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Formula 1| Le domeniche d’agosto quanta pioggia che cadrà

Maria Sole Suriano e Olivia Carbone. Formula 1

Che il Belgio non fossero le Bahamas era chiaro a tutti, ma questa pioggia il 29 di agosto era davvero necessaria? Ce lo siamo domandati in tanti, oltre che a chiederci più di una volta se questo fosse il gran premio di Spa o il traffico mattutino di un classico inverno in Pianura Padana.

I presupposti per tale declino c’erano tutti sin dal principio, con Perez che di certo quel muro non avrebbe dovuto prenderlo. Eppure in fin dei conti non gli è andata male, un 20esimo posto sudato dai meccanici RedBull che assomigliano più agli Umpa Lumpa della Fabbrica di cioccolato.

Da quell’incidente però i ritardi si sono solo allungati, ogni cinque minuti un segnale ripeteva “gara posticipata di 5 minuti”, e probabilmente la guerra dei cent’anni è durata meno dell’attesa di questo gran premio. Il tempo però è stato colmato da tutti in modi diversi e stravaganti, e ci sembra giusto elencare i migliori, sapete com’è, per sentirci più capiti.

I più gettonati erano mangiare e dormire.

Pierre Gasly si è riscoperto un grande amante degli insaccati. Antonio Giovinazzi invece preferisce le barrette ai cereali, per rimanere in forma.

Chi invece, come Lando Norris, non si è privato dal sonnecchiare. Alla fine basta una termocoperta e una sedia in plastica per essere felici.

Ma la casa di riposo “Formula 1” non si è fermata a questo, le attività di gruppo erano tra le più disparate.

In Ferrari, Leclerc e Sainz, hanno optato per un’intellettuale partita a scacchi sui loro smartphone. I due tedeschi invece si sono dati ad una partitella a calcio, d’altronde da lì a poco sarebbe cominciata la seconda giornata di Serie A. Anche in pista i commissari non si sono astenuti da una bella gara di bocce sulla ghiaia, momento altissimo per lo sport mondiale dobbiamo ammetterlo.

In ogni casa di riposo che si rispetti, non mancano i balli di gruppo, e in Alpine ne sanno qualcosa. La grande performance della macarena ha lasciato un segno indelebile nel mondo della danza.

Nel caos generale però bisognava tenersi attivi. Dove Lando Norris peccava c’era infatti Yuki Tsunoda, con un caffè e una RedBull ha fatto il pieno anche per noi.

Se c’è stata una certezza però, è che non c’erano certezze.

Il regolamento d’altronde assomigliava più alla Sacra Bibbia, tutti sanno che cosa dice, ma nessuno riesce davvero a capirlo. Solo in Ferrari sapevano di cosa si parlasse, a furia di leggerlo per sapere quali regole infrangere si impara qualcosa.

Dopo ore di attesa, in cui anche noi ci stavamo chiedendo se questo articolo sarebbe stato scritto o meno, è arrivata la luce. Si gareggia, ma…solo per due giri.

E’ giusto informarvi che qui le polemiche non sono bene accette, sappiamo che le regole adottate non sono tollerabili, ma in fin dei conti quanto è bello scherzarci sopra?

Riprendendo da dove ci siamo lasciati, i due fatidici giri.

Forse per lo stress, o per la stanchezza, la stessa FIA ha dimenticato la matematica, facendoci sentire come a casa dobbiamo ammetterlo. Nessuno saprà mai se erano tre giri e con la bandiera rossa sono diventati due, o se erano due e ne è rimasto uno, le addizioni e sottrazioni non sono il nostro forte, siamo giornaliste non matematiche.

Però un lato positivo c’è stato: finalmente la maledizione di George Russell è spezzata, o quasi.

Non ha disputato la sua gara, e forse quel podio è stato un po’ rubato, ma le qualifiche non si dimenticano vero? E poi diciamolo, chi non lo aspettava con ardore questo momento?

Vallteri Bottas. Formula 1

Maria Sole Suriano

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