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FIA e Gender Equality

Da diversi anni a questa parte, la FIA ha dedicato parte delle sue attenzioni al sempre più rilevante tema dell’inclusione e parità di genere. Oggi, infatti, non è una sorpresa la componente femminile tra le fila di ingegneri dei vari team o, più in generale, all’interno del paddock.

Questo contesto di maggiore inclusione femminile è il frutto di un processo evolutivo, seppur lento, in continuo sviluppo e ampliamento. Ben il 35% dello staff della FIA, al momento, è composto da donne, percentuale che dimostra il graduale passaggio della federazione verso il “gender equality“. Questo incremento è avvenuto in numerosi ambiti, spodestando l’idea che vede il motorsport come un’ambiente unicamente maschile.

Edge Certification per la FIA

Di fronte alla sempre maggior apertura nei confronti della parità di genere, il 24 Novembre la FIA è stata premiata con la Certificazione EDGE (Economic Dividends for Gender Equality). Si tratta di una metodologia che, dal 2011, si impegna a sostenere le pari opportunità di genere sul posto di lavoro e a ridurre il divario di genere aziendale.

Con questo riconoscimento, la Federazione mira a sottolineare l’impegno (e la promessa), nel garantire una piena parità di genere tra i dipendenti. Per poter passare al secondo livello di certificazione, con una maggiore uguaglianza, la FIA ha attuato un piano che si divide in quattro punti:

  • sensibilizzazione, per anticipare potenziali pregiudizi su assunzioni, promozioni o valutazioni;
  • maggiore equità, per permettere percorsi lavorativi paritari;
  • organizzazione flessibile del lavoro, a sostegno dei genitori, sia uomini che donne, e per incoraggiare i padri a servirsi del congedo di paternità in modo da evitare impatti negativi sullo sviluppo della carriera delle lavoratrici;
  • equa retribuzione tra uomini e donne per ogni mansione all’interno dell’organizzazione.

Di seguito la dichiarazione del Presidente della FIA, Jean Todt:

L’uguaglianza di genere è una priorità fondamentale per la FIA, sia in termini di accesso allo sport automobilistico e mobilità, sia all’interno degli organi e del personale della nostra organizzazione.

La certificazione EDGE attesta il nostro impegno in questo settore e le misure concrete già adottate e da adottare in futuro per raggiungere la parità professionale tra i nostri dipendenti.

Mi congratulo con tutti i team della FIA, in particolare con il dipartimento delle risorse umane, per questo risultato. È un primo passo che richiede altri. ” 

Credit: @FIA on Twitter

E la realtà?

Il termine della stagione 2021 è ormai alle porte per la Formula 1 e solo due gare mancano alla chiamata: Jeddah e Abu Dhabi. Seppur negli ultimi decenni tali Paesi abbiano affrontato un vasto cambiamento dal punto di vista dell’integrazione e parità, in vari ambiti la discriminazione è ancora presente. Dove la Federazione propone maggiore equità, la società contraccambia con norme morali e sociali alquanto conservatrici e tradizionaliste.

Nonostante la situazione sia decisamente più visibile nello Stato Saudita, non si esclude la presenza di discriminazioni, seppur più attenuate (o mascherate), negli altri Paesi ospitanti della massima competizione automobilistica.

È, dunque, una contraddizione da parte della FIA professare un desiderio di completa gender equality e, allo stesso tempo, gareggiare in Paesi paritariamente ancora piuttosto arretrati? Forse non è oggetto di nostra competenza, ma è sicuramente un ottimo spunto di riflessione.

Chiara Galati

Studentessa universitaria presso il secondo anno di scienze della comunicazione a Bologna e grandissima appassionata di Formula 1. Nel tempo libero amo scrivere e arricchirmi di conoscenze che riguardano il motorsport.

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