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Cuore d’oro… Cuore rosso

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Concedeteci di amarlo un’ultima volta, un ultimo istante, un ultimo abbraccio prima che tutto ciò finisca. Concedeteci le lacrime, le urla, le frasi d’amore, il dolore. Concedeteci di restituirgli ciò che lui ci ha dato, affinché non si senta solo, affinché non sia un sentimento a senso unico, affinché possa ricordarci con lo stesso affetto con cui lo faremo noi. Concedeteci di risentire i suoi team radio, quelli in cui gioiva per i successi che ci regalava, un altro “Grazie Ragazzi”, un altro “A casa loro”. Concedeteci di rivedere la bandiera “Essere Ferrari” sventolata, tra le lacrime, come a Singapore, quasi sapesse che quella sarebbe stata l’ultima volta. Concedeteci di non accettare il suo destino, perché nessuna tuta si adatterà a Sebastian Vettel come quella rossa, come quella della Scuderia che lo ha abbracciato quando aveva ventisette anni e con la quale ha corso per sei anni. 

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Sei anni di amore, di lotte, di sforzi, di podi e di vittorie, che, però, non sono bastate per sollevare quel trofeo tanto ambito. Non abbastanza per gioire nuovamente grazie ad un tedesco, che, di tedesco, ha solamente il nome. Perché, si sa, Sebastian Vettel è solo “un italiano che ci ha creduto di meno”. Ha vissuto quest’esperienza non solo da professionista, ma anche da tifoso Ferrari, da fan di Michael Schumacher, da amante. Sì, proprio così, perché quella tra la Scuderia Ferrari e Sebastian Vettel è stata una vera storia d’amore, travolgente e struggente, con attimi indimenticabili e da dimenticare, un amore testardo, caparbio, da far male, tanto male… E come la letteratura ci insegna, i grandi amori, spesso, non finiscono con “e vissero per sempre felici e contenti”, a volte arriva un freddo comunicato che annuncia il divorzio, inaspettato, crudele, straziante, che porterà Sebastian via dalla Scuderia, ma non dai cuori dei tifosi. Perché hanno imparato a stimarlo, a gioire ed a piangere con lui, anche in una stagione tanto difficile come quella che oggi si è conclusa. A sostenerlo anche senza assistere alle gare, anche senza potergli infondere il calore di cui necessitava dal vivo, senza poterlo salutare. Ed è questo ciò che fa più male: dover dire addio da lontano ad un pilota che ha segnato, un’epoca per la Ferrari, che, purtroppo, non si è conclusa nel modo in cui tutti si aspettavano. Sebastian ne è uscito da sconfitto, perché ha fallito in quello che era il suo intento. «Credo che fossi attratto per le giuste ragioni da una splendida donna con la chioma rossa che mi mostrava interesse e guardandoci indietro il nostro obiettivo, il mio obiettivo, era di vincere il campionato e non l’abbiamo raggiunto. Quindi sotto questo aspetto abbiamo fallito. Ma abbiamo comunque vissuto momenti speciali e belle gare, quindi non lo rimpiango».


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Quello di Vettel, però, non è stato solo un capitolo emozionante, un sogno diventato realtà, ma anche un periodo buio per la sua carriera. Un’esperienza che sarebbe potuta terminare in maniera differente, forse, se, al suo fianco, ci fosse stato colui che, alla Ferrari, ha vinto ben cinque mondiali e che gli aveva consigliato di abbracciare il progetto della scuderia italiana. «Ho chiesto un parere a Sabine Kehm (manager di Schumacher). Purtroppo non ho potuto parlare con Michael, anche se tempo fa gli avevo raccontato della possibilità che mi offriva Stefano Domenicali. Gli dissi che mi sentivo onorato e lui commentò che se avessi accettato avrei trovato una bella atmosfera ed un grande entusiasmo. Mi sembrò un sogno ed oggi sono davvero felice di essere dentro quel sogno!».


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«Ti prometto che non cercherò di farti cambiare idea, se ti stai lasciando alle spalle il mio amore». Così cantava Lewis Capaldi nel suo singolo “Leaving My Love Behind”. C’è stato il momento di amarsi, ma, adesso, è arrivato quello di lasciarsi, di deporre il casco con il cavallino e la tuta rossa, rivolgere un ultimo sguardo da innamorato alla Scuderia e dividersi. È giunto il momento di prendere due strade differenti, di gettarsi alle spalle ciò che è stato e dimenticare ciò che avrebbe potuto essere, per pensare solo a ciò che sarà. Sebastian non sarà più pilota Ferrari, ma vi sarà per sempre legato. La Scuderia Ferrari avrà altri piloti, ma il tedesco farà sempre parte della sua storia. 

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È un addio che lascerà dei segni indelebili, delle cicatrici, che guariranno con il tempo e, forse, con il trascorrere degli anni, i ricordi saranno anche più belli ed emozionanti. Certamente lo saranno per i tifosi di Sebastian Vettel e della Ferrari, che, nonostante il divorzio, continueranno a volergli bene, a sentirlo ferrarista, ad augurargli il meglio. Perché è difficile non amarlo, non solo per il campione che è in pista, ma anche per l’esempio di uomo che rappresenta nella vita di tutti i giorni. Mai scorretto né nei confronti dei suoi avversari né della scuderia, sempre pronto ad assumersi le proprie colpe e mai una parola di troppo. Tutti aspetti che lo hanno reso stimabile agli occhi dei tifosi italiani, e non, e, automaticamente, anche un uomo da proteggere, da sostenere quando tutto sembra andare per il verso sbagliato. Proprio come questi due anni. E questa situazione ricorda molto quella del 2012, quando stava attraversando un momento difficile e, a difenderlo, ci aveva pensato il suo idolo, Michael Schumacher. «Sebastian è un tipo fantastico ed un grande pilota che in questo momento ha il vento contro. È un processo di apprendimento. Per essere un buon campione bisogna anche saper perdere. Solo dopo si ottiene più rispetto e si impara a godere veramente dei successi». 

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Ed è quello che gli auguriamo: di poter rinascere dalle proprie ceneri ed uscirne più forte, maturo e sereno. Di poter tornare a lottare, a mostrare il suo valore, a riuscire lì dove, in Ferrari, ha fallito, di trovare un ambiente che lo ami come in Red Bull, la sua prima casa, ma stimi come la Scuderia di Maranello. E forse non avremo avuto la possibilità di salutarlo dal vivo, ma tutti, giovani ed adulti, oggi, riuniti dinanzi alla televisione, gli abbiamo detto addio, gli abbiamo mandato l’ultimo bacio e l’ultima frase, abbiamo versato le ultime lacrime, ci siamo abbracciati, perché non è terminata solo una storia d’amore, ma un’era. L’era di Sebastian Vettel da pilota Ferrari, nata il 29 novembre 2014 e conclusasi il 13 dicembre 2020.

 

“Grazie ragazzo, con il cuore rosso… anche a casa loro”

Aurora Loffredo

Aurora Loffredo

Appassionata di Motorsport, e in generale di sport, ho iniziato a scrivere per Multiformula ad agosto del 2020. Oltre allo sport, mi piace molto la lettura e la musica.

2 pensieri su “Cuore d’oro… Cuore rosso

  1. Tutto vero e assolutamente dello da leggere. Questo conferma una questione assoluta:i piloti vengono e poi vanno; la FERRARI resta.Parlando di F1,inevitabilmente,il necessario,in promosso,è la vettura.Detto questo; Vettel,un FERRARISTA VERO! D'ora in poi,però,un"nemico".
    Grazie,ciao.

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