio e la Indy 500 2024!

Marco Toccalini

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