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Mercato Indycar, una serie in piena espansione

Borg-Warner Trophy

La stagione Indycar 2022 si è conclusa oltre un mese, ma la serie nella pausa invernale sta lavorando con grande intensità. Il mercato è in pieno fermento, numerose sono le voci di corridoio. Una cosa è certa, da fine stagione un nutrito numero di novità si sono susseguite nell’arco delle ultime cinque settimane.

A.J. Foyt Enterprises, una stagione difficilissima

A.J. Foyt
A.J. Foyt, il pilota più vincente e titolato nella storia delle gare a ruote scoperte statunitensi, posa per il “Pennzoil presents The Club” Indianapolis 500 four time winner photoshoot” con i quattro “Bricks” del manto stradale originale dell’Indianapolis Motor Speedway, uno per ciascuna delle quattro vittorie conquistate alla Indy 500 nel 1961, 1964, 1967 e 1977. Foyt, fondatore e proprietario del suo team, ha avuto una stagione molto difficile. Riuscirà a riscattarsi nel 2023? (Photo by: Joe Skibinski/Indycar.com)

Quello del 2022 per A.J. Foyt Enterprises, il team più longevo nella storia della serie, attivo dal 1965, è stata probabilmente la peggiore stagione nella sua storia, possibilmente la più difficile dal 2003 a questa parte, La squadra ha sofferto sotto ogni punto di vista, sia con le prestazioni in pista, sia con le sponsorizzazioni, sia con i suoi piloti. Kyle Kirkwood, attivo sulla vettura n.14, ha debuttato in questa stagione dopo aver mostrato alla concorrenza una supremazia intoccabile tra US F2000, Indy Pro 2000 e Indy Lights dal 2018 al 2021, conquistando ben 31 vittorie e tre titoli nei rispettivi campionati del programma Road to Indy. Tuttavia, ciò non è bastato a fargli evitare una stagione frustrante.

Kyle Kirkwood, un talento grezzo che va rifinito

Kirkwood
Kyle Kirkwood in azione a Indianapolis, durante le prove per la sua Indy 500 d’esordio. (Photo by: Joe Skibinski/Indycar.com)

Kirkwood è stato il portacolori più dinamico della squadra, guidando sovente sopra le possibilità effettive del suo mezzo. Tuttavia, questa esuberanza lo ha sovente portato ad avere una preoccupante tendenza all’errore. In ben sette occasioni è stato costretto al ritiro, di cui cinque di queste per incidente. In alcune occasioni vi è anche da dire che spesso si è dovuto ritirare mentre si trovava in posizione per giungere al traguardo nei primi dieci, come a Detroit. Suo malgrado, il 10° posto a Long Beach sarà il suo miglior piazzamento stagionale e anche del team. La stagione si è conclusa al 24° posto finale con 183 punti.

Dalton Kellett, tante difficoltà per emergere in Indycar

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Dalton Kellett in azione a Portland. Per il canadese è stata una stagione molto difficile, che lo ha portato a separarsi da A.J. Foyt Enterprises in vista della stagione del 2023, a seguito della mancanza di risultati di alto livello (Photo by: James Black/Indycar.com)

Se Kirkwood ha passato una stagione travagliata, i compagni di squadra sono stati ancora più in difficoltà. Il canadese Dalton Kellett, alla guida della K-Line Chevrolet numero 4, ha sofferto una stagione decisamente negativa. Costantemente relegato nelle retrovie della griglia e costretto al ritiro in cinque appuntamente, solo in quattro occasioni è riuscito a raggiungere la top 20, con un 17° posto a Fort Worth come miglior piazzamento in gara, mentre il 12° posto in qualifica a Nashville è stata la prestazione più efficace della stagione per il nativo di Stouffville, con un 25° posto finale e 133 punti. Le prestazioni deludenti di questa stagione e delle due annate precedenti, nonostante vi fosse la possibilità di continuare, hanno portato le due parti a separarsi per il 2023. Sarà possibile vedere la Dallara-Chevrolet numero 4 in griglia di partenza la prossima stagione.

