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Sarà l’altitudine l’incognita del gran premio del Messico?

Il round 18 della stagione 2021 vede la Formula 1 dirigersi in Messico, all’inizio della tripletta finale. L’altitudine di Città del Messico rappresenta un’altra sfida per team e piloti: a oltre 2.238 metri sul livello del mare, è il circuito più alto visitato dalla Formula 1.

Alcuni piloti non hanno mai guidato su questo tracciato, ne hanno avuto un assaggio solo al simulatore. Questo ha comportato una preparazione differente, come dichiarato da Yuki Tsunoda:

“Sono ansioso di vedere quale effetto avrà su di me l’altitudine di Città del Messico, siccome non ho mai guidato prima in queste condizioni. Con il casco, immagino che possa essere piuttosto difficile e impegnativo per collo e braccia, ma a quanto pare, l’effetto principale è sulla frequenza cardiaca. Normalmente non ho alcun problema di questo genere, ma nel mio allenamento in preparazione al Messico mi sono concentrato di più sulla resistenza con questo in mente.”

Max Verstappen Messico GP Formula 1
Photo by Mark Thompson

Per altri, invece, l’aver già avuto anche solo una breve esperienza su questo tracciato può essere d’aiuto. Ecco le parole di Nicholas Latifi:

L’Autódromo Hermanos Rodríguez è un’altra pista del calendario in cui non ho ancora corso come pilota di Formula 1, anche se vi ho affrontato le FP1 nel 2018 e 2019, esperienza utile. È un circuito unico in quanto l’altitudine è la più alta dell’anno, il che rende sempre le cose molto interessanti per i piloti. E anche una grande sfida per ottenere la macchina giusta.”

Le parole del pilota Williams introducono ad un altro fattore chiave del gran premio. L’altitudine del circuito di Città del Messico, infatti, va a inficiare non solo sul pilota, ma anche sulle prestazioni delle vetture di Formula 1.

Le vetture e le problematiche causate dall’altitudine

La prestazione di una vettura dipende in gran parte dalle molte particelle d’aria invisibili che galleggiano intorno a noi. L’altitudine influisce su tutto quello che facciamo per la quantità di particelle d’aria e la densità dell’aria a quella specifica altezza. A 2.285 metri sul livello del mare c’è circa il 25% in meno di densità d’aria rispetto ad altitudini minori, quindi un quarto in meno di ossigeno.

Ci sono molti fattori che garantiscono il corretto funzionamento di una vettura di Formula 1, tra cui: l’aerodinamica, il raffreddamento, e la Power Unit. Questi elementi sono fortemente influenzati dalla quantità di aria a loro disposizione e quindi, meno aria significa prestazioni diverse.

L’alta quota non influisce direttamente sulla corsa, perché tutti sono colpiti allo stesso modo. Tuttavia, diverse auto saranno influenzate dagli effetti dell’altitudine in modi diversi: l’assetto e le strategie possono confondere e offrire sorprese nel corso del weekend.

L’aerodinamica

A causa dell’aria sottile per l’altitudine, la resistenza di una vettura di Formula 1 a Città del Messico è molto più bassa. Ecco perché le auto sono così veloci sui rettilinei in Messico, con una velocità massima superiore a quella di Monza (350 km/h). Tuttavia, c’è meno aria che spinge l’auto nel terreno. Di conseguenza, viene utilizzata la più alta specificazione di carico aerodinamico – livello di Monaco dell’ala.

Circuito Messico GP scelta Pirelli gomme altitudine
Fonte: GPone.com

Un aspetto che vede coinvolta anche la strategia relativa ai pneumatici Pirelli, come afferma il responsabile della performance della vettura in Williams, Dave Robson:

La Pirelli fornisce la stessa gamma di composti intermedi dell’ultima volta ad Austin. Questi composti dovrebbero affrontare le condizioni di presa bassa ragionevolmente bene e dovrebbe essere tollerante del carico aerodinamico ridotto sulle auto questo fine settimana. Probabilmente ci vorranno un po’ di giri perché i piloti si abituino al basso livello di downforce; una volta fatto questo, saremo in grado di cominciare ad accordare il set-up. È probabile che anche nelle FP3 lavoreremo ancora sul set-up per capire i migliori compromessi nelle condizioni difficili.”

Il motore

Per quanto riguarda il motore, il Turbo deve lavorare di più per compensare la minore densità dell’aria e lo fa ruotando ad una velocità superiore. Alcuni produttori se la caveranno meglio di altri a seconda delle dimensioni del loro Turbo e il layout del loro sistema Power Unit.

Il raffreddamento

Probabilmente però la sfida più ardua che dovranno affrontare i team riguarda il raffreddamento.

Photo by Mark Thompson

Una maggiore altitudine significa meno aria passa attraverso i radiatori, prese d’aria e condotti ovvero meno raffreddamento. Ovviamente, i team cercano di aprire il più possibile le uscite di raffreddamento dell’auto, aumentando le dimensioni delle prese d’aria e dei condotti per portare più particelle d’aria. Ciò riduce anche le prestazioni aerodinamiche e aumenta la resistenza dell’auto, quindi bisogna trovare un equilibrio tra i due. La mancanza di flusso di massa dell’aria limita il potenziale di raffreddamento della Power Unit che richiede un’attenta gestione per garantirne l’affidabilità. Il surriscaldamento coinvolge anche i freni, e questo può portare ad usura accelerata. Inoltre, la turbo rotazione a velocità più elevate provoca ulteriore sforzo meccanico sulla turbina e gli elementi del compressore.

Una sfida che può offrire opportunità per tutti, vista e considerata la condizione differente e le varie incognite che questo circuito può offrire.

Mexico City, aquí vamos!

Anna Botton

Appassionata di comunicazione e di ogni forma d'arte (sport incluso). Le emozioni sono il mio pane quotidiano. Autodromo, stadi e palazzetti sono la mia seconda casa. Il sogno? Entrarvi con un pass al collo.

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