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Hubert Auriol : ricordando una leggenda della Parigi Dakar

 

Il 10 gennaio ci ha lasciato una delle figure più iconiche della Parigi Dakar. Grazie alla sua abilità di guida e alla sua eleganza, Hubert Auriol ha rappresentato a lungo questa incredibile competizione, prima come pilota e poi come direttore di gara.

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“E’ per me un grande colpo perdere una persona con cui sono amico da più di quarant’anni”.

Un addolorato Cyril Neveu si è espresso in questo modo nei confronti dello storico avversario e grande amico recentemente deceduto, Hubert Auriol, in un’intervista riportata dal sito di France Bleu Orleans. Oltre a citare le esperienze vissute assieme in gara e non, in un passaggio dell’intervista, Neveu sottolinea come la vita dell’amico e avversario si sia intrecciata con la Parigi Dakar in modo indissolubile. A confermare questa sua convinzione,  la data della sua morte appare tutt’altro che banale. In quel giorno si stava svolgendo la settima tappa della Rally Dakar 2021 sul tracciato arabo. 

Hubert Auriol fu uno dei motociclisti iscritti alla prima  Parigi Dakar del 1978. In quell’anno, lui e Cyril Neveu erano compagni nel team Yamaha privato. A quel tempo, la gara era all’insegna dell’avventura, molto simile all’esperienza vissuta dall’ideatore della Dakar, Thierry Sabine, e molto lontana dalla competizione moderna. In questa prima gara, non vi era alcuna suddivisione in categorie. L’aspetto organizzativo e competitivo erano secondari rispetto all’opportunità offerta a questi avventurieri di guidare i loro veicoli in questi meravigliosi paesaggi africani.Alla fine di questa prima Parigi Dakar, la vittoriaassoluta fu assegnata a Cyril Neveu, il quale all’età di 21 anni dominò sui colleghi motociclisti, automobilisti e piloti di camion.  Auriol si classificò 12°.

Dopo appena due anni, nel 1981, arrivò il suo primo successo in sella a una BMW, poi replicato a distanza di altri due anni, sempre nello stesso  team.

Già prima della competizione, il nome di Auriol era già noto a molti appassionati e esperti e ben presto gli fu associato il soprannome  “l’Africano”. In primis, le sue originierano africane in quanto era nato in Egitto e aveva trascorso laggiù i suoi primi 12 anni di vita, imparando a conoscere bene le insidie del deserto. Grazie a questa sua conoscenza, nelle sue partecipazioni alla Dakar, Hubert si distinse sempre per la sua grande abilità nel superare le dune sabbiose, abbinata ad una grande eleganza nella guida, rendendo il  suo stile semplicemente inimitabile.

L’episodio che segnò indelebilmente la carriera di Auriol fu il suo incidente alla Parigi Dakar del 1987. Era il 25 gennaio e stava per concludersi l’ultima tappa. L’Africano era il leader della classifica generale. La sua moto urtò una radice di un albero e a causa dell’impatto, il pilota francese subì una rovinosa caduta, rompendosi entrambe le caviglie. Grazie all’aiuto dei suoi soccorritori, risalì stoicamente in moto per terminare la tappa.  Dopo un po’ di tempo, Auriolarrivò stremato e in lacrime  in sella alla sua moto. Mentre l’avversario si trovava sdraiato e molto dolorante, Neveu, inquadrato spesso dalle telecamere, non nascondeva il suo dolore e la sua preoccupazione per il compagno, nonostante il suo ritiro equivalesse alla sua quinta vittoria della Parigi Dakar.

Dopo questo evento, Hubert decise di smettere di gareggiare in moto. Partecipò alla Parigi Dakar con un buggy per 4 edizioni, per poi gareggiare al volante di un auto, una Mitsubishi, nel 1991. Nel 1992 Auriol ottiene la sua prima e unica vittoria nella categoria delle quattro ruote. Grazie a questo suo successo, Hubert Auriol diventò il primo pilota a vincere la competizione prima in moto e poi in auto. Alcuni anni dopo, questo suo record sarà eguagliatoda un altro pilota francese, Stephane Peterhansel.  

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Al momento del suo ritiro nel 1995, Hubert venne scelto dall’ASO (Amaury Sport Organization, ente organizzatore della Rally Dakar) come direttore di gara fino al 2003.L’ultimo suo grande contributo al mondo del rally fu la fondazione dell’Africa Eco Race, una competizione rallistica che attraversava gli straordinari paesaggi africani, su ispirazione della prima Parigi Dakar.

Purtroppo la malattia aggravata dal virus Covid-19 ci ha portato via un grande campione a soli 68 anni, ma la sua leggenda e la sua storia  rappresentano una fonte di ispirazione per i piloti della Dakar, del presente e del futuro.

Carlotta Ulgelmo

Carlotta Ulgelmo

Impiegata Commerciale in un'azienda che organizza fiere tecniche B2B. Nel tempo libero amo guardare serie tv, viaggiare e colorare Mandala.

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