Che fosse un mondiale infuocato lo sapevamo tutti, fin dall’inizio. Una sfida lunga ventidue gare, il giovane Leone della Red Bull contro il Re campione in tutti i record. E anche ad Austin ne abbiamo avuto la prova. Finalmente, dopo le libere del venerdì durante il quale è volata qualche parola pesante, dopo le tiratissime qualifiche del sabato, di nuovo corpo a corpo, in prima fila, loro due, davanti al semaforo verde. Analizziamo insieme il gran premio degli Stati Uniti.
Una lotta che sembra non finire mai
Sono passate sedici gare eppure, a cinque appuntamenti dalla fine, la classifica ancora balla, il distacco tra Lewis Hamilton e Max Verstappen è minimo. Avremo i brividi fino all’ultima curva. E così sia: non è questa la magia del motorsport?
Al via si scontrano subito: in un primo momento l’olandese arriva a spingere Hamilton fino all’uscita della pit-lane, ma, arrivato alla curva, il Sir riprende la guida del gran premio. Per l’intera gara i due contendenti al titolo si scambiano la prima e la seconda posizione tra i pit-stop e le strategie delle corrispondenti squadre. A soli cinque giri dalla fine il gap tra i due è di un secondo e poco più: ci sono solo loro a rincorrersi, a guardarsi l’un l’altro negli specchietti; gli altri sono lontani, troppo per rappresentare un’effettiva minaccia. Alla fine la vittoria andrà a Super Max, l’ottava di questo 2021. Decisamente un colpo basso per Lewis Hamilton e per la Mercedes stessa, considerando che il circuito americano è ormai da anni un feudo del team tedesco (fatta eccezione per la vittoria di Raikkonen, allora in Ferrari, nel 2018).
McLaren-Ferrari: in palio il terzo posto in classifica costruttori
Se in prima fila avevamo le monoposto numero 44 e 33 a darsi battaglia, pochi metri indietro c’è un’altra storia da narrare, quella di due team storici della Formula Uno: la McLaren e la Ferrari, quest’anno in lotta per il terzo posto nella classifica costruttori. Con l’arrivo del nuovo motore avanzato, la Ferrari smentisce tutti i pronostici negativi e riesce a mettere in crisi le macchine color papaya (motorizzate Mercedes).
E’ alla partenza che avviene lo spettacolo: le monoposto di Lando Norris e Daniel Ricciardo, questa settimana più in forma rispetto al compagno di squadra, accerchiano la rossa di Carlos Sainz, che, nonostante tutto, tiene testa e mantiene la posizione.
A fine gara la situazione è la seguente: Leclerc e Sainz quarto e settimo, Ricciardo e Norris quinto e ottavo. A dividere i due team è Valtteri Bottas, che ha approfittato dei pit-stop mal riusciti sulle monoposto 55 e 4. Charles, tagliata la bandiera a scacchi, apre la radio e risponde ai complimenti del team principal Mattia Binotto: “La macchina c’era, i progressi nelle ultime gare sono buoni, continuiamo così.” Al momento il distacco tra i due team è di 3,5 punti, nei prossimi fine settimana ogni singolo dettaglio sarà fondamentale.
Giornata no in casa Alpine e Alpha Tauri
Domenica decisamente da dimenticare in casa Alpine, in lotta con l’Alpha Tauri e l’Aston Martin per il quinto posto sempre nel mondiale costruttori: entrambe le auto sono state costrette al ritiro.
Situazione migliore per quanto riguarda l’Alpha Tauri: ad addolcire il ritiro di Gasly c’è il nono posto guadagnato dal giapponese Yuki Tsunoda, che porta così a casa qualche punto che, alla fine dei conti, potrà essere decisivo.