Tatiana Calderón e J.R Hildebrand, un sedile condiviso e scomparso

Indycar
Tatiana Calderón in azione ad Indianapolis. La colombiana, esordiente nella serie, ha perduto il sedile ad A.J. Foyt Enterprises dopo la tappa di Mid-Ohio, a causa dei mancati pagamenti da parte dello sponsor ROKIT. (Photo by: Matt Fraver/Indycar.com)

Ad aver avuto la peggio da questa stagione però sono stati Tatiana Calderón e J.R. Hildebrand. La colombiana, al debutto in NTT Indycar Series, ha disputato sette gare sui road course a bordo della ROKIT Chevrolet numero 11. Nonostante le numerose difficoltà ad emergere in un campionato di alto livello, ha saputo mostrare alcune prestazioni relativamente positive. Sedicesima a Long Beach, nella prima gara della stagione ad Indianapolis ha disputato una prova convincente con alcuni azzardi strategici che le hanno consentito di guidare per un giro la corsa, rimanendo in lotta per la quarta posizione, prima di rimanere coinvolta in un contatto che l’ha relegata al quindicesimo posto. J.R. Hildebrand ha preso il suo posto nelle corse su ovali in due occasioni, conquistando un 14° posto a Fort Worth e chiudendo 12° alla Indy 500.

Hildebrand
J.R. Hildebrand a Fort Worth. Lo statunitense ha sostituito Tatiana Calderón sugli ovali, salvo poi dover concludere la stagione anzitempo (Photo by: Chris Jones/Indycar.com)

Sfortunatamente, la loro presenza in griglia si è interrotta dopo l’appuntamento di Mid-Ohio, a causa dei mancati pagamenti dello sponsor ROKIT. Un’assenza che ha visto anche la scomparsa dei marchi sulla vettura di Kirkwood, prima dell’apparizione di sponsor quali Bonmarito e Sexton Properties. La presenza della mitica n.14, tuttavia, non era in bilico. La ragione è da ricercare dal fatto che il pilota vincitore della Indy Lights dell’anno precedente è in grado di portare alla squadra che lo fa debuttare un apporto economico tale da fargli compiere la prima stagione per intero.

La situazione di mercato per Foyt nel 2023

La squadra fondata da “Super Tex” viste le numerose difficoltà incontrate, ha deciso di sfruttare il mercato in fermento per rinnovare del tutto la sua line-up. Kirkwood aveva un contratto annuale prima di tornare alla corte di Andretti Autosport con la quale aveva già corso in Indy Lights, al posto di Alexander Rossi. Foyt ha così deciso di puntare forte ancora una volta, ingaggiando un altro debuttante come Benjamin Pedersen. Il danese, classe 1999, ha debuttato solo la scorsa stagione in Indy Lights, conquistando comunque il sesto posto finale con una vittoria e cinque arrivi in top 3 all’attivo.

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Santino Ferrucci ed A.J. Foyt a colloquio in pit road a Fort Worth. A partire dal 2023 sarà alla corte di “Super Tex” sulla n.14, al fianco del giovane danese Benjamin Pedersen (Photo by: Chris Jones/Indycar.com)

Accanto a Pedersen, c’è l’approdo di un altro giovane ma relativamente esperto della categoria, ovvero Santino Ferrucci. L’italo-americano, classe 1998, salirà così sulla numero 14 al posto di Kirkwood per la sua terza stagione full time in NTT Indycar Series. Dopo aver gareggiato con Dale Coyne Racing dal 2018 al 2020, nelle ultime due stagioni ha corso part-time da Rahal-Letterman Racing, Juncos-Hollinger Racing e Dreyer & Reinbold Racing, ben impressionando con prestazioni in grado di farlo arrivare sovente nei primi dieci. Riuscirà con il team di “Super Tex” a trovare la sua dimensione?

