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Il talento oltre il nome – parte 2

I figli d’arte sono solo nome… o di più?

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Oltre ai già presentati piloti attuali di Formula 1, tra i figli d’arte troviamo anche ragazzi che, purtroppo, da quest’anno non corrono più per la serie maggiore e per la Formula 2 e che, quindi, disputeranno altri campionati.

Scopriamoli!

LA FAMIGLIA ALESI

Il figlio di uno dei piloti più noti nell’ambiente di Formula 1 è sicuramente Giuliano Alesi. Suo padre Giovanni Roberto, detto anche Jean, è un ex pilota automobilistico approdato nella serie maggiore nel 1989 dopo diversi successi nelle categorie minori. Tra le varie scuderie per cui ha corso figura la Ferrari, con la quale ha vinto il suo unico Gran Premio in carriera. Dopo il suo ritiro dalla Formula 1 avvenuto a fine 2001, ha disputato diversi campionati, tra cui quello DTM. La sua forte passione per le vetture l’ha trasmessa a suo figlio, che, fino all’anno scorso, gareggiava in Formula 2, nel team MP Motorsport.

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Giuliano inizia a correre nei kart nel 2013, per poi debuttare nella Formula 4 francese, dove conclude 2° nella categoria junior e 4° nella classifica generale. Da qui prende parte ai test poststagionali GP3, con i team Arden International e Jenzer Motorsport, per poi essere ingaggiato dalla Trident. La sua prima stagione si dimostra essere difficile, mentre la seconda è molto più positiva, tanto che conquista tre vittorie ed una quinta piazzanella classifica piloti.

Il 2018, invece, è per lui molto negativo, ma l’anno successivo riesce comunque a passare in Formula 2, sempre con la stessa scuderia. Nella scorsa stagione firma con la squadra HWA Team, per poi passare, stagione in corso, nel team MP Motorsport a rimpiazzare Matsushita.

Purtroppo Giuliano non gareggerà in Formula 2 quest’anno, ma gli auguriamo di coronare un giorno il suo sogno: arrivare in Formula 1!

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LA FAMIGLIA MAGNUSSEN

Ci spostiamo ora in Danimarca perché anche il pilota che lascia il team Haas assieme a Grosjean, Kevin Magnussen, è un figlio d’arte. Il padre Jan Magnussen nasce a Roskilde nel luglio del 1973 e il suo primo successo come pilota è la vittoria della British F3 nel 1994. Il debutto in Formula 1 arriverà l’anno successivo quando viene ingaggiato da McLaren per sostituire l’infortunato Mika Häkkinen al GP d’Europa. Diventa pilota titolare due anni dopo al fianco di Rubens Barrichello per Stewart Grand Prix e in nessuna delle due stagioni riuscirà ad ottenere grandi risultati (conquista solo un punto) e verrà sostituito a metà della stagione 1998 da Jos Verstappen.

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La passione per i motori chiaramente è di famiglia e anche Kevin decide di seguire le orme del padre. La sua carriera inizia nei kart, passando poi alle monoposto nel 2008 dove vince la Formula Ford in Danimarca, arriva secondo nella Formula Renault 2.0 (2009) e terzo nella Formula 3 tedesca (2010). Il debutto in Formula 1 avviene nei test per giovani nel 2012 dove segnò il miglior tempo con McLaren.

Dopo aver conquistato il titolo della Formula Renault 3.5 Series viene ingaggiato da McLaren nel 2014 e conquista al primo Gran Premio il terzo posto. La sua prima stagione di Formula 1 è segnata da molte conclusioni in zona punti, ma la seconda stagione viene confermato come terzo pilota per il 2015. Passerà poi in Renault per la stagione 2016 e infine dal 2017 al 2020 nel team Haas con cui ha avuto molti e bassi vista la scarsa competitività della vettura. Il ritiro dalla Formula 1 è stato annunciato prima della fine della stagione scorsa e nel 2021 Kevin correrà nella categoria IMSA.

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LA FAMIGLIA PIQUET

Un altro figlio d’arte proveniente dal brasile è Pedro Piquet, figlio del tre volte campione del mondo Nelson, che ispirato dai successi del padre è diventato pilota e sogna la Formula 1. Nelson Piquet inizia la sua carriera sportiva come tennista, a 14 anni però si appassiona ai kart e abbandona racchetta e palline per indossare tuta e casco. Il passaggio nelle monoposto avviene nel 1974 nella Formula Super Vee, due anni dopo arriva al suo primo successo vincendo il campionato prima citato.

Dopo essersi trasferito nel 1977 in Europa l’anno successivo esordisce in Formula 1 nel Gran Premio di Germania a bordo di una Ensign-Ford. Nella stessa stagione salirà su altre due vetture senza ottenere grandi risultati fino al passaggio in Brabhan dalla stagione 1979. Dopo una prima stagione segnata da molti ritiri, nel 1980 diventa vice campione e l’anno successivo per la prima volta campione. Ritornerà a conquistare il titolo mondiale sempre con Brabham nel 1983. Il terzo e ultimo mondiale è invece conquistato a bordo di una Williams nel 1987.

