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Arrow McLaren cambia nome e Kyle Larson guarda ad Indianapolis

Il team McLaren dell’NTT Indycar Series, attualmente noto come “Arrow McLaren SP”, è stato sottoposto ad un rebrand a partire da questo mese di Gennaio. Il nome commerciale sarà semplicemente “Arrow McLaren Indycar Team“, ma il coinvolgimento di Sam Schmidt e Rick Peterson rimarrà invariato, hanno dichiarato ai media. Le origini del team sono ben più lontane comunque.

SP” sta per Schmidt e Peterson dove il primo ha fondato il team con il nome di “Sam Schmidt Motorsports” nel 2001, poi diventando “Schmidt-Hamilton Motorsports” nel 2012, in seguito ad un accordo di sponsorizzazione con l’ex pilota IRL e Indycar Davey Hamilton. Nel 2014 diventa poi “Schmidt Peterson Motorsports“, dopo che Peterson ha acquistato una quota della squadra. La partnership con la McLaren inizia nel 2020 quando la scuderia inglese acquista il 75% delle quote, attribuendogli il nome di “Arrow McLaren SP”.

Un team che ha conosciuto gli alti più alti e i bassi più bassi

Schmidt
Sam Schmidt in azione a Las Vegas nel 1999. Fu l’unica vittoria in carriera in IRL, prima del grave incidente al Walt Disney World Speedway nel Gennaio del 2000 che lo lasciò tetraplegico (Photo source: indycar.com/photographer unknown)

L’ex pilota IRL Sam Schmidt ha creato quello che è nato come Sam Schmidt Motorsports solo 14 mesi dopo un gravissimo incidente durante un test al Walt Disney World Speedway che lo rese tetraplegico. Nei due decenni successivi, il team di è stato trampolino di lancio per futuri campioni, ha vinto più volte il titolo Indy Lights e è stato regolarmente protagonista contro avversari con risorse nettamente superiori.

Schmidt
Davey Hamilton in azione alla Indy 500 nel 2001. La gara successiva a Fort Worth, un grave incidente con Jeret Schroeder compromise la sua carriera (Photo source: Indycar.com/Photographer unknown)

Tuttavia, nel corso del suo cammino ha dovuto affrontare eventi drammatici. Davey Hamilton subì un grave incidente che ne compromise la carriera, al Texas Motor Speedway, nel 2001. Subì fratture così gravi agli arti inferiori che i medici valutarono l’amputazione di una gamba. Hamilton riuscì a riprendersi, tornando a gareggiare dal 2007 al 2011, prima di ritirarsi a 49 anni. Il team manager Chris Griffis morì improvvisamente a soli 46 anni nel 2011, un mese prima che Dan Wheldon trovasse anche lui la morte nel finale della stagione Indycar a Las Vegas su un’auto co-promossa da Schmidt e Bryan Herta Autosport, con cui Alex Tagliani partì in pole alla Indy 500.

James Hinchcliffe riportò ferite molto gravi agli arti inferiori nelle qualifiche di Indy del 2015, salvo poi conquistare la pole l’anno successivo per lo stesso team. Nel 2018, il promettente rookie Robert Wickens subì un gravissimo incidente a Pocono, nel quale il canadese subì gravi fratture che ne limitarono sensibilmente la mobilità.

Ma ci sono stati anche momenti molto più felici da ricordare. Dal 2003 al 2010, il team di Schmidt ha presenziato solo nella Indy-500, ma è presente a tempo pieno nella Indy NXT. La squadra ha portato sette piloti al titolo Indy Pro/Indy Lights, di cui quattro consecutivi dal 2010 al 2013. Nel 2011 fu Josef Newgarden a vincere.

I dettagli del rebrand e l’approdo di Kyle Larson

Oltre al processo di rebranding, Arrow McLaren si è impegnata nella campagna piloti con l’acquisizione di Alexander Rossi per il 2023 e l’approdo del campione NASCAR Cup Series 2021 Kyle Larson per la Indy 500 del 2024. Attivo in NASCAR dal 2012 con 34 vittorie nelle tre serie principali, ha conquistato il titolo Cup Series 2021 al suo primo anno con Hendrick Motorsports. Proprio grazie ad una collaborazione con quest’ultima che gareggia con Chevrolet e la McLaren, dotata di motori Chevrolet, che è stato possibile finalizzare l’accordo.

In attesa di ulteriori iscrizioni per il 2023, Kyle diventerebbe solo il quinto pilota a correre il “Double Duty” nel weekend del Memorial Day. Esso consiste nel partecipare alla Indy 500 e alla Coca-Cola 600 della NASCAR Cup Series al Charlotte Motor Speedway nello stesso giorno. La sua doppietta sarebbe la prima da quando Kurt Busch ha corso in entrambi gli eventi nel 2014. Negli anni precedenti, furono John Andretti, Robby Gordon e Tony Stewart a tentare l’impresa. Di questi piloti, solo “Smoke” Stewart fu in gradi concludere entrambe. A Indianapolis terminò al 6° posto, mentre a Charlotte chiuse al 3° posto.

“Sono molto emozionato. Gareggiare alla 500 miglia di Indianapolis è un mio sogno e qualcosa che desidero fare da molto tempo, da quando ero bambino prima di iniziare a gareggiare con le auto da corsa. Farlo con la McLaren Racing e soprattutto con Mr. Hendrick è un sogno che diventa realtà. Sono grato per l’opportunità e non vedo l’ora di partecipare, anche se manca ancora un anno e mezzo. Non vedo l’ora di partecipare alla 500 Miglia di Indianapolis e alla Coca-Cola 600, e magari di ottenere una o due vittorie quel giorno”.

Kyle Larson, dichiarazioni del pilota

Il rebranding fa parte di un piano che porterà il team IndyCar ad allinearsi con il resto dei team McLaren e includerà un nuovo logo che è stato svelato il 4 Gennaio e il launch per la nuova stagione con il reveal delle nuove monoposto avvenuto il 24, 25 e oggi 26 Gennaio. Diamogli un occhiata!

Le nuove monoposto

Notiamo subito il primary partner sull’auto di Rosenqvist sia NTT DATA al contrario di Alex Rossi che ha Velo e Pato O’ward l’Arrow.

“Tutte le livree che ho avuto con questa squadra sono state eccezionali, e questa non è diversa”, ha dichiarato Rosenqvist . “Sono orgoglioso di portare il papaya e il blu NTT DATA per questa stagione”.

Tutti si stanno allenando duramente per l’INDYCAR Open Test al Thermal Club il 2-3 febbraio.

“È molto importante rientrare nel flusso delle cose”, ha detto Pato O’ward. “Dovremo lavorare su diverse configurazioni della vettura per renderla più veloce.

“Dal momento che non gareggiamo a Thermal, non è importante quanto siamo bravi nella classifica di velocità. Tuttavia, è importante il modo in cui affrontiamo le cose se siamo in difficoltà, per trovare il modo di rendere la macchina più veloce in determinate curve. Questo ci aiuterà nei circuiti futuri”.

Imma Aurino

Classe '97, la passione per i motori mi accompagna fin da bambina grazie a mio padre. Studio comunicazione a Torino dopo tante scelte sbagliate, ma almeno questa sembra essere quella giusta.

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