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Jimmie Johnson, Takuma Sato, Hélio Castroneves. Nuove prospettive in arrivo per il 2023

Hélio Castroneves

La stagione 2022 della NTT Indycar Series non sempre è stata gentile con tutti i suoi concorrenti. In particolar modo, tra i protagonisti che hanno faticato più di tutti spiccano i nomi di Jimmie Johnson e Takuma Sato. I due veterani hanno sofferto nel trovare la competitività necessaria per contendere stabilmente le posizioni di rilievo in classifica generale. Vediamo assieme una breve panoramica della loro stagione 2022.

Jimmie Johnson, una strada in salita con qualche nota positiva

Jimmie Johnson
Jimmie Johnson, qui ritratto nel 2016, celebra il suo settimo titolo in NASCAR Cup Series con il team owner Rick Hendrick e il suo crew chief Chad Knaus. (Photo by Brian Lawdermilk/Getty Images)

La prima stagione di Jimmie Johnson in NTT Indycar Series, nel 2021, è coincisa anche con la sua prima stagione in assoluto a bordo di una monoposto. Il californiano di El Cajon, infatti, dopo aver iniziato a gareggiare a soli 5 anni in moto, ha proseguito la sua carriera con le gare off-road e su sterrato. Dal 1997 ha iniziato a competere sugli ovali asfaltati nell’ASA con vetture stock car, per poi approdare nel 1998 in NASCAR Busch Grand National Series. Alla fine della stagione 2001, avviene il debutto in NASCAR Winston Cup Series con Hendrick Motorsports sulla Chevrolet n.48 che non lascerà più fino alla fine del 2020. Nel mezzo, Johnson ha conquistato ben 7 titoli e 83 vittorie in carriera.

Una carriera eccezionale, che lo ha portato ad affiancarsi a Richard Petty e Dale Earnhardt Sr. per maggior numero di titoli conquistati. Oltre a questo, i suoi 83 successi lo rendono il settimo pilota più vincente nella storia della NASCAR Cup Series, al pari di Cale Yarborough.

Il 2021, un esordio travagliato per Jimmie Johnson

Jimmie Johnson
Jimmie Johnson all’esordio in NTT Indycar Series al Barber Motorsports Park nel 2021. Per JJ48 una stagione d’esordio estremamente difficile, essendo al debutto assoluto in monoposto, dopo oltre vent’anni di gare stock car. (Photo by: Chris Owens/Indycar.com)

Il passaggio in NTT Indycar Series nel 2021 è stato difficilissimo per Johnson. Nonostante la possibilità di competere con Chip Ganassi Racing, la mancanza di esperienza su vetture a ruote scoperte è stata la sfida più complicata. Johnson ha dovuto ricominciare da sotto zero per comprendere come si guida una monoposto, un mondo completamente diverso dalla NASCAR. La prima stagione lo ha visto protagonista di numerose difficoltà che non gli hanno permesso di emergere. A fine 2021, il risultato finale lo ha visto chiudere 26° in classifica generale con appena 108 punti nel bottino. Due arrivi al 17° posto tra Laguna Seca e Long Beach come migliori piazzamenti in gara, una posizione media in qualifica di 23,58 e in gara di 21.

Il 2022, difficoltà continue ma con qualche nota positiva

Jimmie Johnson
Jimmie Johnson in azione ad Elkhart Lake nel 2022 (Photo by: Chris Owens/Indycar.com)

La stagione appena trascorsa, da un lato, ha saputo regalare a JJ48 maggiori soddisfazioni, ma dall’altro lato vi sono state forti delusioni. I miglioramenti nei road courses sono stati minimi, in una stagione dove soltanto gli ovali gli hanno consentito di esprimere le sue capacità. Sui road courses i punti più bassi del campionato sono stati certamente Long Beach, dove ha avuto tre incidenti in tre giorni e si è fratturato un polso, e Nashville. In quest’ultima gara, ha visto sfumare le possibilità di una top 10 a seguito di un incidente nelle fasi finali di gara.

