
Si sa, quando l’NTT Indycar Series arriva a Nashville, aspettarsi una corsa lineare e senza colpi di scena è qualcosa di altamente improbabile. Anche stavolta, il quattordicesimo appuntamento stagionale si è reso generoso in termini di emozioni e sorprese. Molti concorrenti escono suonati dal Big Machine Music City Grand Prix. Altri invece, ne escono da vincenti dopo aver composto una prestazione eccellente, degna di un musicista provetto.
Il via della gara già mette in evidenza delle anomalie, con una partenza rinviata a causa delle condizioni meteorologiche non ideali, che rendevano l’asfalto non praticabile. Tuttavia, dopo un’ora d’attesa, vi è il via libera da parte della direzione gara per correre.

Alla partenza, McLaughlin mantiene il comando con un’ottima accelerazione nei confronti di Grosjean e di Palou, mantenendo inalterate le posizioni. Nelle prime fasi di gara, a regalare i primi colpi di scena è Colton Herta già al terzo passaggio. Dopo aver tentato un sorpasso all’esterno su Dalton Kellett, protagonista della sua miglior qualifica in carriera al 12° posto, Herta finisce per strisciare sul muro, portato largo dal canadese di A.J. Foyt Enterprises. Lo statunitense della Gainbridge Honda n.26 di Andretti Autosport riparte in fondo al gruppo dopo aver sostituito l’ala anteriore danneggiata. All’ottavo passaggio, è il compagno di squadra Alexander Rossi a causare la prima caution, finendo quasi contro le barriere e spegnendo il motore.

Al giro 22, la caution esce nuovamente con Hélio Castroneves, protagonista di un testacoda mentre era davanti ad Alexander Rossi. Alla ripartenza dopo 25 giri, Palou mantiene il comando mentre Simon Pagenaud, David Malukas e McLaughlin passano Jimmie Johnson, rimasto fuori durante il giro di soste ai box e issatosi in seconda posizione.

Al giro successivo, avviene il caos più totale e la confusione regna sovrana in pista! Le telecamere indugiano su Pato O’ Ward fermo nelle barriere con Graham Rahal, ma subito dopo vengono inquadrate altre quattro vetture ferme e danneggiate. Nel primo caso, Rahal urta violentemente il retrotreno di O’ Ward, che a sua volta tampona Will Power. Subito dopo, Rahal finisce nelle barriere senza più direzionalità della vettura e con l’ala anteriore danneggiata, mentre il messicano di Arrow McLaren SP si ritira con il cambio danneggiato. Dietro di loro, il gruppo rallenta. Ma un ulteriore tamponamento a catena coinvolge Scott Dixon, Callum Ilott, Hélio Castroneves, Dalton Kellett e Simona De Silvestro. Questi ultimi due, sono costretti al ritiro.

Poco dopo, Rahal finisce nuovamente fuori nella via di fuga sotto caution. La ripartenza viene data al giro 33, con Kyle Kirkwood e Romain Grosjean che passano Jimmie Johnson per il 5° e 6° posto. Subito dopo, altre due collisioni portano alla quarta neutralizzazione di giornata. Callum Ilott e Alexander Rossi finiscono nuovamente nella via di fuga, mentre Devlin DeFrancesco si tocca con Takuma Sato ed ambedue finiscono a muro, terminando così la loro gara. L’esperto giapponese, due volte vincitore della Indy 500, scende dalla vettura visibilmente contrariato contro l’italo-canadese.

La corsa prosegue senza grandi stravolgimenti fino al giro 52, quando Graham Rahal finisce la sua giornata contro le barriere, coinvolgendo Rinus VeeKay, già protagonista il giro prima di un lungo nella via di fuga prima del pit stop. L’olandese riesce tuttavia a ripartire e a rientrare ai box per cambiare l’ala anteriore danneggiata. Alcune malelingue hanno pensato maliziosamente riguardo a questo incidente, in quanto il compagno di squadra Christian Lundgaard aveva appena effettuato la sosta. Secondo i benpensanti Rahal, staccato di 21 giri, avrebbe causato intenzionalmente la neutralizzazione per farlo recuperare nel giro dei pit stop.
La cosa in effetti è accaduta col danese che si è trovato al 3° posto dietro a Newgarden e Dixon, anche lui notevolmente favorito dalla caution dato che si trovava 18° e con la sosta già effettuata. Ma vista la correttezza di Rahal in pista come pilota durante la sua carriera, si ritiene difficile che abbia potuto rendersi protagonista di un’azione così sleale e antisportiva. Noi ci auguriamo vivamente che questa non sia una replica del “Crashgate” di Singapore 2008.

