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La Red Bull ti mette le ali, ma il Brasile te le toglie

E anche questo fine settimana siamo riusciti a sopravvivere a un Gran premio che non ha risparmiato nessuno. Brasile

Il mondiale è agli sgoccioli, non abbiamo ancora un vincitore, e la FIA dovrebbe decisamente pagarci un terapista per tutto lo stress che ci sta arrecando. Ma da quanto non si vedeva una guerra così?

Probabilmente abbiamo avuto il tempo di farci uscire le rughe, finire un ciclo di studi, e persino fare un bambino. Ma si sa, la pazienza è la virtù dei forti, e ci sono dei tifosi veramente fortissimi.

Come i ferraristi, che nonostante il passare degli anni, ancora riescono a credere a una rossa vincente, ce ne vuole di forza per vivere ancora in un sogno del genere.

Eppure non siamo qui per parlare di questo.

Questa gara ci ha riservato un po’ di sorprese di cui parlare, non per tutti positive.

Ormai è una cantilena, ma non c’è articolo in cui Max Verstappen e Lewis Hamilton non possano non essere nominati, d’altronde sono l’anima della festa, i protagonisti indiscussi, sarebbe come parlare di una serie tv senza citare i personaggi principali, e in questa serie i due non è che si vadano proprio a genio.

I loro battibecchi, però, più che faccia a faccia, sono sulla pista, e per i più deboli di cuore sconsigliamo la visione delle loro battaglie, perché sono state tutto tranne che tranquille.

Da una partenza di Verstappen senza precedenti, a una rimonta di Hamilton che sembra essere durata mezzo giro, i due si sono ritrovati di nuovo vicini, e non ce n’era più per nessuno.

Più che Formula 1 sembrava una partita a Mario Kart, dove l’inglese sulla sua Mercedes sembrava essere diventato “Pallottolo Bill”, uno di quegli oggetti sbloccabili che ti rendono capace di superare chiunque.

Sicuramente nei primi giri quest’ultimo ha anche avuto qualche agevolazione dovuta alle numerose bandiere gialle che si sono susseguite come persone in coda alle poste. Perché se la Red Bull ti mette le ali, questo GP del Brasile le ha tolte ad almeno il 70% dei presenti in pista, giusto per dare un po’ i numeri.

I pit stop dunque sono stati importanti, ma non per i motivi che ci aspettavamo.

Si sono creati talmente tanti danni in pista con ali che volavano e detriti lungo l’asfalto che ci siamo sicuramente chiesti più di una volta se non fosse un po’ troppo presto per le pulizie di primavera. Quantomeno non c’erano involucri di panini in giro per il circuito, vero Alonso?

Insomma, non c’è stata pace per i tifosi, non c’è stata pace per i piloti, non ce n’è stata neanche per i Marshall, almeno per la FIA ce ne sarà stata.

E invece no.

Perché le investigazioni ci hanno accompagnati per tutto il fine settimana come una mamma che ti tiene la mano per attraversare la strada. Persino dopo la gara hanno continuato a dare multe, come se prenderle nella vita reale per un parcheggio in doppia fila non fosse abbastanza.

Però è anche questa la Formula 1 che ci piace, giusto?

Maria Sole Suriano

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