Sugli ovali, un 6° posto a Fort Worth e un 5° posto ad Iowa in gara 2 hanno migliorato la stagione. Nei restanti appuntamenti su ovale, la prima manche ad Iowa lo ha visto chiudere 11° per un calo prestazionale, dopo un eccellente recupero. L’appuntamento di Gateway lo ha visto chiudere soltanto 14°, mentre alla Indy 500 è finito fuori corsa a sette giri dal termine a seguito di un incidente, in una giornata piena di difficoltà.

La stagione, in termini di risultati, lo ha visto chiudere al 21° posto finale con 214 punti, un 5° posto ad Iowa come miglior risultato in gara, una posizione media in qualifica lievemente migliorata da 23,58 a 21,94. In gara, la posizione media è migliorata anch’essa da 21 a 18,59.

Gli impegni futuri per Jimmie Johnson, una nuova sfida in arrivo

Jimmie Johnson
Jimmie Johnson annuncia di essere diventato co-proprietario di Petty GMS Motorsports assieme a Richard Pettye i fratelli Gallagher. (Photo by Chris Graythen/Getty Images/nascar.com)

A stagione appena conclusa, Jimmie Johnson ha deciso di annunciare il ritiro dalle corse come pilota a tempo pieno. Tuttavia, non ha escluso la sua partecipazione part time ad alcune tappe del calendario NTT Indycar Series 2023, probabilmente sugli ovali. Johnson ha espresso il suo interesse per gareggiare anche alla 24h di Le Mans nel mondiale sport-prototipi o WEC. Non è da escludere nemmeno un suo impegno in alcune gare del campionato IMSA SportsCar Championship con Cadillac. Nelle ultime due stagioni ha disputato sette gare in categoria DPi, conquistando il 2° posto alla 24h di Daytona nel 2021 e il 3° posto quest’anno alla Petit Le Mans a Road Atlanta.

Tuttavia, la notizia più importante si è avuta settimana scorsa. Jimmie Johnson ha annunciato il suo ritorno in NASCAR Cup Series per la stagione 2023. Tuttavia, sarà un ritorno part time, a partire dall’immancabile appuntamento della Daytona 500. In contemporanea, ha annunciato di essere diventato co-proprietario di Petty GMS Motorsports. Il team sarà co-gestito dai fratelli Maurice e Spencer Gallagher, proprietari di GMS Racing, Jimmie Johnson e “The King” Richard Petty. Petty GMS Motorsports ha una collaborazione tecnica con Richard Childress Racing e, oltre a Johnson, schiereranno a tempo pieno Erik Jones sull’iconica n.43, affiancato dal vicecampione NASCAR xFinity Series Noah Gragson, che prenderà il posto di Ty Dillon sulla Chevrolet n.42.

Takuma Sato, un 2022 sottotono

L’ex pilota di Formula 1, giunto in NTT Indycar Series dopo il fallimento della Super Aguri, ha trovato la sua dimensione negli Stati Uniti. Il giapponese è ormai un veterano della categoria. Attivo dal 2010 prima con KV Racing Technology Lotus, nel 2012 è passato per una stagione a Rahal-Letterman Lanigan Racing. Qui ha conquistato i primi due podi, giungendo 3° a San Paolo in Brasile e 2° ad Edmonton. Tuttavia, l’amarezza più grande l’ha avuta alla Indy 500. La sua corsa si è chiusa con una delusione cocente all’ultimo giro a causa di un incidente in curva 1 mentre cercava il sorpasso che gli sarebbe valso la vittoria nei confronti di Dario Franchitti.

