La chiave per rendere le gare emozionanti e competitive anno dopo anno non è per nulla scontato ed è in questa prospettiva che entra in gioco il fattore innovazione. Al giorno d’oggi però non si può parlare di innovazione senza tener conto delle questioni ambientali. I team, ma soprattutto la serie stessa, ha come obiettivo quello di ridurre al minimo gli sprechi e l’impatto sull’ambiente nel lungo termine con azioni sia fuori che in pista.
L’Indycar punta ad un futuro sostenibile con nuove iniziative grazie ai suoi partner. Cambiamenti importanti hanno portato in poco tempo ad avere carburanti rinnovabili e pneumatici innovativi già nel 2023. Scopriamo nel dettaglio quali sono le novità.
Shell e carburante
La Shell è il partner ufficiale per quanto riguarda il carburante, dell’olio motore e del lubrificante delle monoposto Indycar. Recentemente ha introdotto un carburante rinnovabile al 100% che ha debuttato nella gara d’esordio del 2023 a St. Petersburg in Florida il 5 marzo.
Con il debutto del nuovo carburante la NTT Indycar diventa la prima serie motoristica con sede negli Stati Uniti a gareggiare con un carburante totalmente rinnovabile che permette almeno la riduzione del 60% le emissioni di gas serra rispetto alla benzina.
“La Shell è molto entusiasta di portare questo carburante 100% rinnovabile, che consiste in una significativa miscela di etanolo di seconda generazione derivato da scarti di canna da zucchero combinato con un altro componente rinnovabile che consente una riduzione del 60% delle emissioni di gas serra nel ciclo di vita rispetto ai combustibili a base di fossili”, ha detto Bassem Kheireddin, responsabile della tecnologia Motorsport di Shell.
Come obiettivo a lungo termine, Shell punta alle zero emissioni di carbonio entro il 2050.
Firestone e i pneumatici guayule
Un’altra innovazione in pista riguarda le gomme Firestone, il fornitore ufficiale di pneumatici per tutti i weekend di gara. Per le gare su circuiti stradali e cittadini, le squadre utilizzeranno le gomme guayule di Firestone invece del tradizionale materiale dell’albero della gomma Hevea. La guayule sarà presente nel fianco dello pneumatico. Ha debuttato nel 2021, la prima apparizione è stata durante il Nashville Grand Prix ed ha subito soddisfatto tutti tanto da rinnovare il suo utilizzo per tutti i circuiti cittadini l’anno successivo.
L’impatto ambientale di questo nuovo materiale è notevolmente minore, in quanto coltivato nel sud ovest degli Stati Uniti rispetto a quello precedente proveniente dall’Asia. Ma soprattutto la guayule ha bisogno di meno acqua per essere coltivata e non ha bisogno di essere trasportata in America dove i tempi di lavorazione si sarebbero alzati.
Anche la casa madre di Firestone, Bridgestone, si ritiene soddisfatta dei passi in avanti verso l’utilizzo quintuplicato del materiale più ecologico, e l’obiettivo è quello di utilizzare della plastica riciclata negli pneumatici della Indy 500 un giorno.
eCascadia: Furgoni elettrici per i trasporti delle auto
Per quanto possano essere efficaci le soluzioni prese in pista, la quantità maggiore di agenti inquinanti emessi e il maggior impatto deriva dal trasporto in termini di logistica e di spostamenti fisici tra un circuito e l’altro. Sebbene il campionato Indycar si sviluppa solo in America, lo spreco derivante dai trasporti è pari in percentuale a quello creato dalla Formula 1 che gareggia in giro per il mondo.
Per risolvere questo problema in Indycar hanno introdotto eCascadia, dei semi rimorchio dell’azienda Freightliner completamente elettrici che possono essere usati per il trasporto delle vetture in giro per l’America. Per adesso sono stati utilizzati solo durante lo scorso anno per l’Indy 500, ma il team Penske ha annunciato dal 2022 una partnership duratura con la Daimler Truck North America (DTNA) per l’utilizzo dei semi rimorchi per tutta la stagione.
Nonostante sia quasi impossibile eliminare del tutto gli sprechi ambientali per il motorsport, la cosa positiva è che tutti, nel paddock e non, siano coscienti che la sostenibilità è qualcosa a cui aspirare e raggiungere prima che il processo di inquinamento sia irreversibile.