Ed è così che finisce la stagione di Gabriele Minì, con una vittoria che lascia un gusto dolceamaro sulla lingua del diciassettenne siciliano.
Chissà se quel pilota che ci ha sempre dimostrato di essere freddo e distaccato nel suo approccio alle gare, nella privacy del dopo gara ripensa a tutto quello che è successo durante il corso di quest’anno, alla sfortuna che lo ha perseguitato durante questa stagione, seguendolo come una compagna fedele. Minì F3
Quelli come Gabriele li riconosci subito nel paddock: parlano poco, ma lavorano tanto e non amano far parlare di sé, se non per i risultati in pista.
Chissà se quel bambino di un anno, che era scoppiato a piangere dopo aver sentito il rombo di un kart per la prima volta, se lo sarebbe mai immaginato un futuro in cui sarebbe diventato il volto del futuro dell’automobilismo tricolore.
E chissà se nel giorno in cui la storia del Gabriele pilota inizia, quando a due anni e mezzo in un parcheggio vuoto si mette per davvero al volante di un kart, il piccolo Minì aveva lo stesso sguardo agguerrito del Minì più cresciuto, sotto al casco in una formula regional.
Dino Beganovic e Gabriele Minì in un silenzioso mutuo, loro che la tuta l’avevano condivisa, nel 2020, in Formula 4 con Prema, dove si trovavano a ruoli invertiti, con Gabriele sul tetto d’Italia e Dino relegato al terzo posto. Due, che proseguono il loro viaggio a braccetto, saltando di categoria in categoria, protagonisti di una rivalità giovanile che si fa ogni anno più seria.
Chissà che Gabriele troveremo l’anno prossimo in Formula 3; non possiamo che augurarci quello più agguerrito e competitivo che ci possa capitare. Minì F3