Chip Ganassi Racing: sedili e sponsor contesi, tanti candidati sul mercato

Chip Ganassi Racing la scorsa stagione è stato al centro del mercato per ottime ragioni. La disputa legale tra Alex Palou, intento a voler passare in Arrow McLaren SP, e una squadra che lo voleva mantenere con sé, ha creato notevoli polemiche che in conclusione si sono risolte con un rinnovo da parte dello spagnolo, campione nel 2021. Quindi nulla è cambiato? Non proprio.

Palou
Alex Palou in azione a Laguna Seca. Confermato per il 2023, Chip Ganassi Racing ha perduto tuttavia la sponsorizzazione di NTT Data sulla vettura numero 10. (Photo by: Joe Skibinski/Indycar.com)

Il sedile della Dallara-Honda numero 10, nel mezzo di questa disputa, pare che abbia visto Felipe Drugovich tra i piloti a cui è stata offerta una possibilità. Tuttavia il brasiliano ha declinato l’offerta da titolare. Il fresco campione di Formula 2 ambisce alla Formula 1, per questa ragione ha deciso di firmare come terzo pilota dell’Aston Martin, in attesa di avere un’opportunità. Vi sono stati anche dei cambiamenti per la vettura numero 10 di Ganassi, in quanto nella stagione 2023 non avrà più come main sponsor NTT Data, che è anche title sponsor del campionato.

Jimmie Johnson, un 2023 in Indycar part time con nomi della F1 che si affacciano?

Nella pausa ha suscitato un certo interesse la decisione da parte di Jimmie Johnson d’annunciare il suo ritiro dalle competizioni come pilota a tempo pieno. Il sette volte campione NASCAR Cup Series, 47 anni, ha deciso di gareggiare in NTT Indycar Series a partire dal 2021 con Chip Ganassi Racing. Una sfida difficilissima a causa dell’età avanzata e della totale inesperienza di competizioni su monoposto.

Johnson
Jimmie Johnson in azione a Mid-Ohio. Visto il suo ritiro full time dalle corse per il 2023, i candidati più chiacchierati per sostituirlo sono stati Kimi Räikkönen e Nicholas Latifi (Photo by: Joe Skibinski/Indycar.com)

I prolemi finanziari del suo sponsor Carvana e le difficoltà incontrate sui road courses potrebbero essere tra le cause del suo ritiro. Tuttavia, Jimmie sarebbe disposto a competere sugli ovali per il 2023. Nel frattempo, vi sono state chiacchiere riguardo a chi potrebbe prendere il suo posto. Negli ultimi giorni è stato fatto il nome di Kimi Räikkönen tra i candidati, ma anche quello di Nicholas Latifi! Il canadese, che alla fine della stagione 2022 lascerà la Williams e la F1, è stato indicato come firmatario di un contratto per debuttare nella serie a partire dal 2023. Sarà dunque possibile vedere un altro pilota emigrato dalla F1 in vista della prossima stagione?

TK libero sul mercato, un altro anno ad Indy prima del ritiro?

Tonu Kanaan, 3° alla 500 miglia di Indianapolis di quest’anno, è dato vicino ad un approdo in Arrow McLaren SP per la Indy 500 del 2023, ma ancora non vi è stato un annuncio ufficiale. (Photo by: Karl Zemlin/Indycar.com)

Tony Kanaan è certamente uno dei piloti più popolari e amati degli Stati Uniti, a 48 anni dimostra ancora di poter competere ad alto livello in NTT Indycar Series nell’appuntamento del Memorial Day alla Indy 500. Dopo il 3° posto di quest’anno, “TK” è tecnicamente libero sul mercato e ha interesse nel voler partecipare alla Indy 500 del 2023, dove nell’ultima settimana sembra essere risultato ormai certo un suo approdo in Arrow McLaren SP. Zak Brown ha annunciato che una decisione sarebbe stata presa nel giro di due settimane, ma allo stato attuale non vi sono ancora annunci ufficiali. Una cosa è certa, il brasiliano, nonostante i suoi 49 anni, sarà determinato più che mai a conquistare per la seconda volta il catino dell’Indiana.

