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Yas Marina, un anno dopo

Siamo giunti alla fine di questa stagione 2021, dopo lotte, vittorie inaspettate e momenti che ci hanno fatto emozionare. Il viaggio del Circus si conclude ad Abu Dhabi, al circuito di Yas Marina, che dal 2014 ospita la gara conclusiva del campionato. E si iniziano a tirare le somme.

Lewis Hamilton

Se nel 2020 Lewis Hamilton si presentò ad Abu Dhabi già come “Campione del Mondo”, non si può dire lo stesso di quest’anno. Davanti ad un upgrade del pacchetto Red Bull e alla crescita del pilota prodigio Max Verstappen, la Mercedes ed il pluricampione britannico si sono trovati in difficoltà, dando origine ad una serie di errori che hanno portato ad una fiducia altalenante tra il team ed il pilota durante la stagione.

Quest’anno abbiamo visto il Lewis più umano, quello che davanti alle folle di Super Max sussurra di “aver dato tutto“, ma anche il talento puro di uno dei più grandi della storia della Formula Uno: la conquista della centesima vittoria a Sochi, la rimonta di ben 25 posizioni in Brasile… Alla fine avevamo bisogno di questa difficoltà per apprezzare a pieno la mostruosità di questo campione che, negli ultimi anni, ha avuto sostanzialmente la strada un po’ troppo spianata.

Charles Leclerc

Era sbarcato in Ferrari nel 2019 come “Predestinato“. Nel 2020 Charles Leclerc arrivò al circuito di Yas Marina con un sorriso amaro: sapeva di aver fatto una buona stagione considerando le prestazioni della SF1000 e di aver battuto il suo ex compagno di squadra Sebastian Vettel. Nello sguardo di Charles c’era speranza in vista del 2021, nonostante il team di Maranello non promettesse una macchina in grado di lottare per le prime posizioni. Il nuovo obbiettivo era il terzo posto nella classifica costruttori.

Bruno HQ su Twitter

Ed il 2021 è arrivato. A fine stagione possiamo dire che la Ferrari ha conquistato il terzo posto in classifica costruttori ed è riuscita ad azzeccare la line-up dei piloti: al suo primo anno a Maranello, il nuovo arrivato Carlos Sainz ha dimostrato un’incredibile capacità di adattarsi alla macchina, portando a casa dei punti utili per il campionato per ben 14 GP consecutivi (solo il Michael Schumacher fece meglio).

Quindi, da una parte abbiamo il team italiano che sorride davanti al bilancio di quest’anno, ma non fa lo stesso Charles Leclerc. Quella del monegasco è stata una stagione particolarmente sfortunata (basta pensare a Monaco o alla Turchia), in cui il pilota è salito sul podio una singola volta a Silverstone. C’è sicuramente il rimpianto di qualcosa che si poteva fare meglio, ma dall’altra parte bisogna anche analizzare la schiacciante superiorità di chi, in questa stagione, ha sempre lottato per il primo e secondo posto. Leclerc è riuscito ad acciuffare due pole position e a collocarsi stabilmente in quarta posizione in quasi tutti i GP, in un anno firmato totalmente Mercedes e Red Bull. Il che non è poco considerando il regolamento congelato che ha impedito grandi sviluppi sulla macchina dell’anno precedente.

Daniel Ricciardo

Col suo brillante sorriso, l’anno scorso vedevamo Daniel Ricciardo concludere la sua esperienza in Renault per dirigersi verso un team che ha fatto la storia della Formula Uno, la McLaren. Durante questa stagione però, quel sorriso che lo ha sempre contraddistinto si è un po’ sbiadito: il nativo di Perth soffre il confronto con il più giovane e scattante Lando Norris. Ci sono stati GP in cui Daniel faticava a trovare le parole nelle interviste post-gara, quando i giornalisti gli chiedevano che fine avesse fatto “il talentuoso Daniel Ricciardo”.

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Come se il talento scomparisse dal nulla, da una stagione all’altra. E così l’australiano si è preso la sua rivincita. Nella seconda metà dell’anno le cose hanno iniziato a migliorare per Ricciardo: prima il quarto posto a Spa, poi la meravigliosa vittoria a Monza. Il pilota numero 3 torna sul gradino più alto del podio dopo 3 anni. Alla McLaren invece, la vittoria mancava dal 2012.

Quest’anno Daniel si presenterà a Yas Marina ancora con il suo caloroso sorriso, sempre pronto a scherzare: ora sa cosa vuol dire “perdersi per poi ritrovarsi“.

Pierre Gasly

Ogni anno sembra che Pierre ci provi a riprendere quel sedile Red Bull che gli è stato tolto due anni fa. E fa male. Fa male perché Pierre merita quel sedile e questa stagione ne è la prova. Quest’anno abbiamo visto un super Gasly, che a fine stagione può vantarsi di aver portato un podio e di aver guadagnato ben 100 punti. Ottime qualifiche quelle del francese, che in questa stagione in media si è sempre qualificato tra la sesta e la quarta piazza, segno di una continua crescita di un pilota con talento da vendere.

Antonio Giovinazzi

Ancora una volta abbiamo visto quanto spesso la permanenza in Formula Uno non dipenda dal sudore, l’impegno ed il successo, ma dai soldi e gli sponsor. Quest’anno a Yas Marina Antonio Giovinazzi saluterà la Formula Uno per passare alla Formula E. È quasi ironico, considerando che la stagione passata è stata la sua migliore nella massima categoria.

Così, se l’anno scorso ad Abu Dhabi avevamo visto un Antonio entusiasta e pronto ad un nuovo anno, quest’anno vedremo una espressione diversa sul suo viso, pur sapendo che il Circus rimarrà sempre nel suo cuore.

Giulia De Ieso

Studentessa al quinto anno di liceo classico, scrivo e parlo di motori che siano a due o a quattro ruote.

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