Dopo 14 stagioni in Formula 1, Nelson si ritira al termine della stagione 1991 continuando però a partecipare a svariate competizioni, come la 500 miglia di Indianapolis.

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Il talento del padre sicuramente è stato trasferito al figlio Pedro che negli 8 anni di kart (dal 2006 al 2013) ha conquistato tre campionati brasiliani. Il debutto nelle monoposto avviene nel 2014 nella Formula Toyota e il primo successo arriva nello stesso anno con la vittoria della Formula 3 Brasiliana che ottiene anche l’anno successivo. Ottiene anche un secondo posto nella Formula Toyota nel 2017. Nella stagione 2020 ha corso per il Sauber Junior Team conquistando solo 2 punti e piazzandosi 21esimo nella classifica piloti.

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LA FAMIGLIA ALBON

Uno degli esempi di pilota che ha deciso di correre in una categoria differente da quella del padre è proprio il thailandese Alex Albon. Nigel è un pilota automobilistico britannico, che ha corso per l’ultima volta nella Porsche Carrera Cup Asia per il Team Vertu nel 2007, dove, con la sua 4° piazza, ha ottenuto il miglior piazzamento in classifica piloti della sua carriera. È evidente che sia stato lui a trasmettere al figlio la sua passione per il Motorsport, tanto che, dopo averlo portato ad una gara, Alex rimane talmente sorpreso da voler iniziare anche lui a gareggiare. Giunge, così, il primo kart, nel quale si allena prima di entrare in un campionato ufficiale ed ottenere i primi successi.

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Nel 2012 entra nel Red Bull Junior Team e da qui inizia la sua carriera nelle serie maggiori, che, se da un lato lo vede vicecampione di GP3, dall’altro, invece, è vittima di una rottura della clavicola in un allenamento in bici ed è costretto a saltare la doppia gara di Baku al suo primo anno in Formula 2. Questo stop avrebbe potuto avere conseguenze negative anche sulla sua forza mentale, ma Albon è riuscito a reagire nel miglior modo possibile: ottenendo il suo primo podio nella categoria delle gare sprint.

Nel 2018 è confermato il suo passaggio in Formula 1, in Toro Rosso, al fianco di Daniil Kvjat. Conquista subito i primi successi e le sue ottime prestazioni gli consentono di passare subito in Red Bull, in sostituzione di Pierre Gasly, retrocesso in Toro Rosso. Alex sembra essere entrato fin da subito in confidenza con la monoposto, tanto da sfiorare anche il suo primo podio in Brasile, sogno svanito in seguito ad un contatto con Lewis Hamilton. Ed il bilancio della stagione è sorprendente: chiude in ottava posizione con 92 punti e, aspetto che ha lasciato più interdetti, con più punti realizzati di Max Verstappen fino al Gran Premio di Messico. Lo scarto di 58 a 39 è stato solo uno degli aspetti che lo ha portato ad essere nominato Rookie dell’anno 2019 dalla FIA. La bravura di Alex, però non è bastata.

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Il 2020 sembra iniziare bene, ma le sue prestazioni discontinue gli permettono di concludere solamente 7° nel campionato piloti, a pari punti con Carlos Jr. Sainz, e con un distacco di quasi cento punti dal suo compagno di scuderia, Max Verstappen. Le uniche soddisfazioni della stagione sono i due podi rimediati nel rocambolesco Gran Premio della Toscana e del Bahrain, in seguito alla rottura del motore per Sergio Perez.

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A causa di questa sua stagione poco brillante, è stato sostituito da Sergio Perez, mentre rimarrà nel team come terzo pilota. Però non tutto il male vien per nuocere! L’entrata della Red Bull Racing nel DTM come costruttore garantirà ad Alex di continuare a correre, laddove le gare non si sovrappongano ai suoi impegni di terzo pilota.

Questa è sicuramente una seconda possibilità per Alex, che potrà migliorarsi e rinforzarsi e sperare di ritornare, nuovamente, in Formula 1. D’altronde, è giovane ed il talento non gli manca di certo, ha solo bisogno di ricredere in se stesso, come ha fatto Pierre Gasly prima di lui. 

 

Storie più o meno simili che hanno visto i figli d’arte uscire di scena, per far spazio ad altri giovani piloti. Ma chissà, forse non tutto è perduto! Potrebbero avere una seconda possibilità che, certamente, molti di loro non si lasceranno sfuggire.


A breve la terza parte con altri nomi della formule minori!

 

Lucia Emilia Saugo e Aurora Loffredo

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Multiformula

Multiformula è un blog nato nel 2020 per condividere la nostra passione per il motorsport, dare spazio a quelle categorie come le Feeder Series di cui si parla ancora poco e soprattutto abbattere i pregiudizi che si incontrano in queste categorie.

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