I giovani leoni che guardano al sogno americano dell’Indycar

L’NTT Indycar Series negli ultimi anni ha investito notevolmente nel ringiovanire la sua griglia. Il campionato, con l’arrivo di vari piloti dall’Europa, ha riacquistato un certo prestigio internazionale. Dopo l’approdo di Romain Grosjean, Callum Ilott e Christian Lundgaard, altri giovani guardano con interesse all’approdo negli USA.

Mercato
L’auto-ironia non manca in NTT Indycar Series, in special modo con i novellini che affrontano per la prima volta la difficile sfida della 500 miglia di Indianapolis… (Photo by: Joe Skibinski/Indycar.com)

Tuttavia, il fenomeno sembra ancora in piena espansione. Oltre al già citato caso di Drugovich, altri quattro nomi sono stati tra i più chiacchierati per il mercato 2023. Sono stati fatti i nomi di Liam Lawson ed Enzo Fittipaldi, ma Jake Dennis, Juri Vips e Marcus Armstrong appaiono come i più quotati per trovare un posto oltreoceano. Questo perché i tre hanno preso parte ad un test collettivo a Palm Springs in California, il primo con Andretti Autosport, grazie anche al suo ruolo di pilota titolare in Formula E. Vips invece ha girato per conto di Rahal-Letterman Lanigan Racing. Armstrong invece per conto di Dale Coyne Racing.

Ma sul mercato dei giovani chi è il più appetibile?

I tre hanno chiuso al 2°, 3° e 4° posto dietro a Tom Blomqvist, vicecampione IMSA 2022 categoria DPi con Meyer-Shank Racing w. Curb-Agajanian. Da segnalare subito dietro di loro anche la presenza di Agustín Canapino, pilota argentino due volte campione del Súper TC 2000 in Argentina. Ha testato per conto di Juncos-Hollinger Racing, date anche le sue precedenti esperienze con il team alla 24h di Daytona e della 12h di Sebring nel 2019. Anche lui è tra i candidati per un posto nel 2023, dato l’annuncio da parte di Juncos-Hollinger nel voler schierare una seconda vettura. In questo contesto, sembra però che sia Marcus Armstrong il più vicino di tutti ad approdare seriamente in Indycar. Dale Coyne Racing sarebbe disposto a farlo competere su una terza vettura, al fianco di David Malukas e Takuma Sato.

Dale Coyne pensa al futuro. Arriva il sud-est asiatico in Indycar?

Danial Frost a Portland per la gara delle Indy Lights. Il giovane di Singapore, dopo un test con Dale Coyne Racing, potrà avere un futuro in NTT Indycar Series? (Photo by: Chris Owens/Indycar.com)

Dale Coyne Racing, oltre sondare il terreno sul mercato per 2023 per l’opzione Armstrong, ha effettuato dei test a Sebring anche con un altro giovane di belle speranze del suo vivaio, ovvero Danial Frost. Classe 2001, il giovane singaporiano è attivo nel panorama “Road to Indy” dal 2018. Nei test di Sebring ha ben impressionato, avvicinando le prestazioni di Linus Lundqvist, fresco campione Indy Lights della stagione 2022. Frost proseguirà il suo impegno in Indy Lights nel 2023 con Dale Coyne Racing, dandogli la possibilità di crescere in vista di un eventuale ritiro da parte di Takuma Sato o di un passaggio da parte di David Malukas in un altro team. In ogni caso, l’approdo di Frost in Indycar sarebbe storico, in quanto sarebbe il primo pilota da Singapore a gareggiare nella storia della massima serie.