Al giro 57, Newgarden mantiene il comando, ma è dietro che avviene lo spettacolo. Kyle Kirkwood va all’assalto e passa Grosjean al restart, per poi superare in un colpo solo Colton Herta e Jack Harvey con una manovra brillante ed ardita. Subito dopo, Herta e Grosjean fanno a ruotate, col francese che viene superato anche da Scott McLaughlin. Nel mentre, la direzione gara penalizza Kirkwood per aver anticipato il restart passando Grosjean. Al giro 64, la sfortuna si accanisce sulla Sexton Properties Chevrolet numero 14 di A.J. Foyt Enterprises. Nel tentativo di superare David Malukas, Kirkwood si vede chiudere la porta, tocca le barriere interne ed entrambi finiscono contro il muro di pneumatici, terminando così una gara molto positiva fino a quel momento.

Al restart a 11 giri dal termine, ancora ruotate e contatti tra Herta, Grosjean ed Ericsson. Il francese ha la meglio, mentre lo svedese si ritrova a perdere numerose posizioni per problemi tecnici. Nel medesimo istante, anche Will Power inizia a perdere numerose posizioni. Poco dopo, l’ennesima neutralizzazione della gara ferma tutto. Jimmie Johnson perde il controllo sulle buche alla fine del rettilineo sul ponte e finisce violentemente a muro, senza alcuna conseguenza.
A 5 giri dal termine, ennesima ripartenza, ennesimo incidente, ennesimo colpo di scena in quello che si rivela un difficile toboga cittadino a Nashville. McLaughlin passa Lundgaard per il 2° posto, Newgarden passa Herta e Rossi. Alla frenata della prima curva, passa anche Romain Grosjean. Tuttavia, una ruotata porta il francese largo che finisce a muro e pone fine ad un’eccellente fine settimana. Questo ennesimo l’incidente provoca la bandiera rossa. Nello stesso istante, Ericsson si ritrova fermo in mezzo alla pista col motore spento.
Quando la corsa riparte, a due giri dal termine, è Lundgaard ad avere la peggio. Il danese viene superato in sequenza da Palou, Rossi, Herta, Rosenqvist e Newgarden, che perde posizioni in contemporanea. Nel finale, McLaughlin fa il possibile per trovare un varco e soffiare la vittoria a Dixon, anche in volata sul traguardo, ma non c’è nulla da fare. Scott Dixon a Nashville conquista il secondo successo stagionale e il 53° della sua carriera. Il neozelandese 6 volte campione NTT Indycar Series fa la storia, superando Mario Andretti nella classifica dei piloti più vincenti di tutti i tempi. Ora è a 14 vittorie di distacco da “Super Tex” A.J. Foyt, a quota 67 successi.

Per quanto riguarda la classifica finale, Dixon vince davanti a McLaughlin, Palou, Rossi ed Herta a chiudere la top 5. Dietro a loro chiudono Newgarden, Rosenqvist, Lundgaard, Pagenaud e Harvey alla prima top 10 stagionale. A chiudere la classifica sono Power, VeeKay, e Castroneves. Vedono il traguardo anche Callum Ilott al 15° posto e Conor Daly al 17° posto, seppur staccati di diversi giri. Nel mezzo, fuori gara Grosjean ed Ericsson. Alla lista dei ritirati si aggiungono Johnson, Kirkwood, Malukas, Sato, DeFrancesco, Rahal, O’ Ward, Kellett e Simona De Silvestro.
Per quanto riguarda la classifica generale dopo Nashville, Power mantiene il comando con 450 punti, ma Dixon ha ridotto il distacco a soli 6 punti, entrando in piena lotta per il 7° titolo e pareggiando così A.J. Foyt per numero di titoli conquistati. Nella top 5, seguono Ericsson a quota 438 punti, Newgarden a 428 e Palou a quota 417 punti. Sono più staccati McLaughlin e O’ Ward con 392 e 391 punti in classifica, al 6° e 7° posto.

La gara di ieri a Nashville è stata lunga, difficile, ricca di colpi di scena, caldissima, mai rilassante, imprevedibile. Le giovani leve hanno mostrato notevole irruenza, ma ancora una volta è stato il sangue freddo e l’esperienza di “Iceman” Scott Dixon a fare la differenza, e a suonarle a tutti quanti come un musicista provetto, nel Big Machine Music City Grand Prix a Nashville, nella città della musica. Se questa tappa sarà fondamentale per la gara al titolo, il compositore Dixon ha deciso di suonare la carica nel posto giusto, facendo la storia e rimettendosi in piena corsa per il campionato. Dopo Nashville, con tre gare ancora da disputare, la Bonmarito Automotive Group 500 a Gateway sarà una tappa decisiva sull’ultimo ovale della stagione. Che si dia il via alle danze!