Molto sdegno da parte dei piloti di Formula E al termine del secondo appuntamento a Diriyah: dopo anni di discussioni e vittime, si torna a parlare della sicurezza nel motorsport.
Il caso
Gara 2 di Formula E a Diriyah, in Arabia Saudita. Poco più di 9 minuti + 1 giro alla fine di una gara emozionante che vedeva in testa la Rokit Venturi Racing di Edoardo Mortara.
Viene poi esposta la bandiera gialla: safety car.
La Mahindra Racing di Alexander Sims urta un muro e si ferma ai lati della pista.
Entra allora una gru per spostare la monoposto dal circuito, ma nel frattempo transitano a fianco di essa le auto in coda dietro la safety car.

Scene che hanno fatto riflettere sul fattore sicurezza: nonostante le monoposto in gara fossero rallentate grazie alla bandiera gialla e alla safety car, i piloti si sono comunque ritrovati a dover evitare un pericolo improvviso, proprio dietro una curva con poca visibilità.
La gara è poi terminata in regime di safety car, con la vittoria di Edoardo Mortara su Robin Frijns e Lucas Di Grassi.

Deja vu da dimenticare
Una gru in pista per rimuovere una monoposto mentre le altre continuano la loro corsa.
Uno scenario che avrà stupito e spaventato chi, durante il Gran Premio del Giappone 2014, vide portare via la vita un giovane pilota di Formula 1 a causa di un mezzo di soccorso che occupava il circuito:
Il francese Jules Bianchi, perse improvvisamente il controllo della sua monoposto a causa dell’asfalto bagnato e uscì di pista schiantandosi sotto la pala di un mezzo di soccorso intento a recuperare la macchina di Sutil, anche lui finito fuori pista qualche minuto prima.
Questo pensiero lo ha avuto anche un pilota che, in quell’anno, lo affiancava in griglia: Jean-Éric Vergne.
Dopo la gara, il pilota della DS Techeetah, ha pubblicato un Tweet dimostrando il suo sdegno per l’accaduto:
Ancora scioccato nel vedere come è stata gestita la fine della gara. Una gru in pista, una safety car che si ferma proprio davanti ad essa in una curva cieca con conseguente accumulo di auto, nessuna informazione fornitaci… sembra che le persone non imparino dagli errori del passato
Preoccupazioni ed errori
Non solo Vergne ha espresso la sua preoccupazione a proposito del contesto poco sicuro:
Maximilian Günther, pilota della Nissan e.dams, subito dopo la gara ha ammesso:
“Sembrava un po’ pericoloso, l’auto si muoveva veramente tanto”
Un altro evento che ha fatto discutere è stato anche l’improvviso rallentamento della safety car, che giunta alla curva dove si trovava la monoposto danneggiata, ha dovuto decelerare di quasi 10 km/h, mettendo alla prova i riflessi dei piloti.
Anche questo evento ha causato malcontenti e ne ha parlato lo stesso direttore di gara, Scot Elkins, a RaceFans:
“Questo è probabilmente l’unico errore: non aver avvisato tutti sulla sicurezza nel rallentare, perché la safety car ha fatto un po’ di marcia indietro ed era un po’ scombussolata”.
Il motorsport è sempre stato uno degli sport più pericolosi di sempre, ma ci auguriamo tutti che questa sia l’ultima volta che avvengano sviste del genere, ringraziando che per questa volta non sono state registrate conseguenze.