Andretti Autosport, un mercato sulla via della stabilità

Se tutte le squadre Indycar sono in grande fermento sul mercato piloti, Andretti Autosport in questa lunga pausa ha deciso di puntare sulla stabilità. Dopo aver firmato con Kyle Kirkwood per sostituire Alexander Rossi, la squadra ha firmato un rinnovo pluriennale con Colton Herta. Dopo le numerosissime chiacchiere per un suo approdo in Formula 1 nel 2023 con Alpha Tauri, Herta ha deciso di restare fedele al suo team.

Andretti
Marco Andretti in azione durante la Indy 500 di quest’anno. L’italoamericano ha riconfermato la sua presenza per la Indy 500 del 2023, diciottesimo tentativo nella sua carriera. (Photo by: James Black/Indycar.com)

In tutto questo, è stata confermata anche la presenza di Marco Andretti per la Indy 500. Assente come pilota full time dalla fine del 2020, ha deciso di partecipare per la diciottesima volta ad Indy. Lo farà a bordo della Dallara-Honda numero 98 co-gestita con Bryan Herta, Mike Curb e Cary Agajanian, co-propietari di Curb Agajanian Performance Group. Lo sponsor, già confermato nel 2021, sarà KULR Technologies. Riuscirà a spezzare finalmente la famigerata “Andretti Curse” che dal 1970 ha sempre negato un secondo successo ad Indy alla famiglia Andretti?

Kyle & Kyle, dalla NASCAR guardano alla Brickyard con interesse

Mercato
Kyle Busch, prossimo al passaggio nel 2023 a Richard Childress Racing in NASCAR Cup Series, ha espresso interesse nel voler partecipare alla Indy 500 con una vettura motorizzata Chevrolet. (Photo by: Sean Gardner/Getty Images/nascar.com)

Kyle Busch a fine stagione, dopo ben 14 anni, lascerà Joe Gibbs Racing e di conseguenza lascerà la sua iconica M&M’s Toyota Camry. A partire dal 2023 approderà sulla Chevrolet Camaro ZL1 di Richard Childress Racing. Busch ha recentemente espresso il suo interesse a gareggiare ad Indianapolis con un team motorizzato Chevrolet, il quale potrà contare anche sul supporto economico di Menard’s come main sponsor, rendendosi altamente appetibile per il mercato.

Mercato
Kyle Larson è un altro serio candidato per partecipare alla Indy 500 in un futuro molto prossimo. Hendrick Motorsports gli ha dato il via libera per cercare una sistemazione in caso di offerte concrete (Photo by Sean Gardner/Getty Images/nascar.com)

Kyle Larson, campione NASCAR Cup Series 2021, ha anche lui espresso il suo interesse nel voler partecipare alla Indy 500. Anch’egli è in forze per conto di Chevrolet ad Hendrick Motorsports, che gli ha dato da poco il via libera per partecipare ad Indy, nel caso vi dovessero essere delle trattative, rendendosi disponibile sul mercato delle entries one-off.

Quale futuro per la stagione Indycar 2023?

Sato
(Photo by: Chris Owens/Indycar.com)

Nell’ultimo mese i motori sono rimasti spenti, ma è evidente come il mercato oltreoceano sia in pienissimo fermento e regni una incertezza di fondo su alcune sistemazioni. Le squadre di punta e delle retrovie stanno tutte cercando di rinnovarsi, in un clima accesissimo. Il campionato appare più vivo che mai, con piloti provenienti da svariate categorie e da svariate parti del mondo interessate a voler ritagliarsi il loro angolo di gloria.

Una cosa è certa, la stagione Indycar 2023, chiunque sarà in pista, offrirà a noi spettatori uno spettacolo di altissimo livello. Può suonare ottimista, ma le premesse sembrano più che intriganti.

Simone Ghilardini

Milanese classe 1998, studente, musicista, pilota virtuale e articolista per Mult1Formula.

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