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GP Arabia: circuito pronto al fotofinish

Questo weekend la Formula 1 farà tappa a Jeddah, in Arabia Saudita, per il gp più discusso della stagione.

Già l’annuncio aveva avviato le polemiche. Sono emerse, infatti, nuovamente le critiche legate all’incoerenza delle decisioni di Liberty Media che da una parte promuove valori etico-sociali con la campagna “We Race as One” e dall’altra decide di correre in un paese in cui i diritti sociali e le minoranze non vengono tutelate, anzi!

Anche noi in precedenza ci siamo soffermate su questo argomento, uno dei fattori più contraddittori del rapporto tra Formula 1 e Medio Oriente.

Concentrando la nostra attenzione su questo gran premio, aveva fatto molto discutere l’ipotetico inserimento di regole rigide del dress code.

I cittadini dell’Arabia Saudita sono normalmente tenuti a vestirsi in modo conservativo. Applicare ciò anche nell’ambiente della Formula 1 che ha un proprio regolamento e una visione differente avrebbe rischiato di allontanare il circus. Ecco perciò il dietrofront dell’organizzazione: la volontà di restare nel calendario anche in futuro ha avuto la meglio.

Una scelta contraddittoria che fa comunque storcere il naso.

La problematica dei diritti umani ha distolto l’attenzione sull’aspetto tecnico del circuito: cittadino, ma con parte di pista realizzata ex novo in un’area bonificata vicino al mare. Costruzione del circuito che può essere paragonata all’Odissea per i ritardi sulla tabella di marcia e gli ostacoli incontrati. Facendo ben sperare chi questa gara non vorrebbe si corresse.

Però, come si suol dire, la speranza è l’ultima a morire. E mentre quella degli appassionati è morta (alimentata forse dalla lotta al vertice), quella degli organizzatori e della Formula 1 è più viva che mai.

Il circuito di Jeddah: in bilico fino all’ultimo

GP Arabia Saudita: il circuito di Jeddah
Fonte: F1world.it

Ad un mese circa dalla gara, tanti appassionati hanno giudicato il cantiere ancora ben lontano dall’essere terminato. Il promoter e il circus ovviamente hanno negato l’esistenza di grossi ritardi nella costruzione del circuito, con i lavori proceduti senza sosta. Entrambe le parti hanno l’esigenza che il gran premio si disputi.

La situazione di 5 settimane fa la potete vedere in questo video.

Come dichiarato da Michael Masi, “Il timore di non fare in tempo con un nuovo circuito c’è sempre, ma sono abbastanza tranquillo dato che ho vissuto questa situazione nel 2010 in Corea. Sono stati fatti tanti parallelismi con quell’evento e con quello in India, ed entrambi alla fine si sono tenuti senza alcun problema. Quindi sono piuttosto sicuro che in Arabia Saudita accadrà lo stesso”.

Col passare delle settimane, però, gli sviluppi e i progressi nella realizzazione del circuito di Jeddah erano ben visibili a tutti. Una cosa straordinaria pensando che hanno iniziato la costruzione ad Aprile 2021 e il tempo minimo per un nuovo circuito è di 12 mesi. Velocità che ha stupito tutti, ma che al tempo stesso ha fatto sorgere comunque qualche dubbio circa la condizione dei lavoratori.

Solo sul posto si scoprirà quanto l’impianto sia effettivamente completo, noi conosciamo solo i lavori legati alla pista (praticamente ultimata).

E pensare che la pista sarà utilizzata solo per 2 edizioni del Gran Premio d’Arabia Saudita, poi passerà il testimone al circuito permanente che sarà realizzato a Qiddiya, vicino alla capitale Riyadh!

Strano, ma vero, il primo GP di Formula 1 in Arabia Saudita s’ha da fare.

Le velocità elevatissime che toccheranno i piloti, i muri vicini che non permettono errori fanno pensare ad una gara adrenalinica. Sarà davvero così o le polemiche continueranno?

Anna Botton

Appassionata di comunicazione e di ogni forma d'arte (sport incluso). Le emozioni sono il mio pane quotidiano. Autodromo, stadi e palazzetti sono la mia seconda casa. Il sogno? Entrarvi con un pass al collo.

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