A.J. Foyt Enterprises
Takuma Sato celebra a Long Beach, nel 2013, il suo primo successo in NTT Indycar Series. Questa vittoria coincide con l’ultimo successo fino ad oggi di A.J. Foyt Enterprises (Photo by: Chris Jones/Indycar.com)

Passato ad A.J. Foyt Enterprises, ha regalato al team nel 2013 il loro ultimo successo in NTT Indycar Series a Long Beach, conquistando il 2° posto a San Paolo in Brasile la gara successiva. Con Foyt ha gareggiato fino a fine 2016, per poi disputare una singola stagione con Andretti Autosport, dove ha conquistato la sua prima vittoria alla Indy 500. Dal 2018 al 2021 ha gareggiato nuovamente per conto di Rahal- Letterman Lanigan Racing, dove ha ri-conquistato la vittoria alla Indy 500 nel 2020, oltre ad altre tre vittorie e sei piazzamenti in top 3.

Dale Coyne Racing, un capitolo che porrà fine alla sua carriera in monoposto?

Per il 2022, Sato è passato a Dale Coyne Racing nella struttura co-gestita con Rick Ware Racing. Il giapponese ha sostituito Romain Grosjean, passato dopo la sua stagione d’esordio ad Andretti Autosport. Per Sato la sua stagione con Dale Coyne è stata decisamente complicata. Soltanto quattro i piazzamenti in top 10, di cui un 5° posto a Gateway come miglior risultato in gara. Per lui si è trattata di una stagione decisamente sottotono, dove ha chiuso soltanto 19° in classifica generale con 258 punti.

Takuma Sato
Takuma Sato ad Elkhart Lake. Attivo con Dale Coyne Racing w. Rick Ware Racing nel 2022, potrebbe disputare soltanto le gare su ovali per la stagione ventura, venendo rimpiazzato da Marcus Armstrong. (Photo by: Joe Skibinski/Indycar.com)

Per la stagione 2023, le voci che si susseguono parlano di un Sato presente al via soltanto delle cinque gare su ovali in calendario, con Marcus Armstrong indicato come suo sostituto nei road courses. Il suo manager Steve Fusek ha riportato questa possibilità assieme ad un programma part time per gareggiare anche nell’IMSA con una Acura NSX GT3, oppure con Rick Ware Racing a bordo di un prototipo categoria LMP2. In ogni caso, Sato è comunque legato a doppio filo e con Rick Ware Racing e con Honda.

Hélio Castroneves, un’avventura infinita con uno sguardo a Daytona

Hélio Castroneves è un pilota che nel panorama delle gare a stelle e strisce non ha bisogno di presentazioni. Assieme a Tony Kanaan, Dario Franchitti, Max Papis, Juan-Pablo Montoya, Oriol Servià e il compianto Greg Moore, Castroneves è rappresentante di una generazione incredibile. Egli è uno degli ultimi piloti ancora in attività nel mondo dell’NTT Indycar Series ad aver debuttato nel mondo della CART Series alla fine degli anni ’90.

Borg Warner Trophy
Hélio Castroneves posa con la rappresentazione in argilla del suo volto da utilizzare come modello da incidere in argento sul Borg-Warner Trophy, il trofeo conferito al vincitore della Indy 500 (Photo by: Logan Whitton for Borg Warner/Indycar.com)

Attivo dal 1998 “Spider Man” è uno dei piloti più di successo ed iconici degli ultimi 25 anni. In 366 gare disputate, sono 31 le vittorie conquistate, accompagnate da 94 podi e 54 pole position. Tutto ciò è impreziosito da ben quattro vittorie alla 500 miglia di Indianapolis nel 2001, 2002, 2009 e 2021. Nonostante questo, durante la sua lunghissima militanza nel Team Penske, il titolo gli è sfuggito in ben quattro occasioni nel 2002, 2008, 2013 e 2014, concludendo terzo in classifica anche nel 2003, 2006 e 2016.

Nuovi orizzonti e successi. Cosa si profila di nuovo per Castroneves?

Dopo la stagione 2017, Hélio ha lasciato il mondo a ruote scoperte come pilota a tempo pieno, gareggiando soltanto ad Indianapolis per dedicarsi all’IMSA. In 34 gare disputate dal 2017 al 2022 con Penske e Meyer-Shank Racing, Hélio ha conquistato il titolo nel 2020, vincendo ben otto volte, con 15 podi totali. Tra i successi più importanti, vanno segnalate le due vittorie consecutive alla 24 ore di Daytona nel 2021 e 2022, impreziosite dal successo di quest’anno alla Petit Le Mans, disputatasi a Road Atlanta.

Nel frattempo, Hélio è rientrato in NTT Indycar Series, gareggiando dapprima come pilota part time nel 2021, conquistando un incredibile quarto successo alla Indy 500. Con questa vittoria, raggiunge un club esclusivo di piloti in grado di vincere la corsa più importante degli Stati Uniti per 4 volte, composto da A.J. Foyt, il compianto Al Unser Sr., scomparso nel Dicembre 2021, e Rick Mears.

Hélio Castroneves
Hélio Castroneves ad Elkhart Lake. Per lui questa è stata la stagione del ritorno in NTT Indycar Series come pilota a tempo pieno, grazie anche a Meyer-Shank Racing, con i quali ha conquistato due successi alla 24h di Daytona. (Photo by: Joe Skibinski/Indycar.com)

La vittoria ad Indy ha riaperto le porte a Castroneves per un rientro da pilota a tempo pieno in NTT Indycar Series, gareggiando per Meyer-Shank Racing. La prima stagione full time per il team della vettura 06 non è stata semplice e un 18° posto in classifica finale non è un risultato esaltante. Tuttavia, non sono mancate le prestazioni positive. Tre arrivi in top 10 tra Long Beach, Indy e Mid-Ohio fanno ben sperare per il 2023. Soprattutto per vedere la crescita di una squadra giovane nel panorama Indycar.

SRX Racing e NASCAR Cup Series, Hélio a Daytona nel 2023?

SRX
Hélio Castroneves in azione nel campionato SRX. (Photo source: autosport.com/Photographer unknown)

In tutto questo, Castroneves ha avuto modo di gareggiare nuovamente nel vasto mondo delle stock cars dal 2021. Dopo un’esperienza quadriennale con Pontiac dal 2002 al 2005 nella International Race Of Champions, ha disputato nove gare nel campionato SRX. Dopo aver chiuso 5° nel 2021 con un terzo posto all’Eldora Speedway, Castroneves ha vinto al Five Flags Speedwa la prova inaugurale della stagione 2022.

SRX
Hélio Castroneves celebra il successo conquistato al Five Flags Speedway sul podio, assieme a Bubba Pollard e “Rocket Man” Ryan Newman. (Photo by: Patrick Bernadeau/Pensacola News Journal)

Questa vittoria per Hélio potrebbe aprirgli una porta molto interessante. Pare infatti che il CEO del campionato, Don Hawk, abbia fatto una scommessa con il brasiliano. In caso di vittoria di una gara in SRX, avrebbe cercato di aiutarlo a trovare un posto in NASCAR Cup Series per partecipare alla Daytona 500 nel 2023. Hélio, ulteriormente motivato a far bene con questa opportunità messa sul tavolo, ha conquistato immediatamente il successo.

Project 91
Project91 ha esordito in NASCAR Cup Series in questa stagione, gareggiando con l’ex pilota di F1 Kimi Räikkönen al Watkins Glen. (Photo by: Chris Graythen/Getty Images)

Rimane da sciogliere il nodo su quale squadra potrebbe essere pronta ad accoglierlo. Trackhouse Racing, con la sua Chevrolet Camaro ZL1 n.91 del programma “Project91” sembra essere l’accordo più ideale. Di fatto, la squadra è ideata per far debuttare in NASCAR Cup Series piloti di nazionalità differenti dagli Stati Uniti e attivi in altre categorie. In questa stagione è stato l’ex pilota di F1 Kimi Räikkönen a gareggiare per loro al Watkins Glen. Sarà possibile vedere Hélio Castroneves al via della “Great American Race” nel 2023? La risposta a questa e ad altre domande possiamo scoprirla soltanto vivendo.

Simone Ghilardini

Milanese classe 1998, studente, musicista, pilota virtuale e articolista per Mult1